Magazine Cultura
Lo scambio di battute…
A.E Che cosa rappresenta il brano “Le tue Parole” a distanza di un anno dall’uscita di “Senza lume a casaccio nell’oscurità”?
S.P. “Le tue Parole” è il brano che rappresenta meglio la somma di tutte le 12 tracce dell’ album per ciò che concerne atmosfere ed umori. Se vogliamo l’indole dell’intero disco, pensato in origine, guardando e traducendo tematiche serie in una prospettiva ludica e fuori dalle righe.
A.E. Come nasce l’idea del video clip e della collaborazione con Orazio Sturniolo?
S.P. Con Orazio ci conosciamo sin dai tempi dell’ Accademia di Belle Arti, lui frequentava il corso di Scenografia ed io di Decorazione, si instaurò tra noi sin da subito un’intesa intellettuale ed artistica e da lì a poco le prime collaborazioni nei suoi cortometraggi e nel suo linguaggio teatrale intrigante e particolare. Orazio è pieno di idee e le stesse le sviluppa in un modo assolutamente personale, ecco perché ho pensato subito a lui per la realizzazione di questo videoclip, perché sapevo che la canzone esigeva di una regia non troppo statica e addormentata. A.E. Nonostante la tua vita sia ormai in Liguria, la tua musica è intrisa della tua terra, la Sicilia, e il video ne è un’esaltazione: quanto ti mancano i tuoi luoghi natii, e quanto la lontananza fornisce motivi e materiale per nuove creazioni musicali?
S.P. La risposta a questa domanda credo sia presente in tutto il mio periodo di permanenza sino ad oggi in Liguria, nel senso che umanamente ed artisticamente non ho mai occultato le mie radici anzi; il desiderio di rivivere la mia terra è grande, ma confesso pure che il mio è un ricordo legato ad un pezzetto del mio vissuto nell’isola, poiché andai via a 19 anni, e quei 19 anni sono stati intensissimi, ma purtroppo anche molto contradditori rispetto a quelle che erano le mie aspettative. Ho assorbito tanto dalla Sicilia ed ancora oggi mi aiuta ispirandomi nella ricerca dell’intenzione musicale e dell’energia che mi ci vuole durante l’interpretazione dei brani.
A.E. Una domanda più tecnologica: quali sono le maggiori difficoltà nella realizzazione di una storia filmata - e musicata - che deve essere racchiusa in un brevissimo spazio temporale?
S.P. Questa la lascio ad Orazio Sturniolo, lui ti darà una risposta sicuramente più lucida e tecnica della mia. Io e mia sorella Carola ci siamo occupati del soggetto del videoclip che ricordo è stato girato interamente nella splendida cornice barocca di Noto in provincia di Siracusa . Mia sorella è stata determinante per la realizzazione di questo video e come lei tutta la gente coinvolta nello stesso, che non finirò mai di ringraziare.
O.S. In realtà non ci sono grandissime difficoltà... io, personalmente, vivo la realizzazione di un video musicale come un gioco, mi diverto a valorizzare il brano tramite le immagini, si tratta di un gioco che oscilla tra le competenze tecniche e la fantasia. Non parto mai da una sceneggiatura dettagliata e non utilizzo mai uno storyboard; parto da un'idea, da immagini che ho nella mente e provo a riprodurle utilizzando la videocamera con criteri tutti miei. Poi, in fase di montaggio, lo sfogo creativo riesce a tagliare e cucire per poter raccontare lavorare con Sergio è interessante perché lui si affida ciecamente al mio istinto e mi lascia carta bianca... una grande responsabilità ma anche tanta libertà.
A.E. Il video “Le tue Parole” è il preludio ad un nuovo album?
S.P. No, è soltanto una canzone che grazie oggi al supporto di un video credo verrà ascoltata con più attenzione. Il nuovo album è comunque in cantiere e vi preannuncio ricorderà molto poco le atmosfere del primo… anche perché io non credo di essere lo stesso Sergio del 2011, beh credo sia normale no? A.S.Dove e come rivedremo Sergio Pennavaria dal vivo?
S.P. Questo è un periodo in cui non mi capita di bussare alla porta e chiedere di poter suonare, anche perché sono molto preso dalla scrittura. Naturalmente alla prima chiamata in cui mi si chiederà di suonare risponderò: “Certo che ne ho voglia, arrivo!”, Perché per me suonare e cantare le mie canzoni è terapeutico, ma chi ti invita deve saperti pure stimolare!
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