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L’obiettivo vero degli anti-Berlusconi? L’interdizione a vita del Premier dai pubblici uffici

Creato il 16 febbraio 2011 da Iljester

L’obiettivo vero degli anti-Berlusconi? L’interdizione a vita del Premier dai pubblici uffici

Se qualcuno di voi pensa che l’obiettivo degli antiberlusconiani, dei poteri forti occulti e non occulti, e di tutti quei settori sociali e istituzionali allergici alle riforme e alla cancellazione dei privilegi che hanno acquisiti nei decenni in cui dominava il consociativismo DC-PCI, sia vedere Berlusconi Silvio in galera, ebbene si sbaglia. Al plotone di esecuzione permanente, al CLN raffazzonato e brancaleonesco con la bava alla bocca, non frega infatti nulla se il Cavaliere rischia di andare in carcere, se gli danno due giorni o duemila anni di galera. A loro interessa la pena accessoria, quella che determinerebbe l’uscita di scena di Berlusconi dalla politica per sempre. Quella che alla fine lo ammazzerebbe politicamente: l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Ma che cos’è questa pena che solitamente non viene quasi mai presa in considerazione? Il giudice quando condanna una persona, può applicare la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici, e può applicarla per un periodo di tempo (esempio cinque anni), oppure per sempre. Il che significa che quella persona non può più ricoprire cariche pubbliche di nessun genere. E men che meno la carica di Presidente del Consiglio, ma anche di deputato o senatore.
Ecco l’obiettivo dei giustizialisti: l’interdizione dai pubblici uffici per il Premier. L’arma anti-Cav per eccellenza. Quella che sgombrerebbe, a favore delle sinistre tutte, la strada verso il potere perenne, grazie pure al supporto della cultura e dell’intellighenzia rossa, ai giornali amici e a tutti quei settori sociali e istituzionali, i quali si garantirebbero fino al prossimo ribaltamento (se mai ce ne sarà uno) i privilegi e le nicchie di potere acquisite nei decenni scorsi.
Un vero affare che oggi rischia di concretizzarsi, visto che il reato di concussione prevede proprio come pena accessoria l’interdizione dai pubblici uffici, e non per un annetto o due, ma per sempre…
Ecco perché i manettari della domenica, i rossi e gli ex-post rossi sono tutti in fibrillazione. Il colpaccio politico-giudiziario questa volta sembra possa riuscire, e possa riuscire bene. Tolto infatti l’unico avversario politico in grado di tosarli a dovere, non rimarrebbe nessuno che potrà impedire alla sinistra e alla sua cultura di infiltrarsi definitivamente nelle stanze del potere e far quello che più le aggrada e sogna da decenni: comandare senza opposizione, e senza che vi sia la possibilità di un opposizione.
Certamente – e sul punto non ho alcun dubbio – Fini e Casini non saranno mai in grado di battere e prevalere su un asse di potere di natura oligarca, che solo le indubbie capacità comunicative e il carisma berlusconiano hanno tenuto a freno e a margine della politica italiana in questi ultimi venti anni. Non saranno mai in grado, perché la loro coerenza è sempre stata pari a zero. Oggi con Berlusconi, domandi contro di lui. Oggi a destra, domani al centro.
Insomma, le prospettive per il nostro paese, martoriato dall’imbarbarimento politico-giudiziario, non saranno affatto rosee se dovesse prevalere la logica giustizialista e il dominio dell’atto giudiziario sull’atto politico. Per l’Italia si aspettano tempi bui… anzi buissimi.


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