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L’utilità dell’inutile

Creato il 20 dicembre 2012 da Cultura Salentina

di Rossella Presicce

gioia

Francesca Crescini, “Le gioia negli occhi”, olio su tavola (2011)

 Dare voce alla passione interiore significa riscoprire la gioia del fare disinteressato

Un senso di incertezza e di impotenza. Un senso di tristezza e sofferenza. Un senso di vuoto che sfocia nell’incapacità di comprendere se stessi e dare significato alla propria vita. È l’epoca delle passioni tristi, l’epoca del disagio che pervade le nuove generazioni, l’epoca in cui la seduzione della pubblicità e l’utilitarismo ad ogni costo e con ogni mezzo rappresentano la logica dominante.

Molto meglio di una certa ”illogicità” sono gli schemi, le congetture, le adesioni a modelli stabiliti da altri. Altri così bravi che riescono a convincerti che è proprio quello il tuo posto, è proprio quello il tuo pensare, è proprio così che la Vita si vive. Niente deve essere disinteressato, altrimenti … altrimenti la felicità potrebbe diventare un valore supremo e una meta da raggiungere! Qualche anno fa Vasco Rossi apriva i suoi concerti citando Spinoza «chi detiene il potere ha sempre bisogno che le persone siano affette da tristezza … io sono qui per regalarvi un po’ di gioia!». E i giovani nei concerti urlano, corrono, si relazionano con gli altri, creano legami, gruppi. Sono Felici. Ma hanno anche molta paura perché la minaccia è sempre in agguato: «gli altri sono dei nemici» e l’individuo deve bastare a se stesso, deve poter essere ultra efficiente e nella relazione deve saper dominare se stesso e gli altri.

E allora il talento, la fantasia, le idee, i progetti e la fiducia in se stessi, vero motore per diventare artefici della propria vita, hanno poco spazio per esprimersi. Ma resta tuttavia una certezza: la tristezza, il disagio, si può superare con un nuovo modo di ascoltare le esigenze di questa nuova generazione, con un nuovo rapporto basato sulla fiducia reciproca e sugli affetti, utilizzando come mezzo la cultura e l’arte. I film, i libri, la danza o il teatro aprono nuove finestre sul mondo e permettono di fare esperienza dell’altro per poi ritrovare se stessi.

E importante in questo meccanismo è la condivisione. Tutti i ragazzi dovrebbero sentirsi liberi di sognare, di desiderare e vedere il futuro come una prospettiva realizzabile e non come una minaccia, così come succede quando per paura si crede all’ingannevole certezza che la vita non abbia più niente da offrire. I sogni e le passioni non possono ammuffire nei cuori: hanno bisogno di essere raccontate, vissute. Forse sarà inutile … ma ciò che appare inutile è in realtà l’utile della Vita, dell’Amore, dell’Arte, del Desiderio.


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