di Valentina Di Cesare
Il 2013 sarà decisivo per l’Iran, secondo Mariam Rajavi, leader del Consiglio Nazionale di Resistenza Iraniano, che ha riunito a Villepinte, alle porte di Parigi, decine di migliaia di esuli. “Nonostante la repressione, la primavera iraniana è sempre viva”, ha detto la leader del movimento più rappresentativo dell’opposizione iraniana all’estero.
آزادی
In lingua persiana si pronuncia “azadì” e vuol dire libertà. Il 23 giugno scorso, a Villepinte, nell’immenso Parc des Expositions di Parigi nord, centinaia di migliaia di iraniani ne hanno ricordato l’importanza, perché l’Iran venga presto liberato dal crudele regime teocratico dei mullah, e diventi finalmente un paese democratico. Da qualche anno ormai, il consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana si fa promotrice di un raduno che probabilmente non ha precedenti nella storia dei vari gruppi di resistenza politica presenti sul territorio mondiale. Il meeting di Parigi è una sorta di rituale che va rispettato, e che raccoglie al suo interno membri e simpatizzanti della Resistenza Iraniana, quella Resistenza che deve la sua attività e i suoi risultati, alle migliaia di iraniani costretti a lasciare il proprio paese tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80 (dopo la deposizione dello Scià, la rivoluzione khomeinista e ai primi mesi del conflitto Iran-Iraq) .
Un’organizzazione capillare quella di Villepinte, con un sistema di sicurezza all’altezza del rischio. Metal-detector obbligatori per ogni partecipante (si stima ci fossero circa 100mila persone), un ingresso separato era riservato alla comunità iraniana proveniente dalla Germania, perché davvero molto numerosa. Ma le comunità persiane in Europa sono molte: si pensi all’Olanda, all’Inghilterra, alla Norvegia, alla Danimarca, alla Francia. Erano tutti a Parigi il 23 giugno, con le loro famiglie, con i loro amici, iraniani e non. Alle 15:00 la Convention ha inizio: il Parc des Expositiòns è completamente addobbato di viola, il colore della Resistenza Iraniana e ogni sedia per ogni partecipante è dotata di una cuffia, per ascoltare nella propria lingua i discorsi degli ospiti internazionali arrivati a Parigi a sostegno della Resistenza. Bandiere, cori, musiche e slogan hanno accompagnato l’inizio del meeting e l’ingresso della Presidentessa Eletta della Resistenza Iraniana, Maryam Rajavi, che ha aperto il raduno, ricordando i grandi risultati raggiunti dall’impegno e dal lavoro costante della Resistenza Iraniana, che ha otttenuto così la fiducia e l’appoggio di esponenti politici provenienti da tutto il mondo.
La Radjavi ha rivolto il suo saluto e il suo pensiero agli abitanti del Campo di Ashraf, cittadina situata nella provincia iraqena di Diyala, a 70 km a nord di Baghdad e al confine con l’Iran; prima degli ultimatum ingiusti da parte del governo iraqeno, il Campo e i suoi abitanti godevano dello “status di extraterritorialità”, negatogli arbitrariamente dal Governo iraqeno che ha messo in atto sulla zona attacchi irragionevoli, causando morti e feriti e costringendo parte degli abitanti al trasferimento in un’altra struttura, Camp Liberty. Il tutto senza avere alcuna cura della Quarta Convenzione di Ginevra. Più di un milione di cittadini iraqeni, il Parlamento europeo, il Congresso statunitense, più di 4000 parlamentari, comprese le maggioranze parlamentari di 30 paesi, hanno espresso chiaramente la propria contrarietà e il proprio sdegno nei confronti della azioni arbitrarie del Governo iraqeno, e lo ha ribadito la Rajavi durante il suo discorso a Parigi, affermando che nessun tentativo, nessun abuso potrà fermare l’OMPI ( Mujaheddin del Popolo Iraniano).
Insieme a Maryam Rajavi molti esponenti della politica mondiale hanno preso la parola, ricordando agli abitanti di Ashraf e agli iraniani tutti, privi di libertà e strozzati da un regime violento e antidemocratico, che sempre più al mondo intero sono note le atrocità del regime, e che sempre più Stati appoggeranno la causa dell’OMPI. Emma Bonino, Ingrid Betancourt, Tasha de Vasconcelos, Elisabetta Zamparutti, Antonio Stango, Rudolph Giuliani, Struan Stevenson, Alejo Vidal-Quadras, solo alcuni dei nomi che hanno preso parola e partecipato al dibattito internazionale sulla situazione politica e umanitaria degli iraniani, senza dimenticare il gran numero delle delegazioni provenienti dal Medio-Oriente e dall’Africa: Palestina, Siria, Costa d’Avorio, Tunisia, Marocco e molti altri. L’operato della Resistenza ha raggiunto in questi anni risultati eccellenti: l’OMPI è riuscita ad ottenere la fiducia dei maggiori rappresentanti politici mondiali e gode dell’appoggio di molte istituzioni. E’ stata poi rimossa dall’elenco delle Associazioni Terroristiche dall’Unione Europea, mentre la Corte d’Appello del distretto di Washington, ha dato 4 mesi di tempo al Dipartimento di Stato Americano per eliminare l’OMPI dalla lista delle organizzazioni terroristiche, altrimenti sarà il tribunale stesso a farlo.
Sempre più deputati del Congresso Americano e del Dipartimento di Stato si stiano schierando a favore dell’OMPI, specialmente dopo aver visitato il Campo di Ashraf. Della Resistenza iraniana si continua a parlare molto poco, almeno in Italia, e i motivi non sono difficilmente comprensibili. La stampa estera invece, in particolare in quei paesi in cui la comunità iraniana è molto numerosa e assolutamente integrata nel tessuto sociale, dà molto risalto all’argomento che coinvolge e incuriosisce sempre più persone. La resistenza iraniana possiede invece canali di comunicazione molto ben organizzati: una tv satellitare e molti siti di news online aggiornati 24 ore su 24, tradotti rispettivamente nelle maggiori lingue europee.
E’ possibile vedere le altre immagini del meeting internazionale della Resistenza Iraniana, direttamente cliccando su questo link.