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Nell'affrontare il tema difficile quanto inflazionato dell'elaborazione del lutto la pellicola filtra con dolcezza il dolore attraverso gli occhi di chi era bambino nel 1982 , quando la creatività non era ancora frenata dalle tecnologie e la babysitter preferita dai genitori non era la playstation : per impedire che la luce sul volto della madre morta anni prima svanisca nel buio , l'undicenne Simone attende fiducioso l'arrivo dell'uomo fiammifero di cui lei gli aveva sempre raccontato , il mago che accende le stelle e che può tenere viva la fiamma del ricordo .
Le noiose giornate estive nella campagna abruzzese si trasformano così in una avventurosa caccia al tesoro , dove amici e conoscenti sono dotati di straordinari poteri : Dina Lampa , la bambina che per l'emozione scompare a intermittenza , Ocram , che parla al contrario e sa far apparire un cono alla fragola dalla bocca , Giulio Buio , che per paura di farsi fotografare vive sempre nell'ombra e ovviamente il perfido Rubino , figlio del proprietario del terreno confinante , " dominatore di tutte le terre emerse " ; malinconici e bellissimi sono anche lo Zio Disco , nuovo Mastro Geppetto che parla con una voce sempre diversa attraverso il mangiadischi in una bottega dove i giocattoli si animano , l'uomo che rende fino il sale per farti rivivere un momento felice della vita solo con le sue grandi mani d'argento e infine Lorenza , la bella dagli occhi verdi cugina del nemico , che fa battere il cuore per la prima volta di sentimenti nuovi che non si riescono a rivelare .
Un mondo immaginario (che per certi versi ricorda le atmosfere dell'americano "un ponte per Terabithia " di Katherine Paterson ) ma che si espande in tutte le dimensioni sulla carta col tratto delicato di una matita , nei disegni di una mano infantile dalla creatività senza confini dove i maialini possono volare e le lucciole illuminare il cammino , finché il gallo che scaccia via la notte non si mette a cantare riportandoci a quella realtà da cui avevamo tanto pregato di fuggire .
L'incanto sembra svanito quando il ragazzino brucia i suoi giocattoli e dice addio al sogno irrealizzabile di vedere il suo eroe e tenere così stretta l'immagine della madre , finché alla finestra inaspettatamente ecco comparire la fiammella tanto attesa : eppure , lui sceglie di non vedere e continuare a dormire , forse perché a volte è sufficiente che il sogno resti tale , un rifugio dove poter correre quando tutto va in pezzi , fuori dalla logica e dalle realtà come le fantasie dei più piccoli .
Girato con attori non professionisti che trovano nella loro stessa spontaneità il cuore di personaggi comuni persi nel tempo , il film si fregia però della presenza di Francesco Pannofino che si dimostra sempre di più un attore capace oltre che un grande doppiatore , nel ruolo del padre vedovo e disorganizzato di Simone : duro e severo ma allo stesso tempo complice e dal cuore d'oro , alla fine è proprio a lui che si mostra il grande uomo fiammifero , restituendogli la fede e la speranza perduta dopo la morte della moglie e soprattutto , la fiducia in suo figlio .
Un film insolito , fresco e di grande semplicità , per chi non vuole o non vorrebbe mai crescere , per chi ha cercato e cerca ancora in segreto , tracce nell'uomo fiammifero e dei personaggi più incredibili che abitano l’infanzia , per chi è cresciuto anche troppo e si è smarrito nella quotidianità di un mondo frenetico e avrebbe solo bisogno di fermarsi un momento , a guardare fuori dalla finestra , per ricordarsi del bambino che dentro di noi , anche se a volte pensiamo di non riuscire più a sentirlo , dorme e fa ancora sogni meravigliosi .
leggi su Cinefilos : L'uomo fiammifero
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