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Trama: è la Vigilia di Natale. Aldo, Giovanni e Giacomo tre amici appassionati di bocce sono in questura, accusati di essere una banda di ladri. L'interrogatorio con una ispettrice di polizia servirà a chiarire l'equivoco, ma soprattutto a raccontare le loro vite complicate.
La prima parola che mi è venuta in mente dopo la visione di questo film è scialbo; che è sempre meglio di brutto. Temo però che per una pellicola il cui scopo principale era quello di farci ridere, scialbo non sia un gra complimento.
Sicuramente parecchi gradini sopra i tradizionali "Cinepanettoni" di De Sica e soci, quanto meno è privio della trivialità che contraddistingue questi "capolavori", personalmente lo considero un passo falso nella carriera di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Il trio, cominciando dalla televisione, indimenticabili i tempi di "Mai dire goal", passando per i corti teatrali e concludendo con il cinema, ci aveva abituati ad altre vette.
Qui, volendo utlizzare un proverbio, tendono a "tirare i remi in barca". Probabilmente inibiti dallo scarso successo di "La leggenda di Al, John e Jack" che a casa nostra era piaciuto moltissimo e che aveva il pregio almeno di proporre qualcosa di nuovo, i tre è parecchio che non osano più. In questa ultima opera poi, non brillano certo per originalità. Il dolce dottore prigioniero del ricordo della moglie morta interpretato da Giacomo, lo sfaticato ma "di buon cuore" con il vizio delle scommesse di Aldo, il veterinario bigamo di Giovanni, sono figli di personaggi già proposti inseriti in situazioni già viste e purtroppo si limitano a regalarci qualche sorrisino.
I comprimari, bisogna ammetterlo, sono da dieci e lode. Su tutti Angela Finocchiaro assolutamente perfetta, ma anche Giorgio Colangeli, una luciferina Mara Maionchi e Cochi Ponzoni in un cameo spassosissimo. L'ambiente natalizio rimanda a tanti classici, italiani e non, e la colonna sonora, per cui si è scomodata la grandissima Mina, è notevole.
Ma la sceneggiatura è lieve lieve e la regia di Paolo Genovese si limita ad infiocchettare il pacchetto.
Peccato, però che si tratti soltanto di una confezioncina carina. Per il vero regalo, attendiamo la prossima occasione.
"Adesso mi dite perchè stavate appesi a quel cazzo di muro e ce ne andiamo a casa.."
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