Cos'è successo tra Lo Hobbit e La Compagnia dell'Anello? Ce lo racconta un nuovo action adventure ambientato nella Terra di Mezzo
Il Signore degli Anelli è roba sacra. Ed è giusto così: il Legendarium di Tolkien non ha plasmato l'immaginazione di milioni di persone per quasi un secolo per puro caso.
La Compagnia dell'Anello non è il libro più venduto del mondo, dopo la Bibbia e Racconto di due città, per puro marketing. La Terra di Mezzo è qualcosa che resta nel cuore, perciò si capisce come mai i videogiocatori non siano particolarmente soddisfatti del trattamento che il franchise ha subito in tutti questi anni, a colpi di giochi mediocri e squallidi tie-in. Insomma, il miglior videogioco ispirato a Il Signore degli Anelli è un LEGO di TT Games, qualcosa questo vorrà pur dire. Monolith Productions, gli stessi del discreto MOBA Guardians of Middle Earth uscito due anni fa, vorrebbero dire la loro in merito con un titolo nuovo di zecca, un'avventura in terza persona che si calerà nel mondo di Tolkien come nessun'altra ha mai fatto prima. Sono in gioco delle teste, insomma, e non è detto che siano solo quelle degli orchi...Uno Spettro per amico
Si diceva che L'Ombra di Mordor è un esperimento coraggiosissimo, quasi ardito, e il motivo è molto semplice: non si basa su alcun romanzo, racconto o appendice, e la storia è tutta farina del sacco degli sceneggiatori di Monolith Productions, i quali hanno scelto di ambientarla negli anni che separano la conclusione de Lo Hobbit e il fatidico compleanno di Bilbo all'inizio de La Compagnia dell'Anello.
"Ci è stato permesso di esprimere la nostra creatività e fare un po' quello che volevamo, rispettando però al cento percento il lore originale di Tolkien", rivela il direttore del progetto, Michael DePlater. "E per noi è stato importante esplorare i personaggi più sfumati della storia, come Saruman, che voleva ammassare un esercito per sfidare Sauron in persona, oppure Boromir e suo padre Denethor, Theoden, Thorin o Thranduil". DePlater menziona alcuni personaggi che, ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli, non è possibile classificare subito come "buoni" o "cattivi". Se i suddetti comprimari appariranno nella storia de L'Ombra di Mordor, come la regina Marwen rivelata inizialmente, è ancora presto per dirlo, ma è certo che DePlater i suoi si trovano a manipolare una delle mitologie più preziose nella storia della letteratura fantasy, il che significa che un passo falso può generare nemici più terribili dei Nazgûl: i fanboy. "In realtà, il nostro lavoro rispetta coscienziosamente il lore tolkeniano", precisa DePlater. "Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli sono dei viaggi fatti di meraviglie, panorami, nuovi mostri, alleati e nemici. Il senso della scoperta è la chiave per l'autenticità della Terra di Mezzo, e ne L'Ombra c'è tutto questo". E tuttavia, la forza trainante dei tie-in basati su Il Signore degli Anelli è raramente stata il libro, quanto più i film di Peter Jackson. Basta un'occhiata al trailer per capire che l'ultima fatica Monolith Productions non sfugge a questa regola. "Ci hanno ispirato, è assolutamente vero", conferma il direttore. "Tuttavia, una delle cose migliori dei film è il fatto che, raccontando le appendici, sono riusciti a caratterizzare meglio Sauron. Questo ci ha dato un sacco di idee per sviluppare il suo personaggio ed esplorare di più il suo ruolo nella storia del gioco". La trama, peraltro, è la sfida più difficile che dovranno affrontare, perché le tematiche sono decisamente moderne e parecchio distanti da quanto scritto da Tolkien nei suoi romanzi. Il protagonista, del tutto inventato, si chiama Talion ed è un ranger di Gondor che ha perso la sua famiglia in un attacco degli orchi e che si ritrova posseduto da uno Spettro potentissimo che cerca di sopraffare continuamente la sua volontà. Inviato nella desolata terra di Mordor, proprio dietro le linee nemiche, Talion dovrà vedersela con gli sgherri del Nemico e vendicarsi dei mostri che gli hanno rovinato la vita. Monolith Productions, però, personalizzato quegli stessi mostri, dando loro personalità e identità che li differenziano dalla classica carne da macello di questo genere di giochi. "Non volevamo adoperare gli orchi in modo generico. Tolkien ha scritto una frase: durante la Grande Guerra eravamo tutti orchi", spiega DePlater. "Noi abbiamo voluto rappresentare gli orchi come esseri umani guidati più dalla paura e dall'odio che dalla razionalità. Nel nostro gioco sono personaggi reali con motivazioni credibili". La Terra di Mezzo: L'Ombra di Mordor - Trailer "Make Them Your Own"Conosci il tuo nemico
D'altra parte, questa difficile situazione ha conferito a Talion i poteri dello Spettro, tra i quali la capacità di muoversi tra le ombre senza essere visto, attraversare lo spazio nella dimensione degli spettri e, soprattutto, penetrare nella mente dei suoi nemici. Talion non è diventato uno Spettro, attenzione, e non dispone degli stessi poteri soprannaturali, ma ora è più forte e resistente di un essere umano comune e, ovviamente, può sbloccare nuove abilità guadagnando punti esperienza attraverso il completamento delle missioni e l'uccisione dei nemici.
