Leonardo Chiariglione è noto in tutto il mondo come colui che ha progettato, sviluppato e diffuso i protocolli MP3 e MPEG.
Come è noto sono standard di compressione dati che spezzettano una registrazione audio/video in modo tale da ottenere un risultato informatico che, mantenendo una qualità accettabile di suono e immagine, riducono drasticamente la dimensione dell’oggetto finale e permettono la sua distribuzione anche attraverso connessioni su bande dati limitate.
Nel 2013 l’aritmetica ci dice che sono trascorsi 25 anni dall’inizio di una ricerca che ha rivoluzionato il modo di fruire, produrre e vendere contenuti di intrattenimento, trasferendo dall’analogico al digitale la quasi totalità dei contenuti musicali, fotografici e video.
Oggi il network che fa capo a lui ha presentato un nuovo standard che si prefigge l’obiettivo, oggi come 25 anni fa, di impedire che la fruizione dei contenuti diventi una leva stragegica per pochi grandi monopoli, dotati di ingenti risorse economiche e organizzative.
Il mobile è il nuovo Mondo di un nuovo mondo, Internet, che è diventato repentinamente vecchio.
Le applicazioni per il mobile sono la recente e attuale modalità del mercato informatico e impattano con i sistemi proprietari di poli di costruttori di device come iOS e Android, Apple e Google.
Ho incontrato Leonardo Chiariglione nel tempio, molto sabaudo, dell’I3P, che con una formula metamatematica, definisce l’Incubatore Imprese Innovative del Politecnico di Torino.
In questa struttura ha sede la sua azienda, WimLabs, dove mi accoglie insieme ai suoi collaboratori, tutti immersi nel ristretto spettro dei monitor pavillon di notebook linux. Perchè tutto, nel limite del posssibile, è rigorosamente open source, a cominciare dalla filosofia che ha animato alle origini il Digital Media Project, che ha appena dato alla luce il nuovo standard OCTV ( Open Connected TV ) come mi faccio spiegare da lui.