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L’Italia spende per le pensioni molto più del resto d’Europa

Creato il 18 marzo 2011 da Mutuonews

Italia spesa per pensioniUn’organizzazione parigina specializzata a monitorare i regimi previdenziali dei Paesi dell’Europa rileva che l’Italia, in base ai dati in possesso nel 2008, è il Paese che spende di più per le pensioni, si parla del 14 % del Pil che viene impiegato per questo settore a fronte di una media del 7 % del Pil degli altri Stati europei.

Come diminuire la spesa? Come garantire a chi adesso ancora lavora, una pensione sicura per il futuro?Come garantire ai giovani  che si affacciano sul mercato del lavoro una pensione?

Queste sono le domande cruciali con cui ogni Paese deve fare i conti, principalmente il nostro visto che spende molto in pensioni.

I Governi, tra cui possiamo annoverare anche il nostro, rispetto a questa problematica individuano la strategia di aumentare l’età pensionabile, la sfida diventa, quindi, sostenere e promuovere l’occupazione degli over 50.

In questo modo, lo Stato, gli Stati, possono contenere la spesa pensionistica e non trovarsi nella situazione di avere un numero di pensionati talmente alti da far fronte con difficoltà al pagamento delle pensioni.

Il Ministro del lavoro Sacconi conferma che questa è la strada, sostenendo che in questi anni si è riusciti a contenere la spesa pensionistica in Italia proprio in virtù di riforme che vanno nel senso indicato.

L’organizzazione francese sostiene ancora, che “in Italia la popolazione sta invecchiando molto rapidamente. Le proiezioni demografiche mostrano che questa tendenza continuerà. L’invecchiamento è guidato dai tassi di fecondità relativamente bassi (attorno a 1,4 figli per donna rispetto alla media Ocse di 1,7 figli per donna) e da un’elevata speranza di vita sia alla nascita che all’età pensionabile. Il numero delle persone in età lavorativa per ogni persona di età superiore ai 65 anni, dovrebbe scendere a 1,5 nel 2050″.

L’ulteriore elemento dell’invecchiamento della popolazione rende la questione pensioni molto spinosa e cruciale per l’Italia; riforme nel senso di aumentare l’età pensionistica, d’incentivare le persone a rimanere a lavoro, sono misure d’emergenza che non risolvono nel lungo periodo il problema, ma lo rimandano con effetti drammatici.

Incentivare gli over 50 a non anadare in pensione è una misura che nel breve termine permette di contenere la spesa pensionistica, ma che nel contempo penalizza l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro e la grande difficoltà che questi poi avranno a maturare la pensione; utilizzare i soldi del Tfr dei lavoratori per esigenze di spesa corrente, consente di mantenere nel breve periodo la funzionalità del sistema Stato, ma è un boomerang perchè quei soldi prima o poi dovranno essere restituiti.

Urgono riforme strutturali, prospettive di politica economica di medio-lungo termine per evitare che un domani, le colpe della generazione “degli adulti”, non ricadano sui giovani d’oggi, il cui futuro ha tinte sempre più incerte.


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