L’opera galleggiante che dà il titolo al primo romanzo di John Barth è un barcone su cui si svolgono spettacoli, uno slegato dall’altro, senza alcuna linea comune se non l’intrattenimento. L’unica specificità è che gli spettacoli si svolgono mentre il barcone naviga sul fiume. Dalla riva la gente vede solo uno spezzone di spettacolo: insomma, dalla riva non ci si capisce nulla.
Infatti io dalle prime pagine non ho capito nulla: è una continua digressione, si parla di amante, avvocati, guerra, vecchiaia, barche, tutto sulla corrente dei pensieri del protagonista. Quando gli viene in mente qualcosa, la racconta, oppure torna indietro a spiegare un dettaglio che non c’entra niente con la storia.
E poi c’è la mancanza di emotività. Voluta, credo.
Sia quando il protagonista viene minacciato di morte, quando viene sedotto dalla moglie del miglior amico, quando racconta del padre che si è impiccato… Todd Andrews non prova né amore né odio né tristezza… curiosità sì, solo quella.
E’ un modo per dire come la vita ci passa davanti e noi non ne comprendiamo il senso?
Forse sto cercando metafore dove non ce ne sono?
Boh. io sospendo la lettura a pagina 98 (su 251).
Ultimamente fatico a trovare romanzi coinvolgenti.
Forse mi sto ammalando…