TECNICA (Juventus Stadium, Torino). L’Italia prepara le valigie e va in Brasile. La Repubblica Ceca è battuta 2-1 in capo a una partita pina di errori e brutta, ma tant’è, si va in Brasile a giocare il Mondiale con due turni d’anticipo, cosa mai successa nella storia del calcio italiano. Allora, primaditutto, i complimenti alla Prandelli Band, ma se davvero bisogna pensare a cosa dice la partita dello Juventus Stadium, allora qualche brivido viene, Fatica, affanni, sbuffi, errori: è successo di tutto sul prato di Corso Gaetano Scirea. Con in cima un Balotelli che sbaglia tutto il campionario, regalando l’impressione che quando ci sono le notti in cui si fa la storia, lui è da un altra parte.
La partita
Prandelli fa di necessità virtù: a parte il De Rossi annunciato al centro della difesa, si vede Pasqual a sinistra e Maggio che, sul lato destro, fa il triangolo con gli interni e l’elastico per il cross. Il dispiegarsi in attacco degli azzurri sembra sia aggressivo e totale, forse un po’ nervoso. I primi minuti passano con l’impressione che il gol sia una diretta conseguenza di quello che i Prandelli boys producono sul campo, con Candreva prima e Balotelli poi che arrivano vicini al gol, ma non lo mettono. La Repubblica Ceca si accorcia fini a diventare piccola, piccola, stretta, stretta con un sontuoso giocatore di nome Prochazka che accorcia e allunga l’orchestra dell’est a seconda delle necessità. Eppure manca qualcosa, manca fluidità, emerge come un magma, da sotto, il nervosismo, che brucia la precisione nei passaggi o la correttezza nei movimenti. Infatti alla prima amnesia del lobo parietale destro (dove sosta il neurone Bonucci) si infila Jiracek e spennella una palla al centro che, di volée, Kozak spedisce a battezzare la centotrentaseiesima presenza in Nazionale (record assoluto da stasera) di Gigi Buffon. E così ti aspetti l’1-0, compare lo 0-1 e l’Italia ne risente e si incaponisce ancora di più, dura come il muro e furiosa come un pugile che mena fendenti a caso quando è costretto all’angolo da un cazzotto. Ne esce un Balotelli che ha la via libera per sparare un cazzotto alla mascella di Cech e non lo prende, ma timbra la traversa (troppa rabbia in quel tiro), seguita poi da una sparata alta sempre di Balotelli che centra il terzo anello dello Stadium (che non c’è). EAll’altezza del 23°, quindi, è già tutto ribaltato il canovaccio tecnico della contesa con l’Italia che rimette De Rossi in mediana, ricostruisce un 4 dietro che abbia un senso (Maggio,Bonucci, Chiellini, Pasqual). E i cechi? La banda di Bilek ha un’attenzione tattica che dà quasi fastidio, un vero plotone d’esecuzione per le velleità italiane che al 37° vedono Cech rispondere da campione alla bordata di Balotelli. E’ 4-3-3 vero, ma nel frattempo è sparito Candreva e Gaccherini finisce nelle maglie dei 3 metri di distanza fra il centrocampo e la difesa della Repubblica Ceca. Nota a margine: al 38°esce Rosicky che è quello che col pallone ci dorme fin da bambino e ha i piedi più flautati di tutti. Danno? No, opportunità: Bilek solidifica il 4-4-1-1 con Kolar e via così, verso la fine del tempo, in perfetto asse di navigazione.
La ripresa, per fortuna, è altra cosa ed è illuminata subito da “cervo che esce di foresta” impersonato da Giorgio Chiellini, la cui zuccata da corner rimette la partita in piedi al 52°. C’è Osvaldo e si vede, anche perché Balotelli è costretto a muoversi, finalmente lontano dall’area e a rientrare. Quando lo fa per la prima volta seriamente si guadagna un calcio di rigore che poi va anche a battere con lo stadio inneggiante (strano, molto). Insomma, al 54° la partita è ribaltata, l’Italia si avvia alla qualiticazione record (con due turni d’anticipo mai era accaduto), ma resta l’impressione di una partita sbagliata nel tema… e nello svolgimento. Errori da matita rossa, caro Prandelli, sia in panchina, sia in campo. Per questo dopo le due sberle la Repubblica Ceca si rialza e l’Italia arretra, tenendo conto e giovandosi del fatto che l’avversario, in fondo, ha una punta sola.
Come spesso accade il finale di partita è stonato e confusionario, non si può pretendere altrimenti a questo punto della stagione, anche se resta sempre il dubbio se i calciatori facciano davvero fatica o no. Si spegne tutto, le due squadre diventano corte, le iniziative sporadiche e inutili. Bisognerebbe fare lo sconto sul biglietto, a un certo punto della partita, anche perché l’Italia vive anche l’affanno di chiudere indietro con la Repubblica Ceca in 10 per il rosso a Kolar. Insomma, si vince, si va, ma con la sensazione di aver scampato il pericolo. L’ultimo quadro è, però, simpatico. Il tormentone del 2006 ritorna, ritorna il “po-po-po-po-po-po-po” con De Rossi preso in braccio da Buffon. Due invincibili che sanno come laggiù, in Brasile, ci sia la terra delle magie. E tutto può succedere.
Italia-Repubblica Ceca 2-1 Reti: 19° Kozak; 52° Chiellini, 54° Balotelli (rigore).
Italia (3-4-2-1): Buffon; Bonucci, De Rossi, Chiellini; Maggio, Pirlo, Montolivo (85° Thiago Motta), Pasqual (78° Ogbonna); Candreva, Giaccherini (46° Osvaldo); Balotelli. Allenatore: Prandelli
Repubblica Ceca (4-1-3-1-1): Cech; Gebre Selassie (77° Rabusic) , Suchy, Sivok, Limbersky; Prochazka; Plasil, Darida (55° Vanek), Jiracek, Rosicky (38° Kolar); Kozak. Allenatore: Bilek.
Contenuto ceduto in esclusiva dall'agenzia alaNEWS. Riproduzione vietata. Anno 2013.