L’on. Binetti e l’orgoglio di essere integralmente cristiana

Creato il 21 aprile 2013 da Uccronline

L’anticattolicesimo è l’ultimo pregiudizio socialmente accettato, ha detto lo studioso lo storico americano (laico) Philip Jenkins e lo si vede nel gioco mediatico: quando bisogna parlare male dei cattolici si passa a definirli “fondamentalisti”, “fanatici”, “estremisti” e “integralisti” ecc.

Anche i politici cattolici sono quotidianamente presi di mira, ma non tutti, solamente quelli coerenti con la loro coscienza. Nessuno, ad esempio, oserà mai dare del fondamentalista al cattolico Ignazio Marino, perché la sua posizione etica è completamente allineata al pensiero nichilista-relativista che va per la maggiore, e completamente opposta a quella di Papa Francesco. Marino fa parte di quei cattolici che -come ha spiegato il filosofo Giovanni Fornero- fanno finta che «non esista una posizione cattolica ufficiale sui temi bioetici». Invece, essendo il cattolicesimo diverso dal protestantesimo, «ciò che dicono i documenti – a cominciare dalle encicliche papali – non costituisce un optional o un particolare secondario, ma un dato di primaria importanza, soprattutto in un settore decisivo come quello della bioetica»

Lo sa bene Paola Binetti (UCD), psichiatra, membro dell’Opus Dei e tra i fondatori del Campus biomedico di Roma, da sempre denigrata sui media per la sua permanenza in una posizione scomoda in favore dei “valori non negoziabili” e del magistero della Chiesa cattolica. Una figura politica a cui tutti i cattolici, di qualsiasi schieramento, dovrebbero guardare con stima e gratitudine, così come a Maurizio Lupi e Eugenia Roccella (PDL), a Beppe Fioroni (PD), e a tanti altri di sinistra, di centro e di destra.

In una recente intervista per Panorama, la Binetti ha proprio parlato del suo ruolo in politica e della persecuzione mediatica a cui sono sottoposti i cattolici coerenti: «Sono a favore dei diritti di ogni individuo e contraria a ogni discriminazione. E dunque sono a favore dei miei diritti di cristiana e contraria alla mia discriminazione. Il pluralismo conformista non consente sconti a chi vive con coerenza la propria scelta di fede. È una tipica patologia dell’Occidente», ha spiegato. Come spiega l’intervistatore, l’ottimo Pierangelo Buttafuoco, sulla Binetti «c’è sempre qualcuno che ne chieda l’interdetto a causa della sua fede cristiana».

Il problema è spiegato benissimo da lei: «Quando si fa coincidere con l’affermazione dei principi la coerenza dei fatti, s’incappa nell’accusa di integralismo». La vera definizione di “integralista” è «quella di essere consapevoli dell’integrità di un’adesione alla fede in Cristo. La vera libertà è l’integrità. Sui temi etici e sui valori dobbiamo ancora scatenare tutte le risorse di libertà» e -come dice Benedetto XVI- “non c’è libertà senza verità”.

Il politicamente corretto non perdona chi ha posizioni scomode, i media -si pensi al modus operandi del Fatto Quotidiano-, continueranno ad interpretare appositamente male le sue affermazioni per farle dire ciò che non ha detto -come è avvenuto per sette anni con papa Ratzinger- tuttavia la Binetti ne è pienamente consapevole: «i cristiani, che vengono nei giorni della storia quali martiri e vittime sono “naturaliter” paladini della libertà. Questo 2013 sarà l’anno dell’editto di Costantino. Fino al 313 i cristiani non potevano uscire allo scoperto, non avevano basiliche e le chiese, come quella di Santa Prassede, erano case. Erano abitazioni private e Roma, la città che oggi ha più università fra tutte le città al mondo, ricca di sapienza, di scienza e di ragione proprio perché fruttificata dalla Chiesa, fino al 313 non poteva avere né un campanile né una chiesa. Chi viene da questa storia non può che desiderare la libertà per tutti e, se c’è ancora chi patisce l’oppressione ed effonde se stesso nel martirio, oggi, quello è il cristiano».


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :