
Libro - L’omeopatia in oncologia
La patologia neoplastica rappresenta una delle più grandi sfide dei nostri tempi così come le epidemie di colera e di tifo costituirono il banco di prova per le prime generazioni di omeopati. Il dottor Spinedi svolge da molti anni un lavoro fondamentale in questa direzione proseguendo il solco della tradizione degli omeopati che si sono occupati di casi di cancro.
Nel libro uscito per le edizioni Tecniche Nuove sono riportati oltre ai casi clinici personali molti altri casi sia di omeopati del passato che contemporanei sulle neoplasie a partire da Cooper, Clarke, Carleton, Barthel, Schlegel fino ad arrivare ai dottori Pareek e a Ramakrishnan. L’apertura mentale del dottor Spinedi, inoltre, gli permette di confrontarsi anche con gli allopati ed in particolare in diversi casi riportati nel libro l’omeopatia svolge un ruolo di supporto fondamentale accanto alla chemioterapia. La Clinica di Locarno, in cui vi è la possibilità di ricovero dei pazienti, da molti anni rappresenta un punto di riferimento per la ricerca omeopatica in questo campo.
Il dottor Spinedi raccoglie il testimone dalle fonti più autorevoli della omeopatia di Hahnemann essendo stato allievo di uno dei personaggi più autorevoli e allo stesso tempo misconosciuti della storia dell’omeopatia. Si tratta di Jost Kunzli, allievo diretto di Pierre Schmidt con il quale aveva collaborato per la prima traduzione in francese della sesta edizione dell’Organon. Nella prefazione del libro, infatti, si trova la Laudatio pronunciata in occasione della morte di Kunzli avvenuta il 5 aprile del 1992, dalla quale emergono i numerosi contributi in campo omeopatico dell’autorevole omeopata e a cui si deve la conversione alla omeopatia del dottor Spinedi dopo che riuscì a salvare la moglie da una grave forma di setticemia postpartum. Tra i molti contributi del grande omeopata si trova ad esempio anche la sua gerarchizzazione dei sintomi che amplia la impostazione presente nei lesser writings di Kent in cui i sintomi del § 153 dell’Organon sono considerati della massima importanza anche rispetto ai sintomi mentali.
Il sottotitolo del libro evidenzia l’importanza di un accompagnamento del paziente attraverso la malattia, sottolineando come sin dalla prima visita sia estremamente importante impostare un piano di cura. Se è vero che sin dall’inizio ciò che più conta è la totalità dei sintomi è altresì altrettanto vero che, in patologie croniche di questo tipo si deve tenere conto di diverse cose: le energie del paziente, lo stato di progressione della malattia tumorale che in alcuni casi si comporta come un qualcosa di separato dal resto dell’organismo, la necessità di antidotare gli effetti pronunciati della radio e della chemioterapia, la valutazione della eventuale presenza di blocchi miasmatici. Per questo è così importante nella visione di Spinedi il piano di cura che accompagna il paziente nel suo percorso. Non è sempre opportuno, infatti, anche se sin dalla prima visita appaia evidente il simillimum, somministrare tale rimedio al paziente che al contrario potrà essere somministrato anche dopo anni di terapia qualora siano più importanti altre valutazioni che emergono nel piano di cura. Lo stato generale del paziente, purtroppo, non sempre è correlato con la progressione della malattia tumorale.
Attraverso la valutazione oggettiva della misurazione quantitativa delle cellule circolanti del sangue positive agli antigeni delle cellule tumorali si può evidenziare come la reazione generale di miglioramento del paziente dopo simillimum non coincide necessariamente con la risposta sulla crescita tumorale. E’ come se nel paziente neoplastico ci siano contemporaneamente tre o più reazioni della forza vitale: la reazione del paziente, quella del tumore, quella dei farmaci che sono stati impiegati. Impostare quanto prima una terapia che miri a controllare la crescita neoplastica è fondamentale. In questo caso sono estremamente importanti i rimedi organotropici che vengono ampiamente descritti nel libro con la relativa materia medica estratta dalla letteratura omeopatica e con numerosi esempi di casi clinici basati sull’esperienza del dottor Spinedi nella clinica di Locarno come di altri omeopati del passato e contemporanei.
Un altro passaggio fondamentale del piano di cura è il cogliere il momento giusto per il passaggio tra il rimedio organotropico ed il rimedio costituzionale che garantirà una risposta duratura della terapia omeopatica e questo sarà possibile solo dopo aver tenuto sotto controllo la progressione della malattia con i rimedi organotropici.
Viene affrontato anche il tema della scala di dinamizzazione più opportuna da utilizzare per tali patologie. Pur non avendo preclusione verso le diverse dinamizzazioni che vanno sempre adattate al piano di cura impostato, tuttavia nelle fasi iniziali, come spiega il dottor Spinedi, si preferisce partire con le cinquantamillesimali da ripetere per lo più giornalmente. Le diluizioni LM permettono di avere una minore frequenza di aggravamenti e di poter valutare in tempi brevi la risposta al rimedio, pertanto sono la base della terapia in particolare nel caso dei pazienti che vengono ricoverati per un breve periodo presso la clinica di Locarno in cui si ha la possibilità di valutare direttamente la risposta alla terapia iniziale permettendo di avere una base salda da cui partire.
