Lo sapevate che il virus dell’Aids è stato costruito dall’uomo in laboratorio, come arma biologica letale, e poi è sfuggito al suo controllo?
Che le Torri Gemelle sono state distrutte dagli stessi americani d’accordo con i Talebani? Che Paul McCartney è morto in un incidente stradale ed è stato sostituito da un sosia e che Giovanni Paolo I è stato assassinato?
E magari pensate che l’uomo sia andato sulla luna, mentre era tutta una messinscena?
Queste sono solo alcune delle più diffuse e longeve teorie del complotto che, malgrado l’assurdità, sono dure a morire perché si propagano rapidamente e trovano sempre nuovi adepti. Hanno tutte bisogno di rumors, di voci, del passa parola e quelli che ci credono si credono più astuti degli altri: hanno la sensazione di aver capito ciò che alla maggior parte della gente sfugge.
La teoria del complotto di gran lunga più famosa è quella dell’11 settembre, per cui sarebbero stati gli stessi americani a buttare giù le Torri Gemelle. Il primo che l’ha pensata, o forse soltanto “raccolta”, è stato un giornalista francese.
Bisogna ammettere che leggende, bufale e teorie del complotto sono divertenti e fantasiose (come le falsificazioni su Wikipedia) e questo aumenta il loro potere di attrazione e propagazione. Spesso diventano film, entrano nei romanzi, o danno luogo ad altre leggende. Insomma sono fantastici motori narrativi e sviluppano parecchie versioni dello stesso tema, quasi a volerlo arricchire e perfezionare: il che è tipico delle narrazioni orali. Ad esempio il Moongate contiene tante teorie del complotto. Già qualche mese dopo l’allunaggio (1972) c’è stato un articolo di Panorama che lo negava. In seguito, nel 1978, è uscito il film Capricorn One che racconta di una spedizione spaziale su Marte che in realtà non è mai avvenuta. Basta sostituire Marte con la Luna e viene fuori che la spedizione spaziale dell’Apollo 11 è un inganno.
Qual è la differenza tra bufale e leggende metropolitane?
La bufala, come quella dei falsi Modigliani, in genere si scopre subito. Attualmente su Facebook ne gira una sui numeri posti sotto la scatola del latte.
Nel 1984 furono trovate tre sculture rappresentanti tre teste che vennero attribuite a Modigliani dalla maggior parte degli storici dell’arte. Dopo qualche giorno alcuni studenti universitari confessarono di averne realizzata una e in breve si trovò anche l’autore delle altre due.
Insomma, se le bufale hanno vita breve, le leggende metropolitane possono essere molto longeve.
Un ragazzo va in discoteca dove conosce una ragazza fredda e molto bella. Lei se ne sta per conto suo, appartata e ritrosa, ma lui vuole conoscerla. A un certo punto la tocca ed è quasi cadaverica. Lei vuole andarsene e lui si offre di accompagnarla in macchina, ma hanno un incidente: la ragazza esce dall’auto e scappa. Lui la cerca nel bosco e vede, in lontananza, la luce di una casa. Bussa e gli apre una signora. Le racconta quello che è successo. La signora scoppia a piangere, va di là e torna con la foto della ragazza che è la figlia morta da dieci anni.
Tutte queste storie hanno una diffusione orale e si basano sul passa parola. Dire “Me l’ha raccontato mio cugino…” oppure “Me l’ha detto un mio amico” conferisce maggiore veridicità al fatto perché viene legato direttamente a chi lo racconta. C’è una fonte diretta che rende tutto più credibile. I racconti orali poi passano ai mass media.
In Italia se ne occupa il CICAP: il comitato che controlla e smentisce tutti i fenomeni paranormali, ora si è allargato alle pseudoscienze e ai complotti. Per ogni teoria e leggenda c’è un confutatore, ovvero qualcuno che indaga e trova le prove che si tratta di falsi. Possono anche esserci più esperti che studiano lo stesso fenomeno. Sono loro che portano prove inoppugnabili, mentre i sostenitori di una certa teoria, in genere non si preoccupano delle prove.
Come sostiene Piero Angela: se non ci sono controlli c’è la massima espansione del fenomeno, ma basta verificare, che il fenomeno sparisce. Perciò addio a San Gennaro e alle varie Madonne sanguinanti, scordatevi i coccodrilli nelle fogne di New York e i bambini arrostiti nel forno dalla babysitter, fine dei rabdomanti e di quelli che piegano i coltelli col pensiero… perché quelli del Cicap confutano tutto.
Un esperimento è stato fatto con i rabdomanti, ovvero coloro che sentono le vene d’acqua sotto terra. Sono stati sotterrati 4 tubi e si è visto che il rabdomante non aveva una capacità speciale di trovare l’acqua, ma uguale, o addirittura inferiore alla media.
