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L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -21-

Da Nivangiosiovara @NivangioSiovara
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L'ONESTA' DEL MOLOCH (ovvero) Della beata nientitudine -21-Sì, ecco, mi pare di avervi detto, di passaggio, di come i miei genitori - ed ora per inciso preciso: come tutti i genitori di tutti noi arrivati ad una certa età - si vive a lungo in questo postaccio - fossero stati tutti ricoverati perchè andati un poco fuori di testa. Non voglio con questo dire che erano pazzi, ma che semplicemente il loro cervello non reggeva più - l'esistenza. - Sì, ecco, è la solita storia: un tipo raccoglie l'orologio che gli è caduto, tuuuuuutti quanti i pezzi gli si erano sparsi a destra e a manca, di qui e di là, gli erano rotolati giù dalle scale, c'aveva messo una settimana a ritrovarli tutti, gli rimane il dubbio che nonostante tutto manchi ancora qualcosa, ma tant'è, provare per provare, se decide a portare quel puzzle all'orologiaio. Ecco, l'orologiaio ha tempo da perdere e lo vuole rassicurare. Per farlo smonta una copia esatta di quell'orologio, pezzo per pezzo, contano e confrontano. Ecco, non manca niente, guardi, non si preoccupi, solo questa rotellina qui è un poco ammaccata, ma non c'è problema la sostituiamo in un 4e4'8, e, difatti, ecco, dopo aver rimesso ogni più piccola parte nel suo piccolo giusto posto l'orologio riprende a camminare con il cliente soddisfatto verso casa che si conta allegro i tic-tac e pensa: Torno, finalmente, a dominare il mio piccolo tempo. Questo perché l'ho detto? Certo, per il fatto che vi raccontavo, quello che la gente ad una certa età va fuori di testa in questo postaccio. Voleva significare, quest'edificante narrazione di cui sopra e della quale tra parentesi non ricordo già più nulla, voleva significare, dicevo, che la medicina di fronte ad una testa che non funziona più si mette a contarne i pezzi, ne stima i danni, li ripara e li ripone con grande delicatezza nel loro più adatto sito ed ecco qua... un cervello tutto nuovo che non riparte, al contrario dell'orologio. Non va. Non c'è niente da fare. Un fegato un pancreas una milza vecchi non si stancano soffrono o dispiacciono, s'ammalano e vengono sostituiti, quelli nuovi non vogliono sapere chi sono o dove stanno, non s'annoiano non si chiedono Che ci sto a fare io Qua? Io penso che sia perché la mente chieda riposo, così come dopo una lunga veglia il sonno, e così certamente accade fra le sue innumerevoli vite. Giunge difatti stremata di fronte ad una soglia dalla quale non può, non sa retrocedere ed attraverso alla quale non può penetrare. Si spegne, così, senza rimedio, per legittima difesa, per disperazione, in attesa anche tutto il resto la segua, mentre il corpo, impazzito, ma sano e funzionante, privo della propria guida rimbalza avanti e indietro senza requie. Questa credo sia la tortura capitata ai nostri vecchi e che per quanto ne so potrebbe anche star proseguendo. Ai nostri vecchi è successo, ma a noi - Imix, Kan, Ik ed Akbal - no.

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