Oggi è iniziato il processo contro Berlusconi, noto anche come processo «Ruby», o «Rubygate». In aula non c’era l’imputato, il Premier. A quanto è dato sapere, non si dovrebbero costituire in qualità di parti civili nessuna delle presunte vittime, tra cui la ragazza marocchina. Il Giudice, dal suo canto, trattandosi di un’udienza di smistamento, ha rinviato ad altra udienza (31 maggio). Di fatto, oggi non vi è stata alcuna attività processuale, e i giornalisti sono rimasti a bocca asciutta, seppure ormai il danno mediatico era stato fatto. Del resto, credo si sapesse già da parecchio che in quella di oggi non vi sarebbe stata polpa per gli squali.
Intanto, ieri, la Camera ha detto sì al conflitto di attribuzione, proprio sul caso Ruby. Il quesito sul quale si fonda la decisione del Parlamento è questo: per i reati contestati a Berlusconi, la competenza è o no del Tribunale dei Ministri? Per la maggioranza in Parlamento la risposta è positiva, per l’opposizione, prevedibilmente, è negativa, seppure con un evidente motivo: trattasi di Berlusconi e trattasi di un’evidente opportunità politica quella di lasciarlo in pasto ai magistrati di Milano.
Voglio però soffermarmi su alcune dichiarazioni che ho sentito in proposito. Dichiarazioni che mi fanno vergognare di vivere in un paese considerato «culla del diritto». E queste dichiarazioni riguardano proprio il conflitto di attribuzione. Ebbene, secondo l’opposizione, il Parlamento è andato oltre le sue competenze, o addirittura (PD), le feste di Arcore non hanno nulla a che vedere con l’interesse dello Stato. La più impressionante, però è questa e l’ha fatta Rocco Buttiglione: «Non ho trovato nessuna norma che attribuisca alla Camera il diritto di decidere sulla giurisdizione».
La dichiarazione di Buttiglione, che tutto sommato, riassume la posizione globale dell’opposizione, è profondamente deviante ed errata, poiché fa intendere che sia stata la Camera, con questo voto, a decidere a chi compete giudicare sul caso Ruby. La verità però è un’altra. La Camera ha semplicemente deciso di sollevare il conflitto. Sarà la Corte Costituzionale – e dunque un giudice – a stabilire a chi spetti la giurisdizione, e dunque in ultimo il potere di attribuzione sulla valutazione di un reato ministeriale. Del resto il «conflitto di attribuzione fra i poteri dello Stato» ha proprio questo scopo: chiedere al giudice della Costituzione a chi spetti dire l’ultima parola sul caso «Ruby». Il che comporta che quello che dirà la Corte Costituzionale sarà vincolante tanto per il Parlamento quanto per i giudici ordinari.
Invece, a sentire l’opposizione si è consumato un misfatto costituzionale. Parrebbe quasi quasi che Berlusconi abbia calpestato la Costituzione e le prerogative dei magistrati. E io mi chiedo dove. In verità è più che legittimo che là dove vi siano dei dubbi in ordine all’attribuzione dei poteri, venga sollevato il relativo conflitto. Fa parte dei meccanismi democratici, o no? Anzi, in questo modo, per il futuro, se mai dovesse accadere nuovamente un simile fatto, ci sarà giurisprudenza che indicherà la via. Più democratico di così non si può.
L’opposizione dunque mistifica e devia, tentando di fare passare un altro messaggio. Che il conflitto di attribuzione sia stato sollevato per salvare Berlusconi dai processi. La verità è un’altra: se anche verrà investita la Corte Costituzionale, il processo ordinario davanti ai giudici di Milano andrà comunque avanti fino alla sua pronuncia. Perciò, è facile domandarsi in che modo Berlusconi sfuggirebbe ai processi, e dove sarebbe l’incostituzionalità o l’inopportunità del conflitto.
Gli effetti di questo meccanismo così poco conosciuto. Beh, sono assai semplici. Prima di tutto, fin che la Corte Costituzionale non è pronta a decidere, il procedimento davanti ai giudici di Milano andrà comunque avanti, che Berlusconi lo voglia o meno. Se poi la decisione di Giudici costituzionali sarà favorevole alla competenza dei Tribunali dei Ministri, tutto quanto fatto fino a quel momento dai giudici di Milano verrà cancellato e gli atti verranno trasmessi al Tribunale dei Ministri, e si inizierà da capo. Là dove invece il responso dei giudici costituzionali fosse sfavorevole alla competenza del Tribunale dei Ministri, beh… il processo contro Berlusconi, intentato dalla Procura di Milano davanti ai giudici di Milano, farà il suo corso.
Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235
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