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La Baia degli Dei – Parte terza

Creato il 21 settembre 2010 da Tuttoqua

Come ogni recensione che si rispetti, devo anche dirvi cosa c’era di buono in questo villaggio.

A proposito, qui trovate la Prima Parte e la Seconda Parte.

Iniziamo dal clima: caldo e soleggiato tutti i giorni, con spesso un venticello sufficiente a non soffrire troppo. Personalmente mi sarebbe piaciuto qualche grado in meno, ma qui sono io ad avere problemi. Non e’ certo merito del villaggio, ma si tratta delle condizioni climatiche del posto, pero’ averlo costruito proprio li’ non e’ stata un’idea da buttare via. Anzi.

Anche le stanze erano spaziose ben climatizzate. Talmente ben climatizzate che bisognava tenere il termostato un po’ in alto. Ma comunque meglio cosi’ che fare la sauna di notte. Il balcone era fatto bene, perche’ aveva la classica porta finestra che si trova anche sulle navi da crociera, cioe’ quel tipo col manopolone girevole che tiene ben fuori l’aria calda. Qui sono sicuro che Carletto ci puo’ illuminare su marca, modello, numero di serie, caratteristiche tecniche, tempi e modalita’ d’installazione, costo medio e garanzia. Nevvero ragazzo?

Le pulizie venivano effettuate in modo scrupoloso, forse un po’ troppo zelante, visto che la buona signora veniva a rompere l’anima alle 8:30 del mattino cercando di buttarmi fuori perche’ doveva rifare la camera. Nella suite la situazione era migliorata ulteriormente perche’ nessuno veniva a bussare.

Il cibo. Qui si potrebbe aprire una diatriba. L’Olimpo, cioe’ il ristorante con servizio al tavolo, era bello, pulito, ordinato e ben organizzato. Il problema era che la scelta era meno variegata rispetto all’Eden, che teoricamente era quello che doveva offrire un servizio piu’ economico. E’ pur vero che, non dispondendo di grandi spazi, l’Olimpo non poteva sistemare molti banchi e quindi doveva scegliere cosa proporre ogni giorno. Ma almeno i cornetti a colazione e il pane potevano essere all’altezza dell’Eden, e invece non lo erano. Ma pazienza, perche’ si facevano perdonare con la cortesia (soprattutto Raul, un bravissimo e gentilissimo cameriere rumeno), con la disponibilita’ e soprattutto con i sorrisi. Che, a pensarci bene, sono gratis, ma valgono piu’ di un buon vino. A proposito di quest’ultimo, si trattava di un vinello locale (rosso, rosato e bianco) di cui non ricordo il nome, ma che si faceva apprezzare, e nemmeno poco.

In generale la pulizia del villaggio era ottima. A parte la vasta disponibilita’ di cesti e cestini praticamente ovunque, le varie stradine, il bar e tutti gli annessi e i connessi erano tenuti perfettamente lindi. E, vi assicuro, la cosa non e’ un dettaglio trascurabile. Entrare in un posto pulito vale la meta’ di cio’ che si paga, quindi bene anche qui.

L’animazione era di un livello sufficiente, se non discreto. Non sono affatto esperto di villaggi, quindi non ho a disposizione un campione per poter fare paragoni. Pero’ mi dicono che in altri villaggi si trovano fior fiori di attori e cantanti. Questi della Baia degli Dei, a loro volta, erano dei professionisti, e non se la cavavano affatto male. L’unica pecca era l’animazione settimale. Cioe’, ogni 7 giorni si ripetevano le stesse cose. E’ chiaro che per tutti quelli che si fermavano una settimana la questione era irrilevante, ma noi che siamo rimasti 15 giorni ci siamo fatti un po’ due palle cosi’. Infatti, la sera, spesso, abbiamo fatto altro, rispolverando insospettabili doti di giocatori di Scala 40 con altri due amici che abbiamo conosciuto li’.

La risposta del Capo Villaggio su questo punto fu che il 90% degli ospiti andava via dopo una settimana. Vero e visibile anche a occhio nudo per cosi’ dire, ma sta di fatto che per loro un’animazione estesa ai 15 giorni sarebbe stata esattamente lo stesso.

Che altro? Dunque, le due piscine erano grandi e ben tenute. L’unico sospetto era ed e’ relativo alla quantita’ di cloro sciolto in una delle due, perche’ sembrava effettivamente troppo, al punto tale da causare eritema a tutti quelli con cui mi confrontavo. Pero’, in fin dei conti, forse meglio un po’ in piu’ che in meno. Invece, con dispiacere, devo riportare che la vascona jacuzi incastonata sul lato della piscina era sempre spenta. Chissa’ perche’.

Suggerimento: avete due piscine e il mare li’ vicino. Perche’ non lasciate quella in alto con acqua dolce e ne fate una con acqua salata? Sarebbe veramente bello, perche’ nuotare in acqua dolce e’ frustrante.

Una nota stonata per il bagnino della piscina “bassa”, che era veramente un coglioncello. Sbadato, sgarbato e poco attento, troppo dedito a mandare SMS dal cellulare, e per niente vigile su cio’ che avveniva in acqua. Costui, tra l’altro, praticava anche un’abitudine sgradevole: se ci si allontavana per un attimo dalle sdraio, lui passava e toglieva tutto. Posso capire che cosi’ si scoraggiano quelli che prendono possesso per ore e poi vanno a fare altro (ad esempio vanno a fare il bagno in mare). Pero’, cazzo, se vado al bar a prendermi una granita, poi torno e non trovo le mie cose, mi girano anche i maroni.

Come dire: cara Baia degli Dei, le regole sono utili e aiutano a esercitare il controllo, ma insegniamogli anche un po’ di buon senso a questa gente qua, altrimenti si rischia di chiuderla a mazzate, no?

A tale proposito, c’e’ l’immancabile aneddoto. Il suddetto bagnino sceglieva se chiudere un occhio oppure no su tuffi, giochi con la palla e cose simili. Di regola non si poteva, ma certi amici suoi un giorno si costruirono un campo da pallanuoto nel ben mezzo della piscina, con tanto di porte sulle sponde, ottenute piazzando due paia di infradito. Dopo qualche minuto che volavano pallonate da tutte le parti mentre il bagnino mandava messaggini, un tiro troppo ardito sfioro’ la testa di una bella bambina bionda, di circa 6 anni. Dopo sette decimi di secondo, il padre della pargola era gia’ in piedi. Trattavasi di energumeno barbuto e peloso che dirigevasi verso il bagnino, minacciandolo col pallone appena sequestrato agli stronzoni che si erano improvvisati a Settebello.

Sembrava Hulk! Beh, oddio, sembrava piu’ Shrek a dire la verita’, ma temere per il peggio in quel frangente fu lecito. Per fortuna la belva si limito’ a urlare e sbracciarsi e a lanciare il pallone giu’ per la scarpata.

Sapete una cosa? Pur essendo steso sulla sdraio, in cuor mio ero in piedi, e gli stavo tributando 92 minuti di applausi.

Amen.


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