IL PASSEROTTO DELLA SIEVE.
Abbiamo passato tantissimo tempo per diventare più umani lasciando, con grande fatica fisica e sublime intelligenza artistica, l’oscurità della foresta primordiale con i suoi incubi pre-infantili. Invece, questi ridicoli giovani “rottamatori”, orgogliosi benestanti sorridenti governanti, ancora esaltano la rovinosa vecchia “Legge della Foresta” con le “Liberalizzazioni”, le “Privatizzazioni” e le rozze “Competizioni Selvagge”, considerate una specie di Spirito Santo e Meccanismo Centrale del Sistema del “Libero Mercato”. Attenzione, attenzione, attenzione a tutti gli umani, attenzione a tutti gli animali, attenzione a tutti i vegetali, attenzione a tutte le macchine che vogliono umanizzarsi; attenzione, ritornare pienamente alla “Legge della Foresta” significa che la vittoria sarà comunque e sempre del più forte, ovviamente del più forte fisicamente (finanziariamente). Il gioco d’azzardo del sistema Mercato nell’universo del Capitale, dall’esperienza storica da tempo ormai sicuramente superato, ma … , con l’ignoranza, si ricicla nel “Gioco dell’Oca”. Perché non si cambia gioco? Non più l’amabile perpetuo “Gioco dell’Oca” dei salotti ricchi dell’eloquenza e dell’apparenza, ma quello della volgare appassionata partecipazione temporale con “L’Odio Salvatore” dei luoghi aperti e veri dei silenzi seri della sofferenza? (Ricordo da un racconto di Tirella).
S E N Z A T I T O L O
La società recidiva
senza occhi
senza voce
senza orecchie
reprime immensità di nuova vita
in metafore di vista, di urli, di udito.
La compagine povera che soffre
percepisce ciò che nessun potente
potrà mai imitare o soffocare.
Una nuova èra avanza
nell’aria e nel sangue
già volteggia e pulsa.
Nel sapere di chi non sa
l’alba e il tramonto
è ancora alba e tramonto.
Ma se il tramonto
si chiamasse alba?
E se l’alba
si chiamasse tramonto?
E se la morte della ricchezza
si chiamasse vita?
-Renzo Mazzetti-
(Antologia n. 13, Orizzonti -Ragusa- anno 2001)