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La bambola assassina

Creato il 01 gennaio 2014 da Misterjamesford
La bambola assassina Regia: Tom HollandOrigine: USA
Anno: 1988
Durata: 87'
 

La trama (con parole mie): il piccolo Andy Barclay vive con sua madre e sogna, come molti suoi coetanei, di possedere la bambola di "Tipo bello", il giocattolo più in voga degli ultimi anni.
Quando la stessa madre acquista da un ambulante un esemplare recuperato dopo l'esplosione di un negozio, inizia per loro un'avventura ben oltre l'incredibile: all'interno del pupazzo chiamato Chucky, infatti, ha trovato rifugio prima della morte l'anima del serial killer Charles Lee Ray, che grazie ad un rituale voodoo appreso in carcere è riuscito a scampare alla cattura e alla dannazione eterna.
Quello che Chucky non sa, però, è che il tempo passato all'interno del giocattolo potrebbe condannarlo ad un'eternità da bambola, a meno che lo stesso non riesca a completare di nuovo il rituale per entrare nel corpo della persona con la quale ha sviluppato la connessione maggiore, Andy.
La bambola assassina
Prima di iniziare il percorso che mi porterà a recuperare tutti i film dedicati alla saga de La bambola assassina, va necessariamente sottolineato un dato di fatto: fin dai tempi della prima adolescenza e della camera condivisa con mio fratello nell'allora casa Ford, ho sempre adorato alla follia il personaggio di Chucky. Ricordo quando, per un natale di qualche anno fa, regalai il modellino parlante con tanto di corredo di armi proprio a mio fratello, che ancora oggi lo custodisce gelosamente sullo scaffale dei dvd.
Chucky, al pari di Freddy Krueger e Michael Myers, Jason Voohries e Leatherface, rappresenta uno dei charachters più folli che l'horror sia mai riuscito a regalare al suo pubblico, ed in qualche modo il più irriverente e spassoso del novero, grazie al suo linguaggio sboccatissimo ed al piglio deciso.
L'esordio cinematografico del malvagio pupazzo - involucro per l'anima del serial killer Charles Lee Ray, interpretato da Brad Dourif, noto per le sue parti in Qualcuno volò sul nido del cuculo, Il signore degli anelli e L'ignoto spazio profondo -, come il resto dei titoli del franchise allo stesso dedicato, è un divertito e divertente miscuglio di trash, film per ragazzi e horror, un cocktail spesso e volentieri sopra le righe che ha il pregio di intrattenere senza alcuna pretesa grazie alla verve del suo protagonista, passato alla storia già dalla prima sequenza in cui si rivela al mondo - e nello specifico alla madre del piccolo Andy, che sarà il suo bersaglio, la sua nemesi e la sua vittima preferita negli anni e nei film a venire - insieme ad uno sproloquio degno dei migliori - o peggiori - Saloon della Frontiera.
Mescolando, dunque, elementi di norma scostanti tra loro - un serial killer bianco scampato alla morte e trasmigrato in una bambola grazie ad un rito voodoo, il linguaggio scurrile in bocca ad un giocattolo, il mondo dei bambini, lucido e sincero, opposto a quello degli adulti - il risultato, per quanto tecnicamente lontano da standard qualitativi anche soltanto decenti, riesce comunque a conquistare oggi come allora, quando riuscì nell'impresa di incassare più di dieci volte il budget iniziale, dando origine al successo del brand e del personaggio creati da Don Mancini.
Curioso come, se a volte si può parlare di film portati sulle spalle da un solo attore responsabile di una performance straordinaria, così importante da oscurare non solo i colleghi in scena, ma anche le parti tecniche e registiche, in questo caso è possibile applicare lo stesso metro di giudizio rispetto al personaggio di Chucky, doppiato senza dubbio alla grande da Dourif ma in grado di bucare lo schermo con il suo ghigno da spietato ed il suo carisma innato, in grado di renderlo - al pari di suoi compari "mostri" come quelli citati sopra - un piccolo gigante, una sorta di gremlin impazzito e rabbioso pronto a lottare con le unghie e con i denti - aggiungendoci armi a profusione ed una lingua da girone dantesco - per sperare di tornare umano - e adulto - proprio passando attraverso un bambino ed un pupazzo, simboli di infanzia e di innocenza.
In qualche modo, volendo fare gli autoriali a tutti i costi, si potrebbe quasi supporre che Mancini, nel creare questi personaggi, li abbia considerati come una sorta di metafora del candore che inevitabilmente si perde crescendo, rovinati dal mondo dei "grandi".
Ma dato che siamo al Saloon, e stiamo parlando di Chucky, preferisco optare per un commento più diretto, di pancia e lontano da qualsiasi interpretazione metafisica: non gustarsi questo film dal primo all'ultimo minuto è proprio da stronzi.
MrFord
"Fuck you, get out of my face.
white trash straight from outer space.
Kick the shit right out of you,
leave you in the rear view.
I've told you once before, you're gonna piss me off."
Murderdolls - "Mr. Motherfucker" -


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