12 e 13 giugno, c’e’ il referendum. Io da italiano all’estero voto verso il 27 maggio, mi pare. Tre quesiti importanti: l’acqua pubblica, il nucleare e l’annullamento del legittimo impedimento. Ma succede che esplode Fukushima, e vuoi mai che si raggiunga il quorum, mettendo Silvio in pericolo di vedersi il legittimo impedimento annullato?
Sia mai. E allora, via: si fa una legge che stoppa per un anno il nucleare, cosi’ la domanda del referendum salta, con essa probabilmente anche il quorum, e cosi’ pure il quesito sul legittimo impedimento. Le testate a gettone che fino a un mese fa erano nucleariste convinte, ora dicono che il nucleare non va bene.
Ma guarda un po’. E scommetto che qualche mese dopo il referendum certi politici, certi imprenditori e certe testate ri-cambieranno idea. A pericolo passato, naturalmente.
Ricapitolando. I candidati non ce li possiamo votare, chi siede in parlamento e’ stato scelto dai partiti, non da noi. I referendum sono boicottati in continuazione, vengono scorporati dalle amministrative facendoci (anzi, facendoVI) spendere milioni di euro solo per evitare il quorum. Se invece il quorum viene superato, l’esito puo’ essere semplicemente ignorato o aggirato dalla politica, com’e’ successo per il finanziamento pubblico ai partiti o per il ministero dell’agricoltura. In parlamento si va in pensione dopo una legislatura, pochi anni, e non se ne capisce il motivo. Si sperpera mentre il paese tira la cinghia. Si varano leggi che depenalizzano il falso in bilancio. Si fa Lobby, o per meglio dire Casta, quando si vota in maniera bipartisan di aumentare i rimborsi ai partiti, o quando si rifiutano le autorizzazioni a procedere per i parlamentari indagati. E ora, l’ennesima presa per il culo. Si raccolgono le firme e si prepara il referendum, dopodiche’ il governo cancella per qualche mese una legge per rendere il referendum nullo, per poi ripristinarla a pericolo passato.
Cioe’, e questa la chiamiamo democrazia? Anche no. Pero’ non sono d’accordo neanche con quelli che urlano alla dittatura. Semplicemente, l’Italia ma non solo l’Italia, da noi magari piu’ che altrove, ma in generale e’ cosi’: in generale moltissime tra le cosiddette “democrazie” in realta’ sono delle oligachie.
C’e’ da dire pero’ che in Italia si sta veramente esagerando. Capisco tutto, ma prendere per in giro il paese in maniera cosi’ sfacciata, veramente, e’ troppo.