Ahi serva Italia,
Bad and breakfast di dolore,
Che gran bordello,
Mi si stronca il cuore
Se le case parlassero e i palazzi volassero
Allora gli aereoplani scoprirebbero il guaio
D’esser fatti di acciaio…
Avessi l’ali e fossi un rondinino,
Avessi l’ali per librarmi in cielo…
Ci avevo l’Alitalia traballante,
Se n’è volata via con il contante
Se n’è volata via lontan da me,
Ché non c’avevan due per fare tre
Pensiam di risanarla presto e bene,
Parecchio si discetta se conviene
Far questo o quello oppur quell’altro ancora
Siam nella cacca e non se n’esce fora
Immersi sino al collo e a profusione,
Fece Alitalia auto-tarpazione
Ahi serva Italia,
di contratti a ore,
pensi il futuro
e ti spaurisce il core
Parliam del treno, mezzo di trasporto
Più romantico assai dell’aeroplano,
Anche sulle rotaie tutto è torto,
Qualcuno va persino contromano.
Le nostre ferrovie, son rinnovate,
Divise nuove addosso ai controlli,
Verdi, son verdi, sono poi firmate,
Sui treni regionali che dolori …
Il viaggiator? L’appellano clientela
Pur c’è la Tav, ma la vecchia tela
Delle strade ferrate nazionali,
Mostra l’ordito dei suoi antichi mali
Il pendolare dalla faccia smunta,
La studentessa col bellico all’aria,
Il ragazzetto colla testa unta,
Il pensionato… gente molta e varia…
E l’immigrata, la pezzola in testa,
Con due figlioli appesi ad ogni seno,
Tutti ingabbiati fitti sopra il treno,
E tutti avvolti da uno stesso odore,
Tale da far rimpiangere il vapore
E la toilette? Resta una latrina,
Com’era ai tempi della Littorina
Ahi Serva Italia,
Ahi, vecchio scarpone,
Io canto il mio lamento
Da coglione
Ma i mezzi di trasporto … lascia andare…
La società s’evolve, c’è il progresso,
Tutto diventa, tutto, virtuale …
E ciò che conta infine… è aver l’accesso
Alle reti … questo vale.
Diciam di reti dunque, miei signori,
Parliam di reti, pesci e pescatori
Santi, poeti, eroi, navigatori,
Manager, maneggioni e truffatori,
Affaristi, imbroglioni, mentitori,
Finanzieri, usurai, millantatori,
Evasori, spioni, truccatori
E chi più ne ha più ne metta, allora,
in questo immenso vaso di Pandora
Reti. Comunicazioni, televisione,
(Ora sì che è un bello gnocco!)
Programmi cialtroneschi, filmi visti,
E poi consigli, consigli per gli acquisti
L’era della scrittura, è morta, idem pel conversare,
O moribonda, è l’era del parlare …
E poi l’era dell’onda,
Fatti portar dall’onda, bella bionda…
Che te ne frega a te del congiuntivo
Se l’onda ti fa divo?
Internet? Cazzo, bello, bene bravo,
Forse anche senza cavo …
Navigare … accerta il corso e poi spiega la vela,
Invece di star lì, mattina e sera,
Oh quanti tempi persi, tempi iti,
Naufragio dentro a mille sciocchi siti
Pronto chi parla? Piange il telefono…
Non piange molto, solo un pochinino,
Non più telefono, or telefonino
Pronto chi spia, là dalla centrale?
Con le notizie che ci vuol fare?
Quali gli intrighi su questa fitta rete?
Pronto chi parla? Ma voi chi cazzo siete?
Siete i servizi? Servizio come e a chi?
Questo lamento mio finisce qui
Ahi serva Italia
Te la passi male
Misera e sola
In grande fortunale
Misera, sola e mesta
In gran tempesta
Ove non scorgi approdi
Io sarò fesso …
Spero ancora in Prodi
(fine dicembre 2007, mi pare)
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Franco Belli, Poeta ed Economista (Siena 11 Febbraio 1942 – Siena 6 Novembre 2012)