Magazine Racconti
Adesso dovrei, forse, raccontarvi un pò di questo posto. Non di questo in cui mi trovo ora, ma di quello dove mi trovavo allora. Allora quando seguivamo le cacche, intendo dire. Vi ho già detto quanto fosse nebbioso. Ma di certo non sono riuscito a farvene una vera idea. Era così fitta, questa nebbia, che quasi nessuno ha potuto vedere in vita sua la cima di un albero qualsiasi, senza arrampicarcisi. Non è che tutti si mettono a scalare piante solo per il gusto di vederne la cima, senza poi sapere per certo che esiste, una cima, e non sia tutto un sentito dire. Oppure perché andare fin lassù senza nessun panorama da ammirare? Qualcuno, per dirla tutta, sosteneva che al di sopra del quattordicesimo piano, la nebbia tendesse a diradarsi e a sparire. Ma comunque, fosse pure vero, da lassù che avremmo visto, se non sempre solo nebbia? Ammetto però che questa nebbia un vantaggio ce l'aveva: viaggiare era praticamente impossibile, già arrivare in piazza era un miracolo della memoria: 37 passi dritto, 51 a destra, ancora 563 passi dritto, col rischio perenne di cadere nel giardino di qualche sconosciuto col forcone, o, peggio, di cadere sul forcone di qualche sconosciuto nel suo giardino. Questo vantaggio, derivante dall'estrema difficoltà dello spostarsi, faceva sì che la nostra piccola terra divenisse sconfinata. D'altronde non è infinito anche l'universo finché non l'hai solcato in lungo e in largo? e non è forse incalcolabile il numero delle stelle finché non le hai tutte contate? e non è forse eterno tutto questo, se non fosse che il tempo è nato con esso? D'altra parte, la nostra terra potevamo considerarla effettivamente sconfinata, dacché non avrebbe avuto nessun senso porre delle frontiere. A che scopo? Nessuno mai sarebbe partito, da nessuna direzione, per cercarle, per oltrepassarle. E così era facile provare un forte senso di fratellanza verso tutte le altre persone del mondo. Benché nessuno le abbia mai viste. Ma presumiamo che si sia sempre andati d'accordo. La piazza, quadrata, era circondata su tre lati da un porticato e sul quarto si affacciava il sagrato della vecchia chiesa in disuso. Beh, qualcuno ancora c'andava, anche se non si sa bene a fare cosa. Voglio dire... il cristianesimo era già roba morta e sepolta (ma tuttora non risorta) quando ancora eravamo piccoli noi. C'erano altre superstizioni, altri culti che davano più soddisfazione. Non voglio dire che non faccia piacere pensare che ogni tanto qualcuno si faccia crocifiggere per voi, ma alla lunga più che altro, finisci per sentirti in colpa. Anche perché io penso che il mondo da quando è morto Gesù non sia migliorato proprio per niente. E anche se ci ha mondati tutti da qualche orribile peccato perpetrato dai due idioti dell'Eden, beh... comunque siam sempre qua che dobbiam "andare e moltiplicarci", no? Sarà questo, sarà la nebbia che ci rende inviso il cristianesimo. La nebbia che ci fa "restare e separarci".
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