Magazine Cultura
Ogni tanto capita che lo stesso romanzo susciti emozioni diverse a secondo di chi lo legga. La diversità di opinioni e il confronto sono elementi indispensabili affinché il romanzo non’ muoia’, non venga dimenticato sotto la pila di libri "che leggerò" , o peggio ancora, lasciato sullo scaffale dell’edicola o della libreria perché nessuno ne parla.
Su queste riflessioni, ed essendo comunque un blog libero, ma sempre rispettoso del lavoro altrui(speriamo!), vi postiamo due recensioni dello stesso romanzo: L’ultimo desiderio di Maria Masella.
Ironia della sorte ha voluto che entrambe le recensioni siano arrivate allo staff Juneross nello stesso giorno; quella di Elena, la nostra amica che ci segue da sempre ma che non ha avuto finora il coraggio di commentare, che si ‘lamentava’ del romanzo, e quella di Noco che invece era entusiasta della lettura appena terminata. Che fare? Spazio a tutte, si al dialogo, e al confronto!
Naturalmente, se avete letto il romanzo ci farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
Ed ora parola alle lettrici.
Direttamente dalla scrivania di Elena.
Salve a tutto lo staff, sono Elena una lettrice assidua del vostro blog.
Trovo che il vostro sia un blog piacevole e ben strutturato e fino ad oggi non ho mai "preteso" di scriverci su.
Vi scrivo, sapendo perfettamente che non pubblicherete di sicuro questo mio post, ma mi sembra giusto esprimervi la mia opinione...non si sa mai!
A volte si fa una critica estrema ed esagerata di alcune autrici, trovando il pelo nell'uovo laddove non esiste...(o è veramente microscopico!)
A volte, ci si fossilizza su una scena "assurda" senza contare che il resto del romanzo è apprezzabilissimo...
Ma odio quando si parte da pregiudizi sia in positivo che in negativo!
So benissimo che il vostro blog è pro Rose Nostre, lo capisco e lo condivido.
Le autrici italiane sono brave ed è giusto che abbiano il meritato riconoscimento e apprezzo molto il vostro sforzo per farle uscire alla luce, ma quando c'è da criticare è corretto che lo si faccia anche nei loro confronti!
Ho appena finito di leggere "L'ultimo segreto di Maria Masella: precisando che finito è un modo di dire visto che non sono riuscita a leggerlo tutto!
Il guaio delle nostre autrici è che a volte pensano che un romanzo sia di spessore e che incontri il favore di noi lettrici, quando è corredato da nozioni storiche dettagliate.
E' bello apprendere particolari storici veritieri, ma in un romanzo di poco più di 300 pagine è auspicabile che queste nozioni siano intercalate nella storia tra i protagonisti e non che il testo diventi un trattato storico.
So che mi attirerò le ire di coloro che sostengono le autrici, ma credetemi la mia non è una censura alle italiane, quanto piuttosto al romanzo in sè.
La Signora Masella è una delle autrici che preferisco in altri titoli.
La storia tra Giulia e Cesare è raccontata tra le righe; mentre, sarebbe logico avere la lezioncina di storia tra le righe!
Un romanzo con una storia già di per se pesante, cupa, triste che regala pochi attimi d'amore e molte nozioni storiche e non lascia alcuna emozione.
Flash back continui e angoscianti anch'essi, che rallentano la narrazione e frammentano il racconto in maniera poco pertinente.
Una protagonista antipatica e ripetitiva che riesce solo a ripetere "Voglio l'annullamento".
Insomma, un romanzo che boccio e di cui vorrei sentire i pareri delle altre utenti.
Come ho già sottolineato, penso proprio che questa mia piccola malelingua non la pubblicherete (le critiche difficilmente sono apprezzabili!), ma sono contenta comunque di aver espresso il mio pensiero!
