L’Unità è viva!

   L’hanno nuovamente chiusa, è la terza volta che accade, e qualcuno ha anche commentato la notizia con un “bene!”… Non ci meravigliamo, la visione della libertà di certi demagoghi è sempre stata e sempre sarà autoreferenziale, patologicamente autoreferenziale. Non avere più in edicola dal 1° agosto scorso L’Unità non è un bene per nessuno, non solo per la storia di questo giornale, fondato da Antonio Gramsci nel 1924, ma per l’assenza che da ora in poi avremo di un altro punto di vista. È la pluralità a garantire la libertà, un sistema che invece distrugge il libero pensiero a colpi di mannaie finanziarie è un sistema da combattere. Chi chiuse per la prima volta L’Unità aveva un nome e cognome, era il rappresentante capo del regime fascista; oggi non abbiamo nomi così altisonanti, abbiamo grigi funzionari che fanno il compitino e tolgono di mezzo rotative, pagine web etc. con una non chalance peggiore di quella fascista. Chiediamoci, 70 anni dopo la Resistenza, a che punto siamo arrivati…