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La Bataille de Saint-Joseph?

Da Vuessegaudio


Les habitants de Péronne chantent la branlette
rue89.com/2012/03/19/les-habitants-de-peronne-chantent-la-branlette-230343 leggi anche su: courrier-picard.fr:La-chanson-paillarde-cartonne-sur-le-Net La Bataille de Saint-Joseph? La Bataille de Saint-Joseph: branlette péronnaise  shummulo a mano albanese?
La “branlette”, che è “se balancer le Chinois” in argot, oppure è “se coller une douce, un rassis”, se non “se secouer le Bonhomme”. Insomma , per farla corta, il 19 marzo, Saint Joseph a Péronne si son messi a cantare l’inno della “Bataille des Jésuites”, che è un po’ “jouer au billard anglais”. Quest’ultimo modo di dire mi ha fatto pensare  a Damaso, il personaggio di Gabriel García Márquez nel racconto “Da noi ladri non ce ne sono”[in :I funerali della Mamá Grande, trad. it. Mondadori 1982] che ruba le palle del biliardo in una sala da biliardp di un piccolo paesino dalle parti di  Macondo e poi, in preda all’angoscia e al senso di colpa, perché nessuno nel paese da tempo ormai non può giocare al biliardo inglese, le va a riportare dove le aveva prese e le Bonhomme proprietario del la sala da biliardo che non aveva sposato la Veuve Poignet gli fa mousser per benino a Damaso le Créateur. Ora, per riprendere in mano la branlette, fatta a Saint-Joseph, che, in argot, è l’ “homme chaste” e “faire sa Joséphine” è “faire la prude”, vuol dire ridare dignità archetipica e senso a Joseph, che, per l’appunto, non semina nell’apposito crogiuolo ma, per bilanciare il Cinese o giocare al biliardo inglese, che è un po’ come ristabilire ogni giorno l’equilibrio della libido, indica nella pratica della branlette quotidiana l’esercizio essenziale per annullare ogni mattina la diffrazione temporale tra fantasma e oggettoadel branleur e della branleuse, o del branlé, se si vuole. La Bataille de Saint-Joseph? Non si dimentichi che questo sottentrare del tempo e dell’orologio, non a caso “Branlante” è la “pendule” o la “cloche”, rende speculare le “Branlezinc” – che in argot è il carillon -  al “Grand Carillon” di Chambéry, il luogo in cui, alla presentazione dei “Piaceri Singolari” di Harry Mathews, ci fu la testimonianza diretta ed esplicita di una femme chambèrienne dedita al piacere singolare della Branlette o del Grand Carillon, e a cui abbiamo decicato il nostroChambonheur[© 2005], elogio assoluto della branlette à Chambéry[leggi anche:®·chambonheur-7-valerie-andesmas-chambery ·chambonheur-5-il-sonar-e-lectomorbido  ·madame-qui-veut-du-mou-da-chambonheur]. Comunque, se a Péronne si fa la  Branlette o laPéronnaise, è nei paesini albanesi o italo albanesi che la branlette pare che abbia la virtù assoluta,insieme, e dell’orologio e dell’acqua: se orologio è “orë”(leggi: or) e mano è “dorë”(leggi: dor), la “branlette” in shqip è lo “shummulo a mano”, quindi uno “shumtadorë”(leggi: sciumtàdòr) o uno “shkundorë”(leggi: sckùndòr; “scuotere con la mano”) che ha dentro lo “scuotere”, la “mano” e l’”orologio”, mentre “shumtadorë” ha il “massimo a mano” o il tempo dell’orologio al massimo, il punto temporale(dell’oggettoa  che passa al proprio meridiano) al massimo!

La Bataille de Saint-Joseph? La Bataille de Saint-Joseph?

Di passaggio solo lentilles a Péronne?


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