La banalizzazione della bellezza

Non è l'obiettivo della ricerca, ma potrebbe esserne il risultato.
Mi spiego. Ogni tanto spunta la notizia di un team di esperti che cerca di determinare, misurare, oggettivizzare (bruttissimo ...) cosa attrae in un volto femminile (o maschile).
La più recente è stamattina su Quotidiano.net: team di esperti di ortodonzia, odontoiatria, estetica facciale, diranno la loro su questo tema, analizzando un campione decisamente appropriato: le finaliste del concorso di Miss Italia 2010.
Il volto delle ragazze sarà fotografato da diverse angolazioni, in diverse espressioni, verranno riprodotte simulazioni 3D, il tutto per tradurre in numeri la ragione dell'attrazione indubbia di quei volti.
L'idea è che, bionda o bruna, procace o androgina, maliziosa o ingenua, ci sia un fattor comune in ciò che rende attraente una donna.
 Non so, può essere, ma il punto è diverso: non mi interessa conoscere questo fattor comune perché, una volta che lo conoscessi, si tradurrebbe in calcolo, quindi in routine, quello che invece è sorpresa, e vorrei rimanesse tale.
Buona lunedì.
[Nell'immagine, Natalie Portman. Ho votato per lei, nel sondaggio "Vota la tua donna ideale" di Quotidiano.net. Non c'era molta scelta.]
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