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L' uomo che verrà

Creato il 29 aprile 2013 da Giuseppe Armellini
L' uomo che verràMartina non parla più ma vede tutto.
Guarda.
Osserva.
Martina vede la macellazione di un maiale, le donne che intrecciano le ceste, due giovani che provano con paura e timidezza a scoprire l'amore in una stalla, la sua grande famiglia che balla e si diverte in cantina. Martina osserva la vita contadina nella quale sta crescendo, quel mondo quieto e noioso, puzzolente di letame e odorante di marmellata fresca con le uova ancora calde di chioccia e il vino appena creato da quell'uva lì vicino.
Martina non parla più, prima lo faceva. Ma vede tutto.
Martina vede che c'è qualcosa che non va, che quel mondo quieto e noioso non è poi così quieto, non ha più la magia della noia nel ripetere ogni giorno gesti che vanno avanti da millenni. C'è tensione, persone che arrivano e partono, animi riscaldati senza bere vino.
Martina non parla più perchè un giorno il fratellino gli è morto tra le braccia. Come un pulsante, clic, non parla più da allora.
Ma vede tutto.
Vede la pancia di sua madre gonfiarsi di nuovo, ogni giorno un pochino di più. Quella è la sua personale clessidra, il count down che gli riporterà indietro tutto quello che aveva perso.
Martina vede e capisce che c'è qualcosa di brutto nell'aria. Quei posti dove tutta la sua famiglia vive da secoli non sono più soltanto loro. C'è gente che viene, che vuole cose. E gente a cui questo non sta più bene, gente che inizia a nascondersi, non solo per paura adesso ma per difesa. E vendetta.
Martina si immagina dei paracadute che arrivano dal cielo, uomini che verranno, chissà chi saranno.
Martina ha 8 anni soltanto.
E nel bosco vede quelli che considerava i buoni sparare in testa a uno dei cattivi. Perchè Martina non può sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa bisogna fare per sopravvivere e difendersi, a cosa può portare la disperazione. Martina non sa cos'è la guerra e le sue leggi.
Ma il fratellino nasce, Martina è felice, la vita può ripartire.
Ma non ci sarà nemmeno il tempo di cantargli una ninna nanna.
Perchè da lì in poi Martina vedrà cose che non solo un bambino ma nessun essere umano dovrebbe avere la possibilità di vedere.
Vede la madre falciata da una scarica di mitra.
Vede la gente, donne e bambini, portata a forza dentro chiese e cimiteri.
Non vede ma forse sente lontano gli spari di un massacro indegno.
Eseguito da bestie con il volto umano.
Non vede, e forse non si può nemmeno immaginare, quell'uomo che passa tra i corpi ad infliggere i colpi di grazia. Questa grazia così particolare, così inumana.
Martina forse non vede ma sente però-perchè gliela tirano addosso- la bomba scaraventata nella piccola chiesa dove l'hanno portata insieme agli altri.
Martina è illesa e vede il massacro intorno a lei.
Martina non ha visto e forse non saprà mai di suo padre, che con il cuore ormai lacerato e il cervello impazzito si concede alla morte.
C'è solo una cosa che deve fare, tornare dal suo fratellino.
Lo prende e lo riporta a casa loro, quella casa deserta ormai di gente che nemmeno potrà tornare, sacrificata in un eccidio vergognoso.
Martina è finalmente sola con lui, lo tiene in braccio e lo culla.
E' nato nel 1944, quel bimbo è l'uomo che verrà dopo l'orrore, l'uomo che, se passa questi ultimi mesi di guerra, vivrà in pace in un' Italia diversa.
Martina ha chiuso il suo ciclo, ciò che era morto tra le sue braccia ora vive tra le stesse.
E parla Martina.
Canta.
Ninna nanna fratellino.
( voto 9 )

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