Ho sempre lavorato nel mondo dell’automobile, settore ricambi, con volumi che nel 2003 han toccato i 19 miliardi di lire.
Ho sempre fatto il responsabile, il capo fin dai primi anni di lavoro, mi piaceva il settore, ovviamente non eravamo ai livelli del 2003 ma il nostro bel fatturato per la concessionaria per la quale lavoravo l’abbiamo sempre fatto.
Per 28 anni ho lavorato nel mondo Fiat, e nel 1998 sono passato al mondo Ford, c’erano i computer e credevo di fare un salto nel futuro, ed invece a livello di ricambi rispetto a Fiat con la Ford sono tornato al 1985, quando trasmettevamo gli ordini ricambi a casa madre con l’Olivetti M24 inserendoli a mano.Ma questo non c’entra con il discorso che voglio fare.
Questa mattina ho letto sull’ Arena, giornale di Verona, questa notizia:
Nei negozi si fa vedere il fisco
Ed è subito boom di incassi
Questa notizia mi ha fatto tornare agli anni 70, i primi, ed i meccanici o carrozzieri mi dicevano, questo lo metti in fattura e questo no, te lo pago subito.
Per noi non c’era nessuna evasione fiscale, casa madre fatturava anche gli spilli e noi fatturavamo o facevamo lo scontrino su tutto, anche per 100 lire.
Ma io non ho mai fatto il finanziere, ho fatto il magazziniere ed il responsabile, una carriera abbastanza soddisfacente sino a diventare quadro e con 21 collaboratori, segretaria compresa.
Mi irritava quando mi compravano un parafango e pagavano con lo scontrino, insieme a quel parafango ci sarebbero state 4, 8 ore di lavoro del quale non ci sarebbe stata traccia, manodopera, vernice ecc. ecc. pagate da un cliente qualsiasi ed esentasse per il carrozziere, l’elettrauto, il meccanico.
E’ così che certi personaggi, artigiani del settore si sono fatti le case a Milano e quella al paese per le vacanze.
Hanno fatto studiare i loro figli, molti di loro, lo dico senza offesa, sapevano solo fare le somme, aprire il cassetto e contare i soldi alla sera. Non leggevano un giornale, odiavano lo sciopero e chi lo faceva, pensavano solo a fare soldi senza guardare in faccia a nessuno, nemmeno ai parenti.
Lo so di certo perchè il mio collega di allora ed io facevamo sciopero quando era il caso e questo irritava molto i bravi artigiani del settore che facevano tanti sacrifici per sopravvivere e non erano fortunati come noi che avevamo lo stipendio sicuro.
Erano talmente ignoranti, alcuni, che non sapevano nemmeno che le ore di sciopero venivano tolte dallo stipendio.
Erano più avanti di me con l’età io ero poco più che ventenne ma, se qualcuno è ancora in vita o lo fosse, nel caso ci avesse già abbandonati, sarebbero sicuramente schierati con la lega e contro Roma ladrona che li rovina con le tasse.
Questa cosa infastidiva molto sia il mio collega che me, le lamentele, il nero, piangere sempre miseria ed allora non c’era la crisi i soldi giravano eppure non erano mai contenti.
Ho già fatto un post una volta sui margini di profitto che hanno certi prodotti, per loro, come i filtri o altro e non voglio ripetermi.
Una volta ho detto al mio collega, che saluto caramente se mi legge, vuoi vedere come si fa a farli fatturare tutto?
E come fai, mi ha risposto lui, ti metti a fare il finanziere?
No, risposi, basta mettere in giro la voce che c’è in giro la Guardia di Finanza e vedrai che fatturano tutto.
Mano a mano che entravano in negozio, con tono complice ed aria indifferente, dicevo: occhio che c’è in giro la Finanza, mi ha avvisato XY, un collega.
La risposta arrivava immediata, metti tutto in fattura. Per 15 giorni, tre settimane fatturavano tutto come la mutua poi, passata la paura, riprendeva il giochino dello scontrino.
Ovviamente dopo qualche tempo io riprendevo il mio ed il fatturato saliva.
Pensate che in questo settore l’officina autorizzata, la carrozzeria che fattura ha degli obiettivi imposti da casa madre e se li raggiunge prende pure dei premi, in denaro o in viaggi.
Almeno sino a qualche anno fa, prima della grande crisi.
Non parlo della grande speculazione, dei banditi anonimi che fanno milioni con la grande finanza, non sarei in grado di dare consigli adatti alla bisogna se non inasprire le pene per questo tipo di reato, l’evasione fiscale ed il falso in bilancio.
Come sapete il governo non la pensa come me.
Parlo di un settore che, tolta qualche eccezione, il meccanico onesto, il piccolo negozietto che sta in piedi a fatica e tra costi e margini ne ricava a malapena per vivere, e ce ne sono tanti.
Parlo di quelli che piangono quasi come un leghista allevatore con le quote latte, che si è rifatto la stalla e la villa, o quelle signore in pelliccia di Vicenza che anni fa hanno manifestato con Berlusconi e la lega contro il fisco che li strozzava, sapete quelli che lavorano l’oro o conciano le pelle da quelle parti, qualche mese fa hanno scoperto una azienda fantasma con 800 dipendenti ed una evasione fiscale, compreso il giro di affari, di qualche miliardo.
Faticavano ad alzare le mani in segno di giubilo per il bandito che li invitava all’evasione fiscale, alla rivolta fiscale, parlo di Berlusconi se non si fosse capito, e dei suoi soci della lega.
Dicevo che faticavano ad alzare le mani per via del peso dei bracciali, anelli da 24 carati con gemme grandi quanto un cubetto di porfido di quelli che lanciano gli autonomi contro la Polizia, il Suv a portata di mano che piangevano per le troppe tasse che Roma ladrona aveva la pretesa che pagassero. Facciano pagare quei lavativi di operai che hanno lo stipendio sicuro, le ferie, la tredicesima e la quattordicesima, tutto pagato da quei poveretti dei loro padroni. Ladroni.
L’evasione fiscale di un certo tipo è un po’ come il controllo dei vandali che sfasciano le panchine, i parchi, i cestini dell’immondizia, basta che vedano qualche volante in giro della Polizia o della Guardia di Finanza e la abbatti del 90% in poche settimane.
Per quella più astuta, quella dei banditi di alto bordo con gli amici nel governo lascio il compito ad altri, io non sono in grado di dare consigli, ci vuole lo specialista, anche un commercialista va bene.