Ermanno Baistrocchi fa l'editore. Va in giro a far notare le impercettibili differenze tra i suoi libri e quelli delle altre case editrici. Paride Spaggiari fa il libraio. Invita Ermanno nella sua libreria e poi gli fa delle telefonate bellissime, tutte piene di zioboja, ma non sono zioboja d'impazienza, sono come il basso che suona l'un due tre di un valzer, i suoi discorsi sono dei valzer, mettono di buon umore.Poi quando Ermanno ha la possibilità di comprare tre librerie Paride si offre di diventare suo socio, che si trova con una certa liquidità. E per quindici anni Ermanno, tutto quello che fa, ne ha prima parlato con Paride.Poi salta fuori il buridone che i soldi per le librerie a Paride venivano dalla banda del formaggio, come se i delinquenti a Parma fossero tutti della gente che non vedeva l'ora di comprarsi una libreria, come se avere una libreria fosse una specie di status symbol per i ladri.E finisce che Paride si butta giù dal settimo piano, e dicono che sia stato per via dei giornali, per via di quello che avevano scritto sopra i giornali, ma secondo Ermanno non era mica per quello. La banda del formaggio è la storia di un editore che un giorno sull'autobus prova affetto per il suo cuore che batte, e gli verrebbe da ricominciare. È la storia di un libraio che il delinquente avrebbe voluto farlo come Raskol'nikov, o come il conte di Montecristo, e che ha lasciato a suo nipote, che ancora non c'è, una filastrocca che Ermanno impara a memoria, per lasciarla anche al suo, di nipote, che chissà se mai ci sarà.
Se assaggiate per la prima volta il Parmigiano Reggiano o il Grana, il primo morso vi lascerà una strana sensazione in bocca, un gusto difficile da definire, qualcosa di nuovo che non avete mai provato prima e che vi spingerà inevitabilmente verso un secondo assaggio chiarificatore. Per apprezzarlo al meglio, dovete darlo subito, quel secondo morso, per far sì che la vostra bocca si abitui a quel gusto. E da lì vi toccherà sicuramente darne anche un terzo, e un quarto... fino a che non riuscirete più a fermarvi.
Questo romanzo di Paolo Nori potrebbe essere un pezzo di quel Parmigiano. Non solo perché compare nel titolo e svolge un ruolo principale all'interno del libro, ma per via dello stile. Le prime pagine, i primi morsi, se come me è la prima volta che vi approcciate a lui, vi lasceranno in testa una strana sensazione, un misto di confusione e stupore, ma anche un'incredibile voglia di andare avanti, di dare un altro morso. Al secondo già vi sarete abituati al suo stile, a questo strano flusso di coscienza, a questi capitoletti brevi e concisi che a volte sembrano non c'entrare nulla ma che invece c'entrano eccome. Dal terzo morso in poi, vi accorgerete di non poterne più fare a meno, di dover continuare, continuare, continuare finché non sarà la fine del libro a obbligarvi a smettere.
E' un romanzo molto particolare, "La banda del formaggio". Parla di libri, parla di editoria, parla del mondo e delle sue piccole cose, parla di furti, parla di uomini che a una certa età devono fare i conti con se stessi, con quello che è stata la loro vita finora e con quello che sarà. Protagonista e voce narrante è Ermanno, piccolo editore, che vive a Casalecchio di Reno ma che è nato a Parma e che da qualche anno è entrato in società con Paride, un uomo con un braccio solo, che ha antenati ladri di formaggio. E che forse un po' ne ha rubato anche lui. O forse ha vinto al superenalotto, non si sa, ma non è nemmeno così importante.
"[...] Che lui, tramite suo zio, che era il padrone della libreria dove ero poi andato io, e qualcuno pensa che suo zio fosse anche lui un associato alla banda, e che i soldi per la libreria anche a lui gli venivan dalla banda, come se i delinquenti a Parma fossero tutti della gente che non vedeva l'ora di comprarsi una libreria, come se avere una libreria fosse una specie di status symbol per i ladri."
Tanti piccoli capitoli, numerati in modo strategico (ovvero, quasi a caso), come Paol... scusate, Ermanno stesso rivela per far si che chi lo recensirà possa facilmente farvi riferimento, che trascinano il lettore in un turbinio di pensieri ed emozioni a tratti tristi, a tratti comiche, a tratti geniali e sempre e soprattutto molto vere, sulla società moderna e sulle sue infinite contraddizioni, che poi rispecchiano esattamente quelle presenti in ognuno di noi.
"Attenzione, cancello automatico: non passare o fermarsi se il cancello è in movimento. Che io penso "Be', se non posso passare e non posso fermarmi, cosa devo fare?""
Se il primo assaggio non vi ha convinto, dategli ancora un paio di morsi, proprio come fareste con il primo boccone di un formaggio che non avete mai assaggiato prima. E sono sicura che dopo due, tre, quattro assaggi non potrete più farne a meno.
Ci tengo a concludere riportando una citazione di Giorgio Manganelli e riportata nel libro da Ermanno/Paolo Nori e che mi è piaciuta tantissimo (ce ne sono diverse in realtà, molto belle, ma questa parla di libri):
"Non vi sono libri innocui, e non v'è cultura che "non fa male a nessuno" e rende migliori. Un grande libro è terribile, perché la sua storia dentro di noi non si spegnerà mai; e sarà la storia della nostra libertà.Una biblioteca è molte, strane, inquietanti cose; è un circo, una balera, una cerimonia, un incantesimo, una magheria, un viaggio per la terra, un viaggio al centro della terra, un viaggio per i cieli; è silenzio, ed è una moltitudine di voci; è sussurro ed è urlo; è favola, è chiacchiera, è discorso delle cose ultime, è memoria, è riso, è profezia."
Titolo: La banda del formaggio
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo di copertina: 15 €