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L’Italia vista da fuori- autore sara

Da Michele Orefice @morefice73

Ieri sera mi sono persa a guardare lo spettacolo di Crozza andato in onda durante Sanremo…. l’infinita tristezza degli occhi di Crozza l’ho sentita dentro. Per chi non lo avesse visto, lui ha parlato della bellezza dell’Italia, delle nostre scoperte, dei nostri monumenti e poi ha cantato la svendita degli stessi per ripianare il debito italiano.

Da quando vivo in Germania è grande la nostalgia per il mio paese. Paese che ho sempre criticato perchè pur maestoso, è molto difettoso, come canta Crozza. L’Italia la respiro nelle parole dei miei alunni di italiano. Tengo vari corsi di italiano qui  a Coblenza a tedeschi desiderosi di imparare la nostra lingua perchè la ritengono la più bella al mondo. Incredibile. Altri non fanno altro che programmare le loro ferie in Italia. Lavorano un anno per avere i soldi per venire nel Bel Paese. E io sento dentro l’orgoglio di essere italiana. Mi tocca passare intere mezzore a descrivere i diversi cibi e sapori che si incontrano nelle singole regioni e città. Descrivo le sfumature del mare, i colori che cambano da regione a regione, la lingua, gli accenti, i dialetti e loro mi guardano estasiati e io guardo i loro occhi splendenti. L’Italia affascina ancora e da fuori è ancora più bella. Sento mie tutte le parole di Crozza. Quando studiavo al liceo classico mi sentivo proprietaria di tutte le nostre opere d’arte e ora che vivo lontano mi sembra che un pezzo della cappella Sistina mi appartenga, una piccola quota di proprietà delle cupole delle chiese di Firenze sia anche un po’ mio e dei miei figli. Peccato poi pensare che effettivamente se si potesse, i nostri politici le avrebbero già smontate e vendute a qualche multinazionale o a qualche sceicco arabo collezionista di bellezza.

L’Italia pecca di arroganza e di personalità. Siamo arroganti nella misura in cui, come traspare dalle parole di Crozza, riteniamo di aver scoperto tutto noi. Di non aver nulla da imparare dagli altri. E la nostra arroganza ha fatto sì che di fatto oggi siamo i perdenti. tante delle nostre scoperte e invenzioni non sono neppure state sfruttate adeguatamente sul nostro suolo. Non ci abbassiamo ad imparare ciò che gli altri popoli hanno di buono. La nostra arroganza è enorme e oggi ingiustificata. Forse è vero che mentre Michelangelo dipingeva le sue opere , i popoli al nord vivevano in capanne o poco più ma noi ci siamo fermati al rinascimento, gli altri sono andati avanti.

Pecchiamo poi di personalità perchè, d’altro canto, non imponiamo mai all’Europa e al mondo, le nostre idee e il nostro modo di vedere le cose. Ci siamo piegati al volere dell’Europa a scapito del nostro made in Italy. Abbiamo importato gli stili alimentari americani perdendo la nostra buona cucina italiana che tutti ci invidiano. Qui spesso le donne mi chiedono se in Italia le famiglie mangiano ancora la pasta fatta in casa e devo rispondere che siamo rimasti in pochi a cucinare così, la maggioranza mangia esattamente come mangiano i tedeschi, wurst compresi.Stiamo rovinando anche la nostra istruzione che tutti ci invidiano, ne l tentativo di diventare competitivi.  la scuola in Germania non dà molti contenuti. Si imparano le lingue che serviranno per lavorare, si fa fin dall’età di undici anni, circa, esperienze lavorative, per imparare a lavorare: come se l’unico obiettivo delle nostre esistenze fosse il lavoro. Io ho amato la mia scuola italiana che mi ha formato come persona in grado di pensare, mi ha arricchito di conoscenze, mi ha dato mille strumenti per pensare. Dovremo mediare con l’esperienza estera ( per orientare meglio le scelte professionali), non buttare la nostra  cultura e  il nostro modello come al solito perchè vi assicuro che gli studenti italiani sono molto apprezzati all’estero.

Se solo ci sapessimo guardare con gli occhi con cui tanti stranieri ci guardano, sapremo forse risollevarci, sconfiggere la crisi e la tristezza che ci sta avvolgendo, rispolverare gli antichi splendori e senza sederci e dormire sugli stessi, riprogettare una penisola non più difettosa ma effettivamente maestosa, dove la gente come la mia famiglia avrebbe veramente voglia di tornare. Ma per il momento stiamo qua ad imparare da chi ha voluto migliorare, o comunque ci sta provando.


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