Elena
Direttamente dalla scrivania di Noco
Sullo sfondo delle lotte d'indipendenza, delle rivolte che han caratterizzato l'Italia della metà dell'ottocento, si sviluppa una storia d'amore intensa, drammatica, commuovente, intrisa di timori, incertezze, paure, ma anche, e soprattutto, di speranza. Un romanzo che fa riflettere, che fa soffrire, ma che coinvolge e appaga la lettrice. Un’opera non per tutti, da leggere con lo stato d’animo adatto, tenendo presente che siamo ben lontani da frivolezze ed effervescenze “regency” inglese, come luogo, atmosfera, e temi trattati.
I protagonisti sono idealisti, altruisti fino all'annullamento personale, persone vere disposte a giocarsi tutto per il valore di Patria e di Italia Unita, ma anche sognatori che combattono per l’amore vero. Sono estremi in tutto, non si risparmiano mai:
Giulia sfida i propri parenti, la società e, talvolta, le convenzioni e inseguendo i propri ideali, svolgendo appassionatamente il lavoro d’infermiera nelle retrovie dei teatri di rivolte, imponendosi e ritagliandosi uno spazio suo, lottando e spingendosi fino al limite di quanto è concesso ad una donna del tempo per gli obbiettivi che si è prefissa e con i quali è stata cresciuta: indipendenza, uguaglianza ed amore.
Cesare è un ricco signorotto, intelligente, colto, ma un poco annoiato. Quando gli amici si sposano, pensa che è giunto il suo tempo e non solo troverà l’amore, ma scoprirà anche il modo per riempire il vuoto che ha dentro dedicandosi anima e corpo alla Causa, combattendo e, con il tempo, esponendosi anche a rischi grandissimi.
L'antagonista (di cui volutamente non rivelo il nome) è perfido, infimo, violento, astuto ed è anche un "nemico" austriaco. E’ il classico uomo sadico che sfrutta il potere acquisito e che, in tempo di guerra, compie ogni malefatta nascondendosi dietro l’alibi della violenza della battaglia.
Lo sviluppo della trama è complesso, coinvolgente, a tratti straziante; durante la lettura mi son ritrovata spettatrice di fraintendimenti, scelte avventate, giudizi affrettati, tanto da farmi innervosire, da farmi desiderare di poter entrare nel romanzo e dare una scrollata ai protagonisti. Eppure ho voltato le pagine freneticamente, tifando per loro, cercando di capire l’origine del problema, sognando insieme a loro una via d’uscita, la soluzione ideale. Ed ho assistito alla costruzione, o forse sarebbe meglio dire al “recupero”, di un amore travagliato, ma tra i più romantici ed altruistici che abbia mai letto.
La violenza non è certo risparmiata, ma più in funzione della verosimiglianza e della coerenza storica che fine a sé stessa. Non abbiate, quindi, timore di particolari truculenti o dettagli sanguinari: la storia è perfettamente equilibrata e mai si va oltre al limite posto dalle regole non scritte del romance.
E’ evidente l’abilità, da scrittrice di romanzi gialli, di tenere il lettore sul filo fino all'ultimo, stuzzicandolo a proseguire, rivelando e nascondendo, seminando attenti indizi lungo il percorso che pian piano rivelano una verità amara e sconvolgente, che sta alla base di tutto e che rischia di minare l’equilibrio fragilissimo del rapporto tra i protagonisti.
La cornice storica è palesemente documentata, fondata e sviluppata magistralmente, da vera autrice italiana DOC. Un romanzo adatto alle celebrazioni dell’unità d’Italia, collocato in un periodo che non sempre conosco bene, ma che, personalmente, ho scoperto di amare moltissimo. Inoltre apprezzo davvero tanto la musicalità dei nomi italiani e mi sento decisamente a mio agio, se non proprio appagata, dalla calda familiarità che i luoghi descritti mi suggeriscono.
Insomma un grande ritorno al romance di un’autrice d’eccellenza del panorama italiano, che ha saputo farsi onore e che spero di ritrovare presto.
Noco
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