Paolo Attivissimo mostra tutte le contraddizioni dei detrattori dell’allunaggio: per prima cosa, sarebbe impossibile mantenere un segreto quando ci sono migliaia di persone coinvolte e poi i russi non l’avrebbero mai permesso: i russi sono la migliore garanzia che l’uomo – americano – è stato sulla luna.
Invece l’ufologo Paolo Toselli si è occupato di leggende e complotti che vanno da La famosa invasione delle vipere volanti (del 1994) all’11 settembre.
Oppure c’è la leggenda dell’arabo gentile che smarrisce il portafoglio nel metrò. Una signora lo ritrova e glielo dà. Lui la ringrazia e le dice: “Mi raccomando, domani non vada al World Trade Center”.
Come si vede hanno un forte impatto drammatico, producono un “colpo di scena” che è come fumo negli occhi della nostra credulità. Poi ci sono le leggende metropolitane sexy, ad esempio quella degli amanti incastrati e del penis captivus. I due restano incastrati durante un rapporto sessuale e così vengono trasportati al pronto soccorso.
La Cola Cola è uno spermicida?
William Lipscomb (premio Nobel per la chimica nel 1976) ha vinto l’IG Nobel (una parodia del premio Nobel), dimostrando che la Pepsi ha un leggero potere spermicida, ma la Coca Cola nessuno.
Molte sono le leggende nel mondo della musica. Tanto per cominicare Jim Morrison sarebbe ancora vivo e Elvis Presley pure, ma la più nota è Paul Is Dead: Paul McCartney sostituito da un sosia, un bravissimo bassista mancino. Paul McCartney ci scherza, o ci si arrabbia e intanto questa leggenda è diventata un gigantesco gioco planetario. Uno degli esperti del Caso del doppio Beatle è Glauco Cartocci. Oppure potete leggere Sorie Stonate: 50 leggende metropolitane sul mondo della musica di Fabio Caironi, dove scoprirete anche che i Beatles non sono mai stati baronetti.
Come si spiegano queste storie? Intanto col fatto che tendenzialmente crediamo a quello che ci dicono. In mancanza di una spiegazione, la nostra mente si aggrappa a un meccanismo plausibile. La mente vuole qualcosa di consolatorio, perciò meglio un’illusione, una leggenda, piuttosto che niente.
Inoltre l’uomo modifica i dati secondo le aspettative. Ad esempio con la cartomante, la persona ricorda solo quello che concorda con le proprie aspettative. Se il mio problema è quello del matrimonio, possono elencarmi innumerevoli fatti, ma io mi concentrerò solo su quello, dimenticando tutti gli altri.
C’è un altro fattore da tener presente per quanto riguarda le teorie del complotto ed è la paranoia. Alcuni hanno bisogno di colpevoli più che di spiegazioni, perciò non si soffermano molto a capire “il perché”, ma una volta trovati i colpevoli sono soddisfatti. Il paranoico non ha il concetto della responsabilità personale, conosce solo le colpe degli altri.
“La paranoia” non è “soltanto una risposta nichilista del singolo alla, per lui insopportabile, incertezza del vivere, ma anche un fenomeno collettivo – una sorta di inflazione psichica – che influenza potentemente la storia dell’umanità”: scrive il giornalista Augusto Romano, a proposito del recente saggio di Luigi Zoja, Paranoia. La follia che fa la storia. “Il paranoico è troppo fragile e spaventato per poter sopportare il male dentro di sé e dialogare con se stesso; perciò lo riversa fuori e così gli altri diventano i cattivi, gli avversari da sconfiggere, mentre egli si tiene stretta la sua dichiarata purezza”. Sordo alla complessità umana e dominato da un’idea fissa, crede di aver capito l’essenziale. Perciò è inutile togliergli i suoi colpevoli: non può farne a meno e se non ci sono li crea.
C’è un subacqueo nel bosco in fiamme. Come c’è finito? E’ stato preso da un Canadair mentre caricava l’acqua per spegnere l’incendio e poi è stato lanciato nel bosco, dov’è bruciato. E’ una storia talmente assurda che basterebbe un po’ di buon senso eppure… e se vi dicessi che una coppia di innamorati cinesi sono in una barchetta sul fiume e a un certo punto una mucca cade dal cielo, prende la barca e uccide la ragazza, cosa pensereste?
E invece, oltre ad essere l’argomento di Un cuento chino (un racconto cinese), il film che ha appena vinto il Festival del Film di Roma, è anche un fatto realmente accaduto!
COMMENTI (1)
Inviato il 11 dicembre a 15:27
Il termine "Leggenda Metropolitana" è una bufala. Molte delle strorie riportate qui sono vere già provate con dati scientifici. Ad Maiora.