Bibliografia essenziale di Simone Weil
Lo spettacolo "Di nessun partito" pone sotto la lente di ingrandimento la nostra realtà falsificata, ce ne mostra le contraddizioni, ricordando le parole lontane di una pensatrice morta davvero troppo giovane, ma che ci ha lasciato un'eredità imponente. Per alcuni sono conferme di cose già pensate, per altri primi passi per procedere verso una riflessione più profonda sulla nostra società. Tanta carne al fuoco, eppure ben selezionata per costruire quel filo logico che consente allo spettatore di non perdere l'orientamento. Uno spettacolo apparentemente per menti illuminate e colte, ma i concetti sono universali e capibili da tutti. Dipende solo dal grado di apertura alla verità di ognuno, da quanto si è pronti a mettere in discussione, dalla volontà di concentrarsi sulla contrapposizione tra mezzo e fine. I partiti sono certamente un mezzo per esercitare la vita democratica, eppure assistiamo continuamente ad un rovesciamento, i partiti stessi diventano il proprio fine: attraverso la propaganda i partiti operano una pressione collettiva sul pensiero finalizzata alla persuasione, il cui obiettivo è la crescita del partito e quindi la sua autoperpetuazione. Tutto vero - benché anche sul concetto di verità si possano aprire ampi margini di discussione - eppure sembra davvero un'utopia irrealizzabile quella della Weil, è molto più facile farsi persuadere che non esercitare una libertà concreta. Rincuora però sapere che qualcuno ci ha pensato, che qualcuno ha tentato un passo verso il bene, che altresì un regista e un'attrice abbiamo deciso di "teatralizzare" quelle parole e trasmetterle. Il teatro stesso oggi è diventato un fine, il fine ultimo del teatro è il teatro stesso, mentre dovrebbe - ed è - anch'esso un mezzo con cui, attraverso un linguaggio artistico e spesso accattivante, mandare un messaggio; un mezzo attraverso il quale rivelare l'uomo. Di nessun partito è dunque il teatro che torna a farsi "mezzo per il bene" e lo fa utilizzando anche gli strumenti tecnici (come le installazioni video di Riccardo Palladino), i quali mai diventano il verbo dominante ma solo un mezzo che renda più piacevole la fruibilità. Marta Scelli (molto emozionata) presta la sua voce alle parole di Simone Weil, le rievoca come se stesse interpretando un personaggio, come se provasse a scovarle in quel preciso istante in un cassetto remoto della memoria. Ci chiedevamo il senso del tentativo di interpretazione di un testo che vuole solo omaggiare, trasmettere, diffondere, perché non si è tenuto un tono distaccato e saggistico, o magari persino propagandistico. Forse la chiave della regia di Massimiliano Giovanetti è da ritrovare nella restituzione di un senso alle parole, perciò è stato necessario spogliarle da ogni retorica politica, da ogni spinta a fare del proselitismo, arrivare quasi a renderle impronunciabili, incerte perché incerto è il loro senso, tornare ad emetterle come un complesso di suoni nuovi e ancora informi alla ricerca di un significato, un timido vagito appena riconoscibile: democrazia, libertà, giustizia, verità. Forse la scelta più rischiosa, ma ripensandoci quella più protesa verso il bene, perché se così non fosse stato, tanto valeva riversarsi nelle piazze a far compagnia agli urlatori. Utile.A.A.
DI NESSUN PARTITOliberamente tratto dagli scritti di Simone Weilregia Massimiliano Giovanetticon Marta ScelliVisual Riccardo PalladinoLuci Gabriele BoccacciUfficio Stampa: Rocchina Ceglia - [email protected]
dal 5 al 10 novembre presso
TEATRO STANZE SEGRETEVia della Penitenza 3 (Trastevere) - Romatel. 06.6872690/ 3389246033