Io le volevo le preferenze ha scritto Renzi nella sua newsLetter dopo le dimissioni di Cuperlo da Presidente del partito: pur di restare un uomo libero. Confesso di essere un sostenitore delle preferenze scrive Renzi, ma purtroppo su questo punto Forza Italia non è stata disposta a cedere. Bastassero le preferenze, quel marpione di Verdini l’ha spuntata anche sul premio di maggioranza: ha concesso al rottamatore il doppio turno perché hanno già il piano per sbancare al primo turno col 35% ed incassare il 18% di deputati in più che gli permetterà di raggiungere la maggioranza assoluta: Berlusconi avrà il nome nel simbolo, la Lega sarà recuperata col premio regionale, Alfano annetterà i centristi di Casini e tutti i partiti della destra compreso ciò che resta di FLI ad esclusione dei neofasciti di Forza Nuova e dei fascisti del terzo millennio di Casapound, saranno raggruppati sotto le insegne di AN. Alla palude la sola alternativa possibile era quella di stringere l’accordo per ottenere le riforme che in venti anni nessuno è stato capace di ottenere, si difende Renzi. Comincia però a sentire aria di fronda nel partito ed a ventiquattr’ore dal diktat in direzione accusa il primo cedimento: “se poi qualcuno è in grado di convincere Berlusconi sulle preferenze ed Alfano sullo spagnolo, io non sono geloso”. Tanti segnali lasciano intendere che l’italicum senza modifiche sostanziali si inabisserà nel voto segreto. Non sarebbe la prima volta, l’abbraccio col caimano ha dissolto carriere da statisti in pectore basterà ricordare qui i precedenti del DalemOni e del VeltruSconi. Silvio è nato sotto una buona stella evidentemente: Renzi lo ha rialzato, ma a farlo camminare sicuramente ha contribuito la diserzione di Grillo.
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