Come anticipato in questi pixel qualche giorno fa, la Bce sta chiudendo i rubinetti alle banche greche, nel disperato tentativo di porre con le spalle al muro il governo di Tsipras e ancorare la Grecia all'eurozona. Qualche giorno fa avevo anticipato che il programma elettorale di Syriza è del tutto inconciliabile con le logiche dell'eurozona, e non solo per la questione della ristrutturazione del debito auspicata (pretesa) dalla Grecia, ma che per tutto il resto.
Verosimilmente la Bce, forte del QE annunciato un paio di settimane fa e che sarà avviato nel mese di marzo, ha voluto giocare di anticipo, cercando di perseguire un duplice fine. Il primo: quello di mettere con le spalle al muro il neoeletto governo ellenico, che presto si troverà in debito di ossigeno (senza soldi) anche per via del deflusso di capitali che sta colpendo il sistema bancario della Grecia. Il secondo: in buona sostanza, l'azione della Bce costituisce un monito anche per i mercati o un atto di forza, in virtù del nuovo piano di espansione monetaria deciso della Bce che rafforza la posizione della banca centrale a discapito della speculazione che potrebbe scatenarsi nel caso in cui la situazione greca dovesse degenerare.
In altre parole è come se la Bce avesse detto: "sappiamo gestire la situazione della Grecia e non esiste il rischio di contagio finanziario. Quindi, evitate di scommettere contro la dissoluzione dell'euro, perché vi farete molto male". Come abbiamo visto in un post precedente, in effetti, il rischio di contagio finanziario derivante dall'eventuale degenerazione della situazione greca è limitato, giacché il debito è in gran parte confinato all'interno delle istituzioni e dei governi europei. Ma, in caso di fuoriuscita dalla moneta unica, a mio avviso, l'evento potrebbe costituire un fattore assai destabilizzante per la zona euro e per la tenuta della moneta unica. Ammesso che si possa evitare il contagio per via finanziaria (non ci metterei la mano sul fuoco), è assai difficile evitare il contagio per via politica. Soprattutto alla luce del fatto che nel contesto dell'eurozona si stanno affermando molti partiti "ostili" alla moneta unica, e in Spagna (che si voterà a fine anno) Podemos sta guadagnado molti consensi che potrebbero proiettare il partito verso la vittoria alle prossime elezioni. E la Spagna non è esattamente come la Grecia
Da Il Sole 24 Ore:
La Bce chiude i rubinetti alle banche greche, lasciando aperto solo quello di emergenza (Ela). Francoforte ha infatti sospeso la deroga ai requisiti minimi di eleggibilità dei titoli emessi dalla Grecia. Lo ha annunciato la stessa banca in serata dopo il consiglio direttivo. La deroga consentiva alle banche greche di prelevare liquidità dalla Bce fornendo a garanzia titoli di Stato nonostante il Paese non avesse più un rating al livello d'investimento, ma speculativo. Cosa che non potranno più fare. Doccia gelata dunque in tarda serata per il premier Tsipras e il suo ministro delle Finanze Varoufakis, impegnati in un tour europeo per vincere le resistenze dei leader Ue. «Non è possibile presumere una positiva conclusione del programma» di assistenza europeo, in scadenza a fine mese: così il Consiglio direttivo ha motivato la decisione che rappresenta un duro colpo per il Paese e le sue banche. Il primo giudizio di Francoforte sul programma del nuovo governo greco è dunque negativo. La mossa di Draghi riduce fortemente i margini di manovra di Tsipras nella partita che sta giocando con le istituzioni europee. L’euro ha subito reagito alla notizia scendendo sotto 1,14 sul dollaro mentre la Borsa di Atene, come quelle europee, è chiusa. La nota Bce è giunta a pochi minuti dalla chiusura di Wall Street, che ha rapidamente virato al ribasso e chiuso in calo dello 0,42 per cento.Gli istituti di credito ellenici dunque non potranno più avere accesso alle regolari aste di finanziamento della Bce, mentre resta in funzione lo strumento di emergenza, chiamato Ela (Emergency Liquidity Assistance) fornito dalla Bce attraverso la banca centrale greca e riservato alle banche che hanno gravi problemi di liquidità. Non c’è dunque un pericolo immediato di insolvenza delle banche mka certo la loro situazione finanziaria si fa sempre più critica. In assenza di un accordo con la Ue, la Grecia non potrà neppure beneficiare del Quantitative easing, il piano massiccio di acquisto di titoli di Stato che scatterà in marzo. Si annuncia nelle prossime ore un’apertura molto pesante per il listino greco e per le sue banche dopo il rimbalzo degli ultimi giorni, ma anche per le altre Borse europee. Qui il comunicato della Bce:
4 February 2015 - Eligibility of Greek bonds used as collateral in Eurosystem monetary policy operations
- ECB’s Governing Council lifts current waiver of minimum credit rating requirements for marketable instruments issued or guaranteed by the Hellenic Republic
- Suspension is in line with existing Eurosystem rules, since it is currently not possible to assume a successful conclusion of the programme review
- Suspension has no impact on counterparty status of Greek financial institutions
- Liquidity needs of affected Eurosystem counterparties can be satisfied by the relevant national central bank, in line with Eurosystem rules