Come quando sfogli un vecchio album di foto e ripercorri quel viaggio meraviglioso fatto tempo fa o scivoli in un momento della tua vita cui non pensavi più. Se i ricordi commuovono con dolcezza quello che fa scintille sono le cose che non ricordavi per niente. Una frase, un dettaglio, le ore suonate da quel campanile in quel preciso momento: un lampo improvviso che trapassa il passato e si conficca lontano chissà dove.
Ecco com’è sfogliare queste pagine.
Mentre le cancello una ad una.
Si, lo so. Qualcuno lo trova incomprensibile, qualcun altro increscioso e qualcuno persino snob.
Per me è semplicemente necessario.
Così sono qui, sulle sponde del Fiume, che abbandono parole e racconti lasciandoli annegare tra i flutti.
Con una certa soddisfazione, devo dire, e a tratti un leggero dolore.
Il mio ultimo viaggio è stato lungo, bellissimo, complicato, doloroso, difficile, creativo, esagerato, imprevedibile. Ho spezzato la mia vita e l’ho ricomposta e poi l’ho lasciata da qualche parte e sono andata a cercarne un’altra. E poi un’altra. E poi è cambiato tutto di nuovo.
Una vita forse non mi basta, una è troppo poco.
Finito un viaggio ne inizia un altro.
Una sfida quando è vinta perde ogni sapore.
Una sfida persa vuol dire che bisogna migliorare. Faticare di più. Spingersi più lontano. Partire di nuovo.
Non sempre è necessario fare il vuoto dietro di sé ma ammetterete che quando si parte la casa resta vuota. Le persone che si salutano restano prive di una presenza familiare ed i paesaggi che si erano abituati all’esistenza di qualcuno devono rivedere il loro disegno, modificare le linee.
Insomma: partire è un po’ sparire, almeno per chi ci sta intorno. E’ una legge di natura e non posso farci niente.
So che mi amate (chi mi ama) per questo: per il coraggio e la follia, per la fame di vita, per il bisogno di rinascere continuamente e perché non ho abbastanza paura da fermarmi. Chi mi detesta lo fa più o meno per gli stessi motivi e per il mio ostinato essere fuori branco e indisciplinata.
So che mi perdonerete. E mi dimenticherete presto, come è giusto che sia.
Lascio il mio Nome e la mia impronta vaga.
Spero di lasciare almeno un vago ricordo, sappiate che sono esistita, che ho vissuto e respirato in queste pagine perse.
Immaginatemi mentre vado via canticchiando una canzoncina stramba, saltellando dentro scarpe comode, vestita di sole e di pioggia , starnutendo di felicità.
Perché viaggiare mi piace e comunque non posso farne a meno.
L’istinto di salutarvi uno ad uno è forte ma poco fattibile. Perciò stringo dentro il cuore i messaggi più belli che mi avete mandato, le mail imprevedibili, il vostro affetto. Ognuno di voi può essere certo di essere nei miei pensieri .
Grazie.
Addio non si dice.
Per me è sempre arrivederci!