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L’omicidio di Luigi Tenco

Creato il 01 aprile 2011 da Tnepd

L’omicidio di Luigi Tenco

 

La morte di Luigi Tenco è stata definita (sul sito Misteri d’Italia) una delle indagini più demenziali e pasticciate mai svolte in Italia. Presentato, come molti altri casi simili, sotto veste di suicidio, è in realtà un palese omicidio.

Anzitutto una prima stranezza riguarda il foro d’entrata; la stranezza sta nel fatto che un calibro 7.65 a contatto, avrebbe spappolato il cranio e non fatto un semplice buco. L’altra cosa strana è che quel foro d’entrata non presenta micro-bruciature tipiche di un colpo d’arma da fuoco sparato a contatto (il suicida solitamente appoggia la pistola ponendola a contatto con la pelle).

Sono stati trovati residui di polvere da sparo sulla tempia destra, ma sulla mano che avrebbe sparato è stato trovato solo antimonio, di fatto rendendo il guanto di paraffina negativo e non positivo come attestano gli esiti della riesumazione nel 2006.

Tenco si sarebbe sparato un colpo in testa, con una PPK 7.65 (ma altre fonti indicano una Beretta calibro 22), in una camera d’albergo (la 219), ma nessuno ha sentito niente.

Alcune foto (vedi il video) mostrano che sul volto di Tenco ci sono ferite lacero contuse. Come se fosse stato picchiato. Una è addirittura dietro la testa. Questo in contrasto con il rapporto della polizia (anche questo ricorda molto il caso Manca).

Gli organi di PG giunti sul posto portano il cadavere all’obitorio senza effettuare i rilievi di rito. Di conseguenza il cadavere sarà nuovamente trasferito nella stanza d’albergo. Particolare curioso: la camicia di Tenco è bianca, linda, e nel secondo trasporto scompare la macchia di sangue che compariva sulla camicia la prima volta. Come se qualcuno lo avesse rivestito per l’occasione.

Il corpo di Tenco risulta sporco di sabbia in più punti. La circostanza è apparentemente inspiegabile, visto che aveva passato la serata al ristorante con amici e poi – secondo le ricostruzioni – si sarebbe diretto subito in albergo.

E poi il solito balletto di incertezze sull’ora della morte, ad oggi mai appurata, sulla posizione del cadavere, l’autopsia mai fatta, la prova del guanto di paraffina non effettuato. La solita storia. Il solito copione già visto in centinaia di casi: Cagliari, Gardini, Niki Aprile Gatti, Attilio Manca, di recente Stefano Anelli.

Infine, il biglietto lasciato da Tenco per spiegare la sua morte dice: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda “Io, tu e le rose” in finale e una commissione che seleziona “La Rivoluzione”. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.”

Il biglietto sarà giudicato autografo da una perizia, ma dopo oltre trenta anni (evidentemente i periti se la sono presa comoda e hanno analizzato una parola all’anno). In realtà alcuni esperti che conoscevano Tenco sostengono che la firma sia falsa e, come potete vedere nel video, pare che il biglietto sia stato artefatto. In effetti, comparando la firma del biglietto con quella del cantautore ne viene fuori un tratto completamente diverso. Da notare poi che Arrigo Molinari, il questore che all’epoca dette la notizia del “suicidio” di Tenco, telefonò all’Ansa, prima di essere giunto a fare un sopralluogo personalmente. Insomma, aveva già appurato il suicidio, senza aver mai visto il cadavere. Per sentito dire cioè.

Concludiamo con le parole usate dall’autore del video: La verità è che Tenco è stato ucciso sulla spiaggia e poi riportato nella stanza 219 dell’Hotel Savoy, ecco perché nessuno ha udito il colpo di pistola, ecco perché il corpo è stato immediatamente portato in obitorio e poi ritrasportato in camera (era improbabile come omicida), ecco perché gli hanno cambiato la camicia (era sporca di sabbia), ecco perché gli hanno nascosto i piedi sotto il cassettone (era necessario per non far vedere la sabbia sulle scarpe). In conclusione: quello di Tenco è stato un omicidio.

Resterebbe da capire il perché dell’omicidio. Il cosiddetto movente. Al riguardo può essere utile ricordare che secondo l’esperto di servizi segreti Aldo Giannuli, Tenco era stato indicato in una lista del Sifar come persona scomoda e sovversiva. Uno contro il sistema, insomma. Da eliminare. Come Rino Gaetano, come De Andrè, come Pasolini, come tanti altri di cui ancora neanche si sospetta che siano morti per altri motivi rispetto a quelli che le versioni ufficiali ci hanno riportato.

Aggiungo una nota finale. Il biglietto è stato artefatto non a caso, perché comparissero quelle “rose” nella giustificazione della morte; rose, che, unite alla data della morte, 27.1.1967 (la cui somma fa 33), danno la firma della Rosa Rossa.

Nota finale

Per approfondire il caso Tenco:

http://luigitenco60s.forumfree.it/?t=26753305

 

http://paolofranceschetti.blogspot.com/2010/12/lomicidio-di-luigi-tenco.html


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