Magazine Diario personale

L’ultimo scouser

Da Big @matteoaiello

Quando un club come il Real Madrid si interessa a te, non puoi che esserne orgoglioso. Due volte, nella mia carriera, ho detto no al Real. Il motivo principale è stato il legame con la mia città natale. Non so se un giorno mi pentirò di aver detto no alle merengues, ma sono sicuro che mi sarei pentito se avessi deciso di andar via da qui.

Il calcio per me è qualcosa di speciale.
Sarà perché sono cresciuto guardando le imprese della New Team e il tiro della tigre di Mark Lenders.
Non saprei proprio dirvi il motivo per cui lo vedo in un modo particolare e la partita della domenica è soltanto la punta dell’iceberg. Può sembrarvi assurdo, ma la storia di una maglia, il perché di quei colori, i derby, gli stadi, i cori e le curve hanno nascoste delle storie piene di romanticismo.
E’ vero però che non si presenta benissimo, ma se prendete i libri di storia e gli togliete quei due centimetri di polvere che ci sono sopra, vi renderete conto che sono pieni di imprese leggendarie che potrebbero benissimo essere uscite da qualche poema epico dell’antica Grecia e di calciatori che per una maglia hanno lasciato cuore, sudore e sangue, diventandone nell’immaginario collettivo il simbolo.
Uno di questi è Steven Gerrard ed è il motivo per cui il mio tifo per il lato rosso del fiume Mersey è diventato un vero e proprio credo.
Ho sempre visto il numero 8 del Liverpool come l’ultimo baluardo tra il calcio epico del passato e quello del presente fatto da mercenari dai contratti milionari, macchine di lusso e capelli impresentabili. Ne ho viste di partite (del Liverpool e non) nel corso degli anni e c’è stato mai nessun singolo giocatore che ha avuto l’impatto di Gerrard verso gli altri 10 compagni. L’ho visto dar vita a rimonte impossibili (Stadio Ataturk, Istanbul, 25 maggio 2005), segnare gol all’ultimo minuto e vincere partite credute già perse, giocare in ogni ruolo ad eccezione del portiere ed essere sempre l’ultimo ad arrendersi. L’ho visto predicare nel deserto gli anni in cui il Liverpool era pieno di giocatori mediocri e l’ho visto anche vicino a mollare tutto quando era dato per certo il suo trasferimento al Chelsea di Abramovich o al Real Madrid. Ma alla fine ha sempre vinto la dignità e il rispetto i tifosi. La sua gente. In Inghilterra e a Liverpool più che da ogni altra parte, per prima cosa devi rispettare la maglia e i tifosi. La prestazione viene dopo. E anche se sei scarso, ma riesci comunque a mescolare il rosso del sangue con il rosso della divisa non camminerai mai solo.
Quando ieri ho letto che questa sarebbe stata la sua ultima stagione ad Anfield non ci volevo credere.
Stamattina è arrivata l’ufficialità: Captain Fantastic ha deciso di non rinnovare il suo contratto con il Liverpool.
Andrà all’estero. Giustamente non se la sente di restare in Inghilterra.
Sportivamente parlando è uno dei giorni più tristi della mia vita da tifoso, studioso, romantico e appassionato.
Il perché della sua scelta non mi interessa e voglio pensare e credere che il principale motivo sia il non essersi ripreso dalla scivolata dell’anno scorso contro il Chelsea che di fatto ha consegnato la Premier al Manchester City.
Il calcio oltre che romantico sa essere veramente figlio di puttana.
Non dev’essere facile convivere con un episodio del genere. Specialmente se per 25 anni hai indossato sempre e solo una maglia e penso che alla fine la consapevolezza di non riuscire a vincere una Premier dopo cosa è successo la passata stagione, abbia avuto un ruolo fondamentale nella sua scelta.
E’ vero, i giocatori passano e le squadre restano. Però ci sono giocatori e giocatori. E il Liverpool senza Gerrard non sarà più lo stesso Liverpool.
Leggenda, icona, Capitano.
Chiamatelo come volete o più semplicemente Steven Gerrard.
Già adesso che sto scrivendo faccio fatica ad immaginarlo.

Il mio SG8 moment è del 2004.
Ultima partita del primo turno di Champions. Il Liverpool per passare il girone deve vincere ad Anfield contro l’Olympiakos con due gol di scarto. Dopo 27′, Rivaldo gela la Kop. Ad inizio secondo tempo Sinama Pongolle (t’immagini….) segna il gol del pareggio. All’80 Neil Mellor (t’immagini ancora…..) fa il 2-1. Cinque minuti dopo ci pensa il Capitano.
Come andò a finire quella Champions lo sanno tutti.

Il mio messaggio finale è per le persone che hanno il Liverpool Football Club il più grande al mondo: i tifosi. E’ stato un privilegio rappresentarvi, come giocatore e come capitano. Ne ho amato ogni secondo.

Ancora non ci credo.
Goodbye Capitano.


Archiviato in:I Hate This Game Tagged: calcio, liverpool, reds., rodgers, steven gerrard, you'll never walk alone

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