In un giorno imprecisato della nostra era viene annunciato lo sbarco degli Alieni: tra attese millenaristiche e slogan pubblicitari, la vigilia dell'evento si riflette su un umanità ormai in disarmo. Una condizione a cui Luca Bertacci appartiene di diritto. Segretamente innamorato della vicina di casa, sfoga la propria frustrazione frequentando un anziana prostituta, e confidandosi con l'amico transessuale. Opera prima di un fumettista prestato al cinema, "L'ultimo terrestre" a poco a che fare con la fantascienza. Immerso in un atmosfera surreale, quand'anche grottesca (ad un certo punto il padre di Luca, misogino incallito, si convertirà alla vita di coppia per amore di una dolce visitatrice), girato con ritmo musicale, sincopato o dinamico a seconda dei casi, il film attraverso gli occhi del suo protagonista, una specie di "idiota" alla maniera del personaggio dostojevskiano, compie un viaggio ideale ed antropologico all'interno di un fattore umano in via d'estinzione. Ossessionata dal sesso, consumato di nascosto ed in maniera peccaminosa, chiusa in un egoismo incapace di distinguere tra buoni e cattivi (gli alieni invece dovrebbero essere in grado di farlo), sempre pronta a sfruttare la situazione per il proprio tornaconto - ad un certo punto assistiamo ad un convegno sugli ufo, dove due lestofanti si professano intermediari degli alieni- la razza terrestre è destinata a soccombere per assenza di anticorpi. Pacinotti si tiene stretto alla realtà ma allo stesso tempo se ne allontana, costruendo un film libero, capace di reggersi sulle proprie gambe ed indipendente da eventuali analisi sociologiche e politiche. Alieno al panorama cinematografico italiano, "L'ultimo terrestre" si conclude con il sorriso di Luca, felice di osservare l’inizio di una nuova palingenesi. Per essere un film divertente c'è poco da scherzare.
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In un giorno imprecisato della nostra era viene annunciato lo sbarco degli Alieni: tra attese millenaristiche e slogan pubblicitari, la vigilia dell'evento si riflette su un umanità ormai in disarmo. Una condizione a cui Luca Bertacci appartiene di diritto. Segretamente innamorato della vicina di casa, sfoga la propria frustrazione frequentando un anziana prostituta, e confidandosi con l'amico transessuale. Opera prima di un fumettista prestato al cinema, "L'ultimo terrestre" a poco a che fare con la fantascienza. Immerso in un atmosfera surreale, quand'anche grottesca (ad un certo punto il padre di Luca, misogino incallito, si convertirà alla vita di coppia per amore di una dolce visitatrice), girato con ritmo musicale, sincopato o dinamico a seconda dei casi, il film attraverso gli occhi del suo protagonista, una specie di "idiota" alla maniera del personaggio dostojevskiano, compie un viaggio ideale ed antropologico all'interno di un fattore umano in via d'estinzione. Ossessionata dal sesso, consumato di nascosto ed in maniera peccaminosa, chiusa in un egoismo incapace di distinguere tra buoni e cattivi (gli alieni invece dovrebbero essere in grado di farlo), sempre pronta a sfruttare la situazione per il proprio tornaconto - ad un certo punto assistiamo ad un convegno sugli ufo, dove due lestofanti si professano intermediari degli alieni- la razza terrestre è destinata a soccombere per assenza di anticorpi. Pacinotti si tiene stretto alla realtà ma allo stesso tempo se ne allontana, costruendo un film libero, capace di reggersi sulle proprie gambe ed indipendente da eventuali analisi sociologiche e politiche. Alieno al panorama cinematografico italiano, "L'ultimo terrestre" si conclude con il sorriso di Luca, felice di osservare l’inizio di una nuova palingenesi. Per essere un film divertente c'è poco da scherzare.
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