Nell’estate del 14 d.C., Augusto è in viaggio, ma si sentì male. Lo portarono in emergenza in una grande villa di famiglia, vicino Nola. Ma lì malgrado le cure, muore dopo poco.
Dove si trova precisamente questa villa dove Augusto passò gli ultimi giorni della sua vita?
Negli anni Trenta del secolo scorso, in località Starza della Regina, furono casualmente riportate alla luce le mura di un imponente edificio risalente alla prima età imperiale e frequentato fino al 492 d.C., anno in cui fu sommerso da un’eruzione del Vesuvio.
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che fossero i resti della villa nella quale l’imperatore Augusto trascorse gli ultimi giorni della sua vita, il luogo “apud urbem Nolam” (“vicino la città di Nola”) dove, secondo il racconto di Tacito negli Annales, Tiberio si recò per omaggiare il corpo del suo predecessore.
Per molti anni le ricerche e lo studio del sito è rimasto in ombra nonostante il grande interesse del popolo di Somma, che inviò anche una richiesta di finanziamento a Mussolini per la prosecuzione dello scavo, ma non fu possibile andare avanti a causa della mancanza di fondi.
Solo nel 2001 l’Università di Tokyo ha varato, grazie alla concessione della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Napoli, un progetto interdisciplinare di 6 anni con oggetto la ricerca dell’area della cosiddetta Villa di Augusto.
Il sito archeologico si trova alle pendici del Monte Somma, sul versante settentrionale del Vesuvio, in un’area più volte soggetta ai danni provocati dalle ripetute eruzioni vulcaniche.
I primi saggi presso Starza della Regina furono intrapresi, come già accennato in precedenza, negli anni ’30 del XX secolo, dopo la fortuita scoperta, nel corso di alcuni lavori agricoli, di un muro di notevoli dimensioni che immediatamente fece pensare alla presenza di un complesso architettonico di una certa importanza. Gli scavi, eseguiti dal 1934 al 1936 da Matteo Della Corte sotto la supervisione di Amedeo Maturi, portarono alla luce i resti di un edificio monumentale.
Fra le vestigia allora scoperte, la più maestosa era la “colonnata con archi e pilastri” orientata da est ad ovest e di una lunghezza approssimata di 12 metri; essa era collegata perpendicolarmente ad un “muro di mattoni” decorato con tre nicchie. Inoltre furono scoperti “colonne e capitelli di marmo, pavimenti in mosaico, splendidi frammenti di statue raffiguranti persone con sontuose vesti, (…) stucchi policromi di muri e lacunari.
Nonostante le investigazioni allora eseguite fossero limitate (approssimativamente 70 metri quadrati), i caratteri monumentali delle costruzioni riportate alla luce e la loro collocazione furono ritenuti elementi sufficienti per identificare il complesso quale la residenza nella quale l’imperatore Augusto trascorse gli ultimi giorni della sua vita, già più volte citata dalle fonti letterarie.
Scavo archeologico all’interno della Villa di Augusto
Con gli scavi intrapresi dal gruppo dell’Università di Tokyo a partire dal 2001, si è avviato un progetto multidisciplinare di ricerca, riprendendo lo scavo dell’edificio romano.
Il visitatore può oggi osservare i resti di un ambiente monumentale, costituito da un colonnato, due pareti decorate con nicchie, una serie di pilastri con arcate, e sul fondo, una parete con tre porte e due nicchie con stucco decorato. In questa zona il pavimento è in parte decorato con mosaico, in parte in cocciopesto (un impasto di malta e mattoni tritati). Ad ovest è stata individuata una stanza rettangolare, le cui pareti presentano numerose porte e finestre. L’ingresso sul lato sud in origine consentiva il passaggio ad altre zone, ma poi fu chiuso da un’abside, e successivamente murato.
Particolare architettonico che decorava la Villa di Augusto
Quello riportato alla luce nelle ultime campagne di scavo è riferibile all’ingresso della villa, il luogo di “accoglienza”. Il cuore della struttura si trova ancora sepolto dal sedimento fangoso ed è in attesa di essere riportato alla luce.
Ma si tratta davvero della celebre villa dove il primo imperatore di Roma esalò l’ultimo respiro? La certezza assoluta non c’è, ma molte fonti antiche parlano di una villa “apud Nolam”, e cioè vicino Nola, che potrebbe essere facilmente identificata proprio con la sontuosa residenza ritrovata presso la città di Somma Vesuviana.
Quello che è riemerso finora rivaleggia per interesse archeologico e bellezza con i più importanti ritrovamenti ad esso coevi: bassorilievi, stucchi policromi, absidi affrescati, colonne monolitiche sormontate da capitelli corinzi e alcune straordinarie sculture, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo attraverso la grande mole di documentari prodotti sull’argomento.
Grande attesa c’è stata in occasione del bimillenario della morte di Augusto intorno al complesso monumentale di Somma: proprio nel mese di Ottobre è stato possibile visitare il sito archeologico con un’apertura al pubblico straordinaria.
A guidare i turisti alla scoperta dello scavo sito nella località Starza della Regina a Somma, sono stati il Direttore Tecnico dello scavo Satoshi Matsuyama, il professore Antonio De Simone, docente di storia dell’architettura antica presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e Franco Mosca, presidente della Pro Loco Somma Vesuviana, con le guide della Pro Loco stessa e dell’associazione Dioniso.
L’auspicio per il futuro è che le autorità competenti si attrezzino affinché la visita della splendida villa di Augusto possa avvenire in tutti i giorni e i mesi dell’anno e non resti solo un evento straordinario e sporadico.
Come già detto in precedenza, molti sono i documentari e le ricostruzioni dell’antico complesso architettonico vesuviano: qui di seguito ne possiamo ammirare alcuni.