Oscar Giannino vorrebbe rientrare a Radio24 dove conduceva un seguita trasmissione, ma il C.d.R. (Comitato di redazione) si oppone. Giudica il rientro inopportuno.
La storia di Giannino é nota. Leader della lista "Fare per fermare il declino", aveva fino a una settimana prima del voto buone possibilità di entrare al Parlamento con altri del suo simbolo. E' incappato in uno scivolone madornale, quando ha dichiarato, e non é vero, che era laureato e aveva fatto un master in economia negli Stati Uniti. Aveva, invece, dato qualche esame all'Università e seguito un corso di inglese all'estero. Da una persona intelligente come lui, non me l'aspettavo un bugia così pacchiana. Ma le risorse degli intelligenti sono molte, anche negative. La scoperta del falso l'ha costretto alle dimissioni. I probabili elettori si sono allontanati verso altre direzioni, assieme a suoi fidati collaboratori. Risultato: il partito non ha raggiunto la soglia minima per entrare al Parlamento.
Andato male in politica, Giannino vorrebbe riprendere il suo precedente lavoro di giornalista economico. L'editore e il direttore della testata hanno dato il loro assenso. Il C.d. R. si é opposto, come abbiamo detto.
L'opportunità che lui non rientri a fare il giornalista come prima, non si capisce dove poggi. Per scrivere non é necessaria la laurea. Si può scrivere bene e di cose interessanti senza essere laureati. Il titolo di studio non garantisce che il laureato ne sappia più di chi non lo é. Nei tempi recenti, in Italia, abbiamo avuto fior di scienziati e scrittori che non erano laureati. Guglielmo Marconi non era nemmeno diplomato. Alberto Moravia aveva la quinta ginnasiale. Italo Svevo era Ragioniere. Gabriele D'annunzio non finì l'Università, Grazia Deledda aveva la quinta elementare ecc.
Il titolo di studio serve ai mediocri per avere soprattutto un incarico pubblico, dove un non laureato, che potrebbe essere migliore, non può andare. Il moralismo che mostra il C.d.R. di Radio24 ha molto a che vedere con la mediocrità umana, che preferisce essere protetta da medaglie e titoli piuttosto che mostrare sul campo il suo valore o demerito.
Spero che l'editore e il direttore non vogliano sottostare al niet del C.d.R. Ne hanno il potere, anche se entreranno in frizione con il sindacato aziendale. Se dimostrano la loro indipendenza, reintegrando Giannino, mostrano di essere persone serie, che badano più alla sostanza che all'apparenza. Se, invece, accetteranno l'imposizione del sindacato aziendale si mostreranno deboli e incapaci di decisioni proprie.
A ognuno deve essere chiesto se sia capace di fare quello che é chiamato a svolgere. A un giornalista non si può chiedere altro che fare il giornalista. Giannino ha dimostrato da molti anni di saperlo fare bene. Se ha sbagliato per aver detto una bugia sul suo curriculum durante la campagna elettorale, é stata punito con la non elezione. Se sa fare il giornalista, che gli si faccia fare.
Leonardo Agate