"I giocatori potranno esplorare Mordor in lungo e in largo, ma saranno loro a decidere quali missioni intraprendere e come risolverle", rivela DePlater. L'Ombra di Mordor, infatti, è una sorta di free-roaming e non a caso sono state notate non poche similitudini con brand quali Assassin's Creed e la serie Batman: Arkham che hanno fatto discutere. Monolith Productions, oltretutto, ha ammesso di essersi ispirata al franchise di Rocksteady per sviluppare un sistema di combattimento fluido e basato sui contrattacchi. Riguardo alla libertà d'azione, invece, L'Ombra di Mordor è figlio della generazione Assassin's Creed. "Una delle caratteristiche principali è la possibilità di scegliere cosa fare. I giocatori potrebbero voler prendere il controllo di ogni orco nella regione o magari ucciderli tutti oppure ancora semplicemente non uccidere nessuno e raggiungere gli obiettivi in stealth". DePlater ha paragonato il gioco addirittura a un editor di missioni. Uno dei poteri di Talion, infatti, consiste nel leggere la mente dei nemici e scoprire come si relazionano gli uni con gli altri. Combinando questo potere a quello che permette di controllare un nemico, è possibile elaborare differenti strategie. "Praticamente è possibile controllare la difficoltà del gioco. Se si vuole caricare a testa bassa, si può", conferma il direttore. "Certo, si può anche morire, ma una delle feature chiave del gioco è il fatto che Talion non può morire e quindi non si ripetono all'infinito determinati passaggi perché ogni volta può succedere qualcosa di diverso". Il direttore in questo caso si riferisce al sistema Nemesis, un elaborato codice di intelligenza artificiale che permette ai nemici di "evolversi" col giocatore, ricordando ogni schermaglia cui sono sopravvissuti e rafforzandosi di conseguenza. I ragazzi di Monolith Productions parlano addirittura di orchi che ricordano le strategie e il modo di combattere del giocatore, anche se in realtà ci appare poco probabile. È possibile, invece, che i nemici aumentino di livello ogni volta che sfuggono alla nostra ira vendicativa e che quindi sia più difficile accopparli la volta successiva. Non è chiaro come funzioni esattamente, ma è certo che se non si pianifica attentamente le proprie mosse si rischia la disfatta, specialmente nelle fortezze nemiche. "Sono molto pericolose, specialmente quando scatta l'allarme, ma sono piene di possibilità e di elementi interattivi da usare contro i nemici, che sia aprire una gabbia per liberare il mostro rinchiuso al suo interno o le mosche in cui sono incappati Frodo e Sam nelle loro avventure". Senza contare, a proposito, che si possono scatenare delle vere e proprie risse tra orchi e replicare la baraonda che permise a Samwise di sbarazzarsi di (quasi) tutti gli orchi e salvare il suo caro Frodo. Da questo punto di vista, insomma, L'Ombra di Mordor sembra citare efficacemente Il Signore degli Anelli attraverso dei veri e propri gimmick, ma si prende delle libertà decisamente uniche che potrebbero far storcere il naso ai fan più sfegatati del mito tolkeniano: staremo a vedere se il gioco in sé e per sé riuscirà a convincerci.