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Questo è ciò che si chiedono alcuni studiosi indipendenti analizzando l'osso conservato nella sacristia della basilica di San Giulio. Tradizionalmente ritenuto l'osso di uno dei draghi cacciati dal santo egineta, il reperto è stato recentemente analizzato dall'equipe guidata dal professor Pietro Scepe dell'Istituto di Criptozoologia e Tecnologia Umanoide dello Spazio (ICTUS)."L'osso non ha alcun punto di contatto con quelli degli animali terrestri. Si tratta di un'ulteriore conferma di una tesi che sostengo da tempo" ha dichiarato il professore piuttosto emozionato "che la comunità scientifica ha cercato inutilmente di tenere nascosta. Ora finalmente la verità viene a galla."Ulteriori aggiornamenti si attendono dal convegno internazionale che il professo Scepe intende organizzare per il mese di maggio a Pettenasco.Stay tuned.