Successivamente nel corso della cura si potrà passare alla scala centesimale di Kent soprattutto con i rimedi costituzionali. Sulle dinamizzazioni LM sono riportate nel libro le raccomandazioni di Kunzli che nel periodo di collaborazione con Pierre Schmidt preparò personalmente seguendo la farmacopollasia della 6 edizione dell’Organon le dinamizzazioni LM iniziali dei principali policresti da cui tuttora si ricavano i rimedi con cui vengono trattati i pazienti che si recano presso la clinica di Locarno. Tuttavia si può sempre verificare che in alcuni casi le centesimali funzionano e le LM no o viceversa per cui non esistono schemi prefissati ma si deve adattare la prescrizione al piano di cura del paziente. Sulla reazione alla prima prescrizione è riportato nel libro un estratto del testo di Kunzli dalle lezioni effettuate agli allievi di omeopatia dell’Università di Zurigo in cui sono riportate e commentate le osservazioni di Kent dopo la prima prescrizione. Non manca nel libro un analisi dettagliata della valutazione miasmatica delle patologie neoplastiche che, secondo Spinedi, sono molto spesso sostenute dal miasma della sicosi.
A tal proposito viene riportata nel libro una esegesi di Kunzli sulla base delle opere di Hahnemann, Kent ed Allen con una vasta descrizione di tutti i sintomi della sicosi attraverso le sue diverse fasi a partire dai primi sintomi nella fase di latenza ampliando la descrizione di Hahnemann presente sul Trattato sulle Malattie Croniche ed aggiornandola con la valutazione delle molte infezioni non gonococciche ma con le stesse caratteristiche miasmatiche che al giorno d’oggi possono accendere la sicosi. Il ruolo della sicosi nelle patologie neoplastiche è anche testimoniato dalla storia personale riportata nel libro del dottor Patel, omeopata indiano, che essendo affetto da un sarcoma dell’avambraccio con metastasi polmonari venne guarito solo dopo che considerò la valutazione miasmatica del suo caso personale dopo aver notato che ogni qualvolta veniva operato il tumore si verificava la crescita di verruche.
I numerosi casi clinici di colleghi sia del passato che contemporanei riportati nel libro, costituiscono un notevole servizio alla comunità omeopatica permettendo una visione il più possibile ampia e senza pregiudizi delle possibilità delle terapie omeopatiche in questo difficile campo. Per quanto riguarda i casi veterinari fa molto piacere che siano stati riportati diversi casi clinici di Dodesini oltre che la casistica dei sarcoidi equini di Zanetti e Brancalion che evidenziano come anche in campo veterinario si possa affrontare la patologia neoplastica seguendo la legge dei simili. Pur non condividendo il metodo del dottor Ramakrishnan, inoltre, Spinedi riporta anche dei suoi casi come le annotazioni di alcuni rimedi organotropici del famoso omeopata che possono essere molto utili come dimostra il caso di Chelidonium trattato presso la clinica di Locarno riportato nel libro. In un campo difficile come questo ogni contributo può essere importante nella direzione della sconfitta di patologie così insidiose.
Un altro aspetto molto interessante che emerge dalla lettura del testo è il ruolo di Phosphorus come uno dei rimedi fondamentali nella cura del cancro come emerge in molti casi riportati. Nel piano di cura dei pazienti neoplastici spesso Phosphorus è un rimedio sul quale fare sicuro affidamento. Mentre nel passato era meno spesso utilizzato rispetto ad altri rimedi, come ad esempio Arsenicum album, al giorno d’oggi è sempre più frequente il suo utilizzo, nella esperienza clinica di Spinedi, in quanto nel decorso della malattia compaiono spesso sintomi che impongono la sua prescrizione. I motivi del suo più frequente utilizzo vengono analizzati in dettaglio da Spinedi evidenziando la sua presenza nei mitocondri, nelle basi azotate degli acidi nucleici, nelle membrane cellulari, nelle principali reazioni metaboliche oltre al fatto di essere in grado di trattare molti sintomi che hanno i pazienti che si sono sottoposti a chemio e radioterapia.
Sono comunque descritti nel testo in dettaglio gli altri rimedi utili per antidotare gli effetti collaterali delle terapie allopatiche. Come evidenzia la triste storia dell’ultimo capitolo del libro, inoltre, la collaborazione con la medicina allopatica deve essere uno dei futuri traguardi, come auspica Spinedi, ribadendo il ruolo centrale del sistema immunitario, che può essere sostenuto dalla omeopatia, nella guarigione dai tumori. Si può collaborare nell’interesse del paziente cercando nei tumori per i quali è riportata in letteratura una buona risposta alla chemioterapia, come afferma Spinedi, di raggiungere quell’equilibrio ideale tra la distruzione delle cellule tumorali e stimolazione del sistema immunitario il che -come dimostra un esperienza ormai decennale- può avvenire in modo meraviglioso grazie all’omeopatia. La necessità di accompagnare il paziente oncologico attraverso l’esperienza della malattia impostando un piano di cura che tenga conto delle molte variabili in gioco è comunque uno di principi basilari del libro.
Stabilire sin dalla prima visita un piano di cura adeguato permette di intravedere una serie di rimedi che potrebbero essere utili per il paziente per le diverse fasi della terapia permettendo di cogliere al momento giusto i sintomi di tali rimedi che appariranno nel corso della cura stessa. La guarigione da tali insidiose patologie dipende da molti fattori non ultimo la capacità di mettersi in gioco del medico che deve essere in grado di adattare il piano di cura durante il decorso della malattia.
Ringraziando la casa editrice Tecniche Nuove per avere pubblicato il testo di Spinedi che sicuramente sarà di ausilio per molti omeopati in questa difficile sfida abbiamo solo da lamentare la mancanza di un indice delle voci e dei rimedi alla fine del libro che auspichiamo possa essere inserita in una prossima successiva edizione.
--> Leggi il libro "L'Omeopatia in Oncologia. Accompagnamento e cura del malato oncologico" di Dario Spinedi