Il corteo composto e non tanto numeroso le cui voci dirompenti si sono strette tutte intorno al fratello di Emanuela Orlandi, scomparsa nel lontano 22 giugno del 1983, aveva raccolto l’appello di Pietro preparato ormai mesi fa insieme a una lettera consegnata al Vaticano.
“L’adesione – sostiene Pietro – ha raggiunto le 45.000 persone che seppure non accorse tutte all’Angelus di oggi 18 dicembre, hanno espresso durante il corso dei mesi tutta la loro partecipazione e solidarietà.”
In un primo momento le autorità hanno creato qualche difficoltà a far accedere il corteo con i volantini che raffiguravano il volto di Emanuela Orlandi impresso sui vecchi poster del tempo:" Il volantinaggio è vietato". E in effetti hanno vietato il trasporto di striscioni.
Poi però anche grazie alla presenza della troupe di “Chi l’ha visto?” e in primis della giornalista Federica Sciarelli, da sempre al fianco della famiglia Orlandi, l’accesso è stato dato. Federica era lì però più come amica di famiglia che come giornalista:"Ci devono fare entrare noi stiamo qui fino a che non ci accorderanno l’ingresso".
Fino al tema forse più spinoso di tutti che, se non direttamente collegato con la scomparsa di Emanuela, tuttavia un riferimento dovrà pur averlo: ossia il seppellimento dell’allora Boss della Magliana Enrico De Pedis presso la basilica di Sant’Apollinare a Roma. “Renatino” infatti è stato più volte indicato come il rapitore della ragazza, e attraverso la deposizione della ex compagna Sabrina Minardi, raccolta dalla giornalista Raffaella Notariale nel 2006, il suo nome ha fatto capolino nelle indagini.
Pietro fa domande e nell’appello consegnato al Papa vi inseriva anche la speranza che questi potesse dedicare una parola alla vicenda durante l’Angelus. Ma Ratzinger dopo la consueta preghiera ai poveri, il ringraziamento a Comunione e Liberazione e i riferimenti soliti cui dedica un pensiero e una parola a ogni Angelus non ha ritenuto opportuno spendere una parola per Emanuela. Né a onor del vero verso quei lavoratori dell’IDI ancora senza stipendio riunitisi in Piazza San Pietro per ricordare al Papa la loro condizione.
Chiedo a Pietro delle ultime ricerche da lui seguite in Inghilterra se queste hanno dato frutto o meno e se li ritiene ancora valide. Lui risponde con una nota triste di chi le ha provate tutte ma non si arrende:" Arrivato in Inghilterra nella clinica mentale che mi era stata indicata mi risposero che i malati erano stati tutti ricoverati in diversi altri istituti e io con la foto di mia sorella, inclusa quella che ricostruiva la sua attuale età se fosse viva, ho fatto il giro di questi istituti ma la ricerca non ha prodotto risultati"
Certo, come concorda anche Pietro, dovrebbe essere la Polizia Italiana a fare richiesta ufficiale chiedendo collaborazione alle autorità britanniche. Richiesta che a sua volta ha rivolto alla Polizia Italiana ma la risposta anche questa ancora non arriva. Se fosse viva...È la domanda in fondo che non osi fare “Credi sia ancora viva Emanuela?”, per rispetto di un familiare ancora col suo dolore e per rispetto verso una verità ancora non scritta.
Pietro senza aspettare afferma:"Fino a quando non troveranno un corpo col suo DNA, per me Emanuela è ancora viva". Pietro intende trascinare dietro la sua vicenda anche quella di Mirella Gregori (scomparsa a maggio del 1983, dunque poco più di un mese prima) che purtroppo ha ricevuto meno esposizione mediatica del caso Orlandi.
Francesca, tra le persone che accompagnano Pietro, la madre e tutta la famiglia, alla mia domanda su cosa la colpisce dell’intera vicenda risponde:"Una ragazza mai tornata a casa viene fatta sparire per motivi più grandi di lei in modo ingiusto; una ragazza cui le è stato vietata una vita normale e l’affetto dei familiari: mi sembra un motivo più che sufficiente per accompagnare Pietro."
La petizione va avanti continua il suo percorso e non si fermerà all’ultimo Angelus.
Fonte foto: Repubblica.it