Al pari di San Valentino l'otto marzo riesce a farsi odiare in maniera decisamente originale ogni anno.
All'approssimarsi del mese ed anche solo a vedere un grappolo di pepite gialle sul ramo di una mimosa orde di ragazzine inferocite, forse alle prime armi contro l'irritabilità preciclo e desiderose di sentirsi e dimostrarsi donne, aizzano i loro compagni di scuola ad una guerra tra sessi all'ultimo sangue dove le più forti, ovviamente, saranno loro. Gruppi di femministe assatanate di vendetta e voglia di rivalsa contro l'odiato testosterone oppressore si riversano tra le strade delle città ma anche dei paesini (vedi il mio) brandendo il cartellone di "Power to pink" ed altre amenità simili, vomitando addosso a chiunque le incontri "non sono fatta per stare in cucina" e "la scopa ficcatela in quel posto, lurido sessista". Compagini di anziane che rinfacciano ai loro uomini torti subiti fin dall'antichità e posizioni di mater familias nelle quali sono state recluse e castigate incrociano braccia reggenti mestoli di legno grondanti sugo dorato.
Ora.
"Io sono donna tutti i giorni, non solo l'otto marzo" è uno slogan bellissimo che mi viene in mente tutti gli anni di questi tempi e che recito come un mantra ogni qual volta vedo una mimosa in fiore. L'idea di usare questo giorno per parlare della violenza contro le donne condannandola ha un sapore di genialata che mi spinge ogni volta a congratularmi idealmente - e con grandi strette di mano - al suo ideatore. Il fatto che le donne non debbano essere relegate in cucina con la scopa in mano "perché questo è il loro compito" è qualcosa che fa parte di me nella mia più intima natura come il potere di generare un figlio.
Però, come quando mi trovo davanti ad ogni tipo di eccesso, rifiuto queste manifestazioni estremiste contro l'otto marzo. Sinceramente le trovo ridicole, prive di un senso, sguaiate e false. Le trovo esternazioni di donne che devono per forza essere donne moderne, donne che se non hanno la 24 ore in mano e non spazzano casa non sono donne, donne che litigano con altre donne perché piace loro fare la calza.
E' che secondo me tutto, come sempre, si riconduce al voler fare una cosa oppure al non volerla fare.
Picture by Sylia
Ci sono donne a cui piace prendersi cura della casa, della famiglia, a cui piace cucinare o ricamare e non per questo devono essere necessariamente emarginate o "salvate dal lavaggio del cervello fattole dall'uomo malvagio". La condanna all'uomo malvagio sta, per me, nel momento in cui si costringe una donna a ricoprire il ruolo tradizionale di donna perché altrimenti non è degna di essere chiamata tale allo stesso modo in cui dev'esserci una condanna alla donna malvagia laddove costringa la sua consimile ad allontanarsi dalla cucina alla quale è affezionata. Non nego che vi siano donne "costrette" a rimanere fedeli al loro ruolo di moglie e madri anni '50 per la paura di venire abbandonate ma non necessariamente tutto loro sono vittima di qualche bieco ricatto maschilista. Anche perché poi il nove marzo la maggior parte delle femministe inferocite si farà portare in giro dal proprio uomo, dipendenti da lui per non aver avuto il coraggio di prendere la patente e si lagnerà del fatto che non è capace di cucinare un uomo al tegamino.
L'unica cosa di veramente "sessista" che trovo nella festa della donna è il fatto che non ci sia la festa dell'uomo dove si regalano mazzi di cravatte; in ogni caso rimane per me una festa pari a quella della mamma o del papà: i genitori rimangono tali in tutti i giorni dell'anno, non hanno questo ruolo solo a maggio o a marzo eppure intorno a loro non c'è tutto questo chiasso. Più che abolire queste ricorrenze le trasformerei in qualcosa di più intelligente: la giornata mondiale contro la violenza sulla donna e le giornata mondiale contro la violenza sui bambini; eventi che già esistono ma che non sono ricordati altrettanto bene come i giorni sopra citati.
Insomma, secondo me non esistono modi esatti di essere donna o uomo; non esistono ruoli da ricoprire per poter essere "giusti", "adeguati", non esiste tutto questo: esistono solo persone a cui piace o non piace fare determinate cose e calcare o meno determinate scene.
Tutto il resto è noia.