di Luis Sepulveda - Guanda
L'11 settembre non è una data infausta solo per l'attentato alle Torri. E' anche il giorno in cui il boia Pinochet, nel lontano 19173, con la sua scellerata e nazista giunta militare, appoggiata da Cia, Fbi e governo americano, ha scalzato il governo di Unidad Popular democraticamente eletto dal popolo cileno.
Questo libro non parla del golpe, anche se ne è figlio. Questo è un romanzo, ai confini con il noir, che narra di vecchiaia, di passato, di ferite che non si rimargineranno mai. Ma è anche un invito a non dimenticare, ad essere convinti delle proprie idee, senza ancorarsi a un ideologismo immobile e asfittico.
E' un inno all'amicizia, anche dopo anni, tra uomini, tra militanti, anche in contrapposizione.
E poi è una prova di surrealismo, di ironia sopraffina, di sogno a metà tra il grottesco e il fantastico.
E come tutti i libri di Sepulveda, che può piacere o no, è scritto in modo sopraffino e sottilmente delicato.
Bello come il sole.