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L’ultimo terrestre, 6 giorni sulla terra e Torchwood: Miracle Day

Creato il 14 settembre 2011 da Fant @fantasyitaliano

Tre narrazioni  fantascientifiche molto particolari e che stanno facendo discutere un po’:

Torchwood, Miracle Day

Torchwood è una serie di fantascienza britannica, nata come spin-off del più famoso Doctor Who. Il Torchwood è un gruppo di ricerca e di contrasto delle tecnologie aliene, fondato dalla regina Vittoria nell’800. Molte delle tematiche affrontate nella serie, quali la bisessualità e l’omosessualità hanno destato delle critiche e un discreto interesse.

Torchwood, Miracle Day è la quarta stagione della serie. Gli eventi e le tematiche della serie si discostano parzialmente dalle altre stagioni, come

Torchwood
anticipato dal sottotitolo “Miracle Day”. La stessa produzione, genuinamente britannica ed in stile Doctor Who per le precedenti stagioni, è diventata una produzione Anglo-americana, con evidenti ripersussioni sulla fotografia e in generale sullo stile della serie . L’evento che da avvio alla narrazione è niente meno che la scomparsa della morte.  Il fenomeno inspiegabile e miracoloso, innesca una serie di eventi che porteranno alla riapertura del Torchwood…

L’ultimo terrestre

Strano a dirsi, ma pare che anche in Italia, proprio quando la produzione di fantascienza letteraria tocca il minimo storico, si ricominci a trattare temi fantascientifici, quantomeno al cinema . L’ultimo terrestre è da poco stato presentato al festival di Venezia, riscuotendo anche un discreto consenso. L’apparizione di questo film alla Mostra del cinema di Venezia, avviene pochi mesi dopo il flop di 6 giorni sulla Terra di Varo Venturi, altra mosca bianca nel

l'ultimo terrestre
panorama desertico della fantascienza italica. Ovviamente, L’ultimo terrestre non l’ho ancora visto, ma il film, così come per “6 giorni sulla terra”, è interessante soprattutto per l’idea che possa esistere una fantascienza italiana e che questa parli anche della nostra società. Partendo da trailer e dalle recensioni trovate in giro sul web, si possono fare due considerazioni:

L’ultimo terrestre è un film che parla della realtà, dunque è in un certo senso allegorico. E quasi tutti vi trovano delle letture politiche. Particolare il fatto che in questi giorni se ne sia tanto parlato, ma ci si sia soffermati esclusivamente sulle questioni di “attualità” e quasi nessuno si sia espresso sulla qualità del film stesso…

Cosa che, almeno per me,  non conta nulla, perché la buona fantascienza (per esempio Ray Bradbury), parla dell’umanità e della nostra società, senza per questo dover scadere in facili analisi sociologiche o retoriche. Il fatto stesso di mostrare una società malata, come fa Philip  Dick nelle sue opere, per fare un altro esempio non ortodosso di fantascienza, è già più utile ed infinitamente più efficace di tante interpretazioni, commenti e spiegazioni che la critica propugna ai lettori e agli spettatori pur di non parlare delle opere in sé.

Trama de “L’ultimo terrestre”

Una settimana prima dell’arrivo di una civiltà extraterrestre sulla terra, annunciato dai governi, gli extraterrestri arrivano puntualmente in un paese come l’Italia, in crisi economica e culturale. Le reazioni all’arrivo degli alieni sono incredibilmnente simili a quelle per l’arrivo di extracomunitari.

 

6 giorni sulla terra

Il professor Davide Piso è un intraprendente scienziato e ufologo che studia da anni il fenomeno dei rapimenti alieni (o “alien abduction”), giungendo alla conclusione che alcune razze extraterrestri presenti da millenni sulla terra, impiantano le proprie personalità nel cervello degli umani rapiti per usarli come contenitori da abitare ed usufruire di quell’ambita energia che lui definisce “Anima”.

Agendo con un ingenuo e passionale ideale di salvare l’umanità, Davide, assieme alla sua capace e fedele equipe, ha sviluppato una straordinaria e temeraria tecnica ipnotica con la quale oltre a far rivivere ai rapiti le loro spaventose esperienze, riesce a comunicare con i parassiti alieni, per poi scacciarli dal corpo che occupano.

Tutto cambierà quando entrerà in scena Saturnia, una seducente diciottenne che si dichiara essere un’addotta, la quale gli chiederà aiuto usando un’ambigua seduzione a cui Davide, in crisi per le serie difficoltà provocate dalla sua “scomoda” attività, non saprà resistere.

 

E voi che ne pensate? Vale la pena di vedere qualcosa che non sia la fantascienza secondo il canone americano?


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