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temo che il mio cervello sia andato in cortocircuito perchè non riesco ad uscire da un'impasse. diciamo che sono a un punto morto. in realtà ci sono da così tanto tempo che ormai è addirittura putrefatto. da brava ex-contabile, faccio la lista dei pro e dei contro per cercare di definire con la logica qual è la cosa giusta da fare. il nodo da sciogliere è sempre lo stesso: se anche compissi una scelta drastica, penso che finirei per vivere allo stesso modo di adesso avendo però sconvolto a diversi gradi più di una persona. ne vale la pena? o non è forse meglio lasciare le cose come stanno, dal momento che tanto la sostanza delle cose per me non cambierebbe? forse soltanto se accadesse qualcosa di sconvolgente troverei i motivi sufficienti a compiere quella scelta. o forse occorre che io prima spacchi tutto perchè in seguito avvenga qualcosa di sconvolgente? dato che non ho la sfera di cristallo, mi è ovviamente impossibile vedere il futuro. vedo invece il passato e il presente, ma la consapevolezza non mi serve a scuotermi da questo immobilismo. non sto abbastanza male da fare una scelta così drastica, ma non sto abbastanza bene da continuare serenamente in questo modo. qualunque cosa scelga ci sarà qualcuno che soffrirà: un altro se vado, me stessa se resto. probabilmente il vero problema è che sono talmente abituata a rinunciare che non ci faccio più caso, inoltre sono convinta che non mi possa accadere più niente di veramente bello, di quello sconvolgente di cui sopra. boh. intanto che ci penso, ingrasso infelicemente.
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