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La BCC, un modello di banca sociale

Creato il 20 giugno 2012 da Idispacci @IDispacci

La BCC, un modello di banca sociale“Le banche locali senza scopo di lucro hanno a cuore l’identità e la cultura del territorio. Possono restituire allafinanza il fine del servizio alla società. Mantenere il denaro all’interno  di una comunità è un ruolo importante. I soldi che noi mettiamo in banca devono essere riutilizzati a livello locale. Anche questo è un modo con il quale le banche locali possono contribuire a rafforzare la cultura locale. Che genera fiducia. E senza fiducia non c’è mercato”

Jeremy Rifkin, Economista, 2002

Questo articolo vuol presentare un modello di banca differente da quello descritto spesso dai media e dai giornali, spesso in maniera superficiale. Anzi tutto bisognerebbe fare dei distinguo tra banca dell’UE e banca USA, ma non è questo il luogo per parlarne. Qui parliamo delle BCC, banche non ascopo di lucro che raccolgono eimpieggano sul territorio, soprattutto al servizio di imprese e sociale. Non hanno bisogno di fare i conti con soci azionisti che aspettano il dividendo e quindi possono permetterti cose che altre banche non possono fare (sociale e conflitto di interessi basso). Non a caso Carlo Azelio Ciampi ha detto, da Presidente della Repubblica, “Il Credito Cooperativo, le vecchie Casse Rurali ed Artigiane, da sempre così presenti ed attive nelle più minute realtà locali, sono veramente un pezzo importante della storia d’Italia, e non soltanto della sua storia economica. I valori di cui è portatore il settore del Credito Cooperativo trascendono il fatto economico, per assurgere ad elementi fondamentali dell’ordinato sviluppo della convivenza civile e della maturazione di una coesione sociale fondata, soprattutto, sulla solidarietà e sulla partecipazione.” Quindi invito famiglie e imprese aprendere in considerazione l’idea di informarsi sulle BCC

Denominazione

Le Banche di Credito Cooperativo devono costituirsi sotto forma di società cooperative per azioni. La denominazione deve contenere l’espressione “Credito Cooperativo”. I soci devono essere almeno 200 e, qualora tale numero diminuisca, la compagine sociale deve essere reintegrata entro un anno, pena la liquidazione della banca cooperativa. Ciascun socio ha diritto ad un solo voto a presi giustifica con la volontà di impedire, sia pure su un
piano strettamente economico, una disparità tra soci, che possa essere di ostacolo al raggiungimento degli scopi mutualistici.

Una mutualistica banca sul territorio
Possono diventare soci le persone, le imprese o le associazioni che svolgono la loro attività in via continuativa in tale zona ed i soggetti che vi risiedono. La zona di competenza territoriale comprende i comuni nei quali la banca ha la sede legale, le succursali e le zone limitrofe.

Da un punto di vista operativo le BCC possono svolgere l’attività bancaria, finanziaria e attività connesse e quelle strumentali secondo quanto previsto dal TUB, che impone un esercizio dell’attività prevalentemente nei confronti dei soci (più del 50% delle attività di rischio). Per quanto riguarda gli utili, vengono così ripartiti:
1. le BCC devono destinare almeno il 70% degli utili netti annuali  a riserva legale, ossia non vengono distriubuiti ma incamerati dalla banca e diventano patrimonio;
2. una quota degli utili netti annuali deve essere corrisposta ai fondi mutualistici per la
promozione e lo sviluppo della cooperazione in misura pari al 3%;
3. la quota di utili rimanenti (70% degli utili a riserva legale e 3% a fondi mutualistici).
Per quanto riguarda l’ erogazione del credito, la Banca di Credito Cooperativo-Cassa
Rurale si trova in un rapporto particolare con i propri soci, che è di conoscenza diretta. Questo avvantaggia sicuramente il rapporto banca-impresa-famiglia, che va oltre un asettico giudizio matematico nel caso di concessione fidi, mutui, etc.


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