Non so chi tracci il solco, ma è Dell’Aquila che lo difende ( o diffonde?).
La rubrica “la posta dei lettori” della Stampa è uno straordinario termometro del clima politico, l’area privilegiata in cui mandarsi messaggi. Dopo il ventennio berluskonista, cui hanno dato nerbo, uomini e ministri, ora i post socialisti sono in cerca di nuova definizione. Sul piano delle idee, materia che non impegna troppo le loro facoltà, in nome del Caimano sono diventati spietati alfieri del sistema liberale. Applausi persino ai “teo-con” in campo economico. In campo istituzionale?
Sparati per il sistema dell’alternanza e del presidenzialismo, per il bi-partitismo italico, ancorchè imperfetto.
La Sinistra? Da loro sprezzata come immobile, conservatrice, ma soprattutto consociativa. Noiosa, attaccata ad una vecchia Costituzione ( quella americana è del 1776…). Incapace di praticare il sale dell’alternanza, lievito di ogni sistema democratico.
In Valle, tutto il contrario: Dell’Aquila (in nome e per conto di….) propone un pateracchio consociativo da regime bielorusso. Al confronto, le “larghe intese” di Napolitano/Letta fanno ridere.
Alle prossime elezioni europee, Union e SA calmino gli appetiti e con gesto di lungimirante magnanimità si impegnino a candidare un UVP o un Alpe. Ossia candidino un membro dell’opposizione. E l’alternanza “liberale e liberista” con cui ci hanno frantumato gli zebedei per decenni? E l’antitesi maggioranza/opposizione, cuore pulsante di ogni democrazia? La Vallèe, c’est différent. E’ il momento di “lavorare per il bene comune”, anche se “ non si tratta di lavorare per nuove maggioranze”. In sostanza ormai la lotta è quella di tagliar fuori i 5 consiglieri su 35 che rappresentano partiti nazionali (PD e M5S), unificando elettoralmente le restanti frattaglie localiste. In primis l’elettorato della Fèdération e della disciolta Casa della Libertà, che non sente alcun bisogno di essere rappresentato da Forza Italia. In questi mesi infatti i berluscones valdotains stanno al coperto come caute marmotte, consci che dalla ricca tavola di mamma Union può cadere qualche osso.
Insomma le candidature di Laurent Vierin, di Caveri e di Nicco prendono corpo come “motu proprio” della Balena Rossonera. Soluzione geniale: il giovane Dauphin a Bruxelles potrebbe placare la faida tribale col clan di Jovençan, allontanando un concorrente dal vero potere, che è in place Deffeyes. Un’offerta difficile da rifiutare senza imbarazzo, soprattutto se proveniente dalla Balena, mortale nemico da soli 6 mesi.
Gli altri due candidati? Entrambi hanno il debole di presentarsi come “padri della patria” e un curriculum formidabile, cui manca solo l’Europa (Caveri l’ha già assaggiata, ma solo per un po’). Dunque, perchè no?
In sostanza: “larghe intese” significa “c’è pilu per tutti, perché litigare?”
Wait and see. (Roberto Mancini)
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