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L’ultima antesignana della Coppa dei Campioni

Creato il 20 febbraio 2014 da Calcioromantico @CalcioRomantico

Come si faceva un tempo a parlare di squadre di club imbattibili se non c’era neanche la Coppa Campioni? Questa è la giusta domanda da porsi se si vuole guardare al passato con una prospettiva distorta e cercare in esso trofei da equiparare a quelli ufficiali che ormai dagli anni sessanta del secolo scorso decidono il club campione d’Europa, quello campione del Sud America e così via.
La Coppa Van der Straeten-Ponthoz, il Torneo della Stampa Sportiva, poi divenuto Lipton Trophy, la Coppa Dupuich, la Coppa dell’Europa Centrale (meglio nota come Mitropa Cup) possono essere considerate a vario titolo antesignane delle attuali coppe europee, ma ad esse non può essere certo data ex post la facoltà di conferire il titolo di club più forte d’Europa o, peggio ancora, di club più forte del mondo.[1]

coppa latina
L’ultima delle coppe che soffre di questa limitazione è forse la coppa che più meriterebbe di essere considerata una Coppa Campioni ante litteram per la qualità delle squadre che vi hanno partecipato e che l’hanno vinta: la Coppa Latina, torneo che venne organizzato, con cadenza annuale, dal 1949 al 1957.
La coppa si svolgeva a fine stagione e soltanto nel 1954, vista la contemporaneità dei mondiali svizzeri, la manifestazione non si tenne. Fu istituita dalle federazioni italiana, spagnola, francese e portoghese (la UEFA sarebbe nata solo nel 1954) e sorpassava idealmente la Mitropa Cup nel progetto di mettere di fronte le formazioni più forti del calcio europeo. Negli anni Cinquanta, infatti, non era più l’Europa centrale-danubiana a produrre il meglio del calcio continentale, bensì la zona latina.
La concorrenza-concomitanza con la Coppa dei Campioni durò solo due anni. La volontà unificatrice del segretario UEFA Henri Delaunay determinò dopo l’edizione del 1957 l’ideale confluenza della Coppa Latina nel ben più prestigioso torneo continentale

Alla Coppa Latina erano invitate le squadre campioni di Italia, Spagna, Francia e Portogallo, anche se molto spesso le prime classificate dei campionati in questione davano forfait e venivano rimpiazzate.[2] Si giocava a rotazione in uno dei quattro paesi. Il meccanismo era molto semplice: due semifinali in gara unica, le perdenti si affrontavano nella finalina per il terzo posto, le vincenti si contendevano la prima piazza. In caso di parità c’era la ripetizione dell’incontro. Con cadenza quadriennale, inoltre, si proclamava la nazione vincitrice. In ogni edizione, infatti, la squadra che si aggiudicava la coppa dava quattro punti alla propria nazione, la seconda ne dava tre e così via. Questa sfida fra nazioni incoronò la Spagna sia nel periodo 1949-52 che nel 1953-57.

Quattro le formazioni italiane ad aver preso parte alla manifestazione: Torino, Lazio, Juventus (una sola volta ciascuna) e Milan (per ben 5 volte). I rossoneri, tra l’altro, furono l’unica squadra italiana ad aggiudicarsi il trofeo e in due occasioni (nel 1951 e nel 1956). Il Torino post-Superga si piazzò, invece, terzo nel 1949, la Lazio quarta l’anno dopo, la Juventus terza nel 1952. Infine il Milan, oltre ai due successi citati, ottenne un secondo posto nel 1953 e due terze piazze nelle edizioni 1955 e 1957.
Riserviamo alle due vittorie rossonere un articolo a parte, benché esse appartengano formalmente a due quadrienni distinti, e riassumiamo in questa sede quanto accadde nelle altre sei edizioni della Coppa Latina.

barcelona 1952
Protagonista nel periodo 1949-1952 fu il Barcellona. Dopo aver battuto 2-1 lo Sporting Lisbona in finale nella prima edizione disputata in Spagna, trionfò nel 1952 in terra francese sconfiggendo 4-2 la Juventus in semifinale e 1-0 il Nizza in finale e divenne la prima squadra a vincere la Coppa Latina in terra straniera. Gli attaccanti César e Basora e il difensore Seguer gli unici blaugrana presenti in entrambe le edizioni. László Kubala l’asso che guidò il Barcellona alla vittoria nel 1952. Una stagione trionfale, quella 1951/52. Il “Barcelona  de las Cinc Copes”, per dirla in catalano, vinse tutto in patria -Liga, Coppa del Generalissimo (ovvero la Coppa del Re) e, senza neanche giocarela, la Coppa Eva Duarte, una sorta di Supercoppa di Lega- e batté nella Coppa Martini Rossi 5-2 i tedeschi del Kickers Offenbach.

L’edizione del 1950 vide invece l’unico trionfo di una squadra portoghese, il Benfica, al termine di una doppia finale lunghissima contro il Bordeaux. L’unica vittoria francese fu quella dello Stade Reims nel 1953. In finale la squadra che avrebbe conteso al Real Madrid la prima Coppa dei Campioni travolse il Milan 3-0 grazie a due gol di Raymond Kopa e uno di Méano. Proprio le merengues si portarono a casa le restanti due edizioni. Nel 1955 sconfissero  al Parco dei Principi in semifinale 2-0 il Belenenses e con lo stesso punteggio lo Stade Reims. Nel 1957, infine, un gol di Di Stefano permise al Real di battere il Benfica e di aggiungere la seconda e ultima Coppa Latina alla seconda Coppa dei Campioni, vinta meno di un mese prima sempre al Santiago Bernabéu. Il modo ideale per rendere la scomparsa di una coppa ancor più impercettibile.

federico e roberto

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[1] Il West Auckland, vincitore del Lipton Trophy nel 1909 e nel 1911, si fregia del titolo di primo campione del mondo
[2] Ciò accadde nel 1950 quando la Juventus, priva di numerosi campioni per la concomitanza dei mondiali brasiliani, rinunciò. Lo stesso, e per le medesime ragioni, fecero anche Milan e Inter, rispettivamente seconde e terze. Alla coppa partecipò quindi la Lazio giunta quarta in campionato.
Nel 1951 i campioni di Francia del Nizza preferirono la contemporanea Copa Rio, organizzata dalla Federazione Brasiliana; furono sostituiti dai vice-campioni del Lilla.
Due anni dopo furono Inter e Barcellona a declinare la partecipazione. Al posto dei nerazzurri si presentarono i cugini del Milan (vista l’ulteriore rinuncia della Juventus), in sostituzione dei blaugrana fu chiamato il Valencia. Nel 1955 fu la volta del Benfica che cedette il diritto alla partecipazione ai concittadini del Belenenses. Infine, la stagione successiva, la Fiorentina preferì prendere parte alla nuova Coppa dei Campioni (giungendovi peraltro seconda) e lasciare l’organizzazione del torneo al Milan; lo stesso fece il Porto, sostituito dal Benfica.


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