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L’uomo venuto dal ghiaccio risalente a 5300 anni fa e scoperto sulle nevi del Similaun in val Senales, rivive in un’interessante mostra a lui dedicato, allestita al Museo archeologico di Bolzano e visitabile fino al 15 gennaio 2012. Vent’anni orsono la scoperta casuale da parte dei coniugi Simon, una coppia di escursionisti austriaci il 19 settembre del 1991. Ötzi, così è stato ribattezzato dal giornalista austriaco Karl Wend, ha subito attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale, e a lui è dedicata la mostra temporanea che ha come scopi quelli di indagare, svelare, incuriosire, in modo interattivo, venti anni di avvenimenti mediatici, la vita nell’età del rame (periodo storico in cui visse Ötzi), i più recenti risultati della ricerca scientifica, le curiosità sulla figura che ancora suscita stupore e l’arrivo a Bolzano di centinaia di migliaia di visitatori. Oltre cinquemila anni fa, un uomo è in cammino verso l’alto di una vetta, il crinale situato sul ghiacciaio del Giogo di Tisa. E’ stanco e soffre per una ferita grave a una mano. Si ferma a riposare ma la sosta sarà fatale: colpito alle spalle da una freccia che lo uccide.
Il ghiaccio diventa la sua tomba e per secoli il suo corpo si conserverà integralmente. Insieme al corpo sono stati ritrovati utensili come l’ascia metallica, gli indumenti, il berretto di pelo, le calzature, il suo arco da caccia, l’acciarino. Disposta su quattro sale, l’allestimento è in grado di offrire una panoramica esaustiva sugli studi condotti sulla mummia. Intorno al suo corpo si sono avvicendati esperti anatomo-patologi come Eduard Egarter Vigl, responsabile della conservazione, archeologi (Andrea Putzer è l’archeologo co-curatore della mostra Ötzi20, insieme a Beat Gugger museologo svizzero) scienziati, esperti di criminologia, genetisti. Albert Zink, direttore dell’Istituto per le mummie e l’Icemann (l’Uomo del ghiaccio) presso l’Eurac di Bolzano, è il coordinatore dei lavori scientifici. Una mummia che ha duemila anni in più rispetto a quella di Tutankhamon.
L’attrazione principale consiste nella nuova ricostruzione a grandezza naturale di quest’uomo, basata su un modello anatomico tridimensionale del cranio, su dati tomografici e metodi ricostruttivi della medicina forense. E’ impressionante come il corpo riprodotto sia così verosimile a quello di Ötzi. Merito degli autori Alfons e Adrie Kennis, due artisti olandesi. L’uomo è di statura media, snello ma nerboruto, con i lineamenti affilati, barba incolta, la pelle bruciata dal sole. Intorno a lui sono disposte le bacheche di vetro, dove sono conservati preziosi contributi che aiutano a comprendere meglio le abitudini di vita dell’epoca. Per capire meglio le condizioni della mummia è stato allestito anche un tavolo multi-touch in grado di spiegare i segreti del corpo, attraverso finestre digitali che s’ingrandiscono e svelano i particolari anatomici. Le indagini scientifiche promettono ancora nuovi sorprendenti risultati, dallo studio del suo Dna.
La decodifica del genoma permetterebbe di trovare risposte sulla varietà biologica come la provenienza, il gruppo sanguigno, lo stato immunologico, le malattie di cui soffriva, l’alimentazione. “Life. Science. Fiction. Reality. Ötzi 20, propone anche l’installazione dell’artista inglese Marilène Oliver “Iceman Frozen Scanned and Plotted”, dove sono stati riprodotti i profili di scannerizzazione tomografiche del corpo. L’archeologia e le scienze naturali sono le due discipline capofila che poi si suddividono in altri filoni d’indagine, tra i quali la genetica, biologia molecolare, medicina forense. Le analisi successive si dedicheranno anche al contenuto dello stomaco. Si è stabilito che l’uomo prima di venire ucciso aveva ingerito del cibo. L’analisi permetterà di comprendere le sue abitudini alimentari, la flora e la fauna presenti in quell’epoca. L’eventuale presenza di determinati batteri nella mucosa gastrica. Ci sono ancora dei misteri insoluti che la scienza intende trovare una risposta. Tra questi la causa certa della sua morte. Sul cervello della mummia sarà eseguita una biopsia su alcune tracce ematiche per analizzare e comprendere le circostanze della sua morte violenta.
Il Museo archeologico di Bolzano diretto da Angelika Fleckinger spiega come la mostra voglia descrivere quali fenomeni, si sono sviluppati intorno alla figura di Ötzi e a quali eccessi ha portato il clamore suscitato. I primi resoconti dei mass media, episodi concernenti i primi giorni seguenti la scoperta, le diverse ipotesi sulla provenienza e l’età della mummia. La concitazione della scoperta e l’attribuzione iniziale all’Austria, come territorio d’appartenenza. Fu recuperata da un’equipe dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Innsbruck, dove fu portata.
La rimisurazione del confine italo-austriaco dimostrerà che la mummia si trovava sul territorio italiano per 92,56 metri. La mostra è corredata anche da scatti fotografici dell’artista Brigitte Niedermair che ha realizzato in grandezza naturale e riproducono le ricostruzioni di Ötzi esposte in diversi musei europei. Un confronto tra cinque diverse interpretazioni dell’Uomo venuto dal ghiaccio. Heike Engel ha realizzato un reportage fotografico seguendo i due artisti Adrie e Alfons Kennis, documentando in esclusiva per il museo il processo di ricostruzione dell’uomo del Similaun.
La fama mondiale che si è venuta a creare per questo eccezionale ritrovamento, ha suscitato anche reazioni curiose in molte persone. C’è chi crede di essere la sua reincarnazione, di riconoscere nelle sembianze un suo antenato, si teorizza sia il corpo di Saint-Exupery o l’Ebreo errante. Mai un ritrovamento di una mummia ha scatenato la fantasia di tante persone. In una sezione della mostra sono esposte lettere, documenti, interpretazioni, fotografie, testimonianze di come il mito di Ötzi sia così sentito in tutto il mondo. Il National Geographic Germania è il media partner ufficiale della mostra. Disponibile anche il catalogo “Ötzi20-Una mummia tra scienza e mito” Folio Editore e Theiss Verlag.
Roberto Rinaldi
Museo Archeologico di Bolzano via Museo 43. Dal 1 marzo 2011 al 15 gennaio 2012. www.iceman.it
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