Un viaggio fotografico di immagini e realtà lungo la Via della Seta
Immagini, suggestioni, interrogativi. Meraviglia. E’ un viaggio e ritroso nel tempo, ma senza tempo, quello che ci racconta la mostra “L’ultima carovana sulla via della seta” ospitata ai Mercati di Traiano dal 15 febbraio al 15 aprile 2012.
Attraversare la Via della Seta con una carovana di cammelli. Un’idea – dice il capo carovaniere Arif Aşçi – apparentemente impossibile, ma l’unico modo per sentire concretamente il peso della storia dentro di noi.
E da un viaggio a dorso di cammello nasce questa esposizione, organizzata nell’ambito della Biennale Internazionale di Cultura Vie della Seta, evento realizzato grazie alla sinergia tra il Ministero degli Affari Esteri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale. La mostra è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali, con la collaborazione del Ministero della Cultura e del Turismo della Repubblica di Turchia, dell’Ambasciata della Repubblica di Turchia in Italia e dell’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia. I servizi museali sono di Zètema Progetto Cultura.
La Via della Seta, una delle aree comuni del patrimonio culturale dell’umanità lungo cui viaggiavano religioni, scoperte e credenze. La Via della Seta che iniziava in Cina e si sviluppava verso l’Europa. La Via della Seta, che si intersecava con città storiche come Samarcanda, Istanbul e Roma, ed è stata una solida base per il dialogo interculturale che anche oggi si cerca di sviluppare.
E proprio dalla lettura dei grandi viaggiatori del passato e dalla consultazione di tutti i libri scritti sulle Vie della Seta, prende avvio questo progetto. Per oltre un anno, i viaggiatori hanno segnato sulle mappe le vie da percorrere, cercando di capire perché i cammelli a due gobbe – quelli asiatici – siano più resistenti dei dromedari, o quale sarebbe stata la stagione più adatta per attraversare il deserto di Gobi e Taklamakan.
Ha quindi inizio il viaggio, diciotto mesi tra il 1996 e il 1997, durante i quali i moderni carovanieri, partendo dalla Cina per arrivare ad Istanbul, hanno percorso trenta chilometri al giorno per un totale di dodicimila, dormito in tenda, nutrito cammelli con piante del deserto, senza bisogno di macchine o trucchi ma solo con l’emozione del corpo e del pensiero.
Circa novanta foto documentano la scientificità ma anche la magia di questo sogno: i volti dolci e pieni delle ragazze di Tajika, i mercati con il loro mare fluttuante, quasi ipnotico, di sete rosse, le ombre dei carovanieri proiettate sulla sabbia del deserto, i templi buddisti o l’ingresso superbo a Samarcanda.
Lo spirito dei viaggiatori di allora è tornato a rivivere in queste immagini, anche se sono solo una piccola sintesi di ciò che i moderni carovanieri hanno visto e vissuto nel susseguirsi dei giorni. Ma sono sufficienti per far nascere in chi le guarda il desiderio di affidare i propri beni al dorso di un cammello, affrontare le piste del deserto e perdersi nella Via della